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Bosch, tanta intelligenza artificiale in futuro: sarà la tecnologia dominante

Un sondaggio commissionato da Bosch per il Bosch Tech Compass mette in evidenza il rapporto tra gli utenti di diversi paesi nel mondo e l'intelligenza artificiale.

Bosch, tanta intelligenza artificiale in futuro: sarà la tecnologia dominante
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Giuseppe Cutrone
Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 9 gen 2025

L'intelligenza artificiale è al centro di un sondaggio condotto su oltre 11.000 persone residenti in Germania, Francia Regno Unito, Brasile, Cina, India e Stati Uniti all'interno del Bosch Tech Compass di quest'anno. L'AI e le sue implicazioni in ambito lavorativo sono ormai al centro del dibattito quotidiano in diversi settori, incluso quello automobilistico, dove questo tipo di applicazioni trova spazio soprattutto in vista della crescente diffusione sui veicoli di soluzioni di guida automatizzata.

Secondo lo studio, in Germania il 72% degli intervistati ritiene che l'intelligenza artificiale sarà la tecnologia dominante nel prossimo decennio, tanto da ritenerla la più importante rispetto a tutte le altre attualmente disponibili sul mercato. Il 32% del campione associa l'AI alle reti mobili 5G, mentre il 24% l'ha menzionata in rapporto alla guida autonoma. Non manca però chi ricorda la sua applicazione sui robot industriali, nella propulsione a idrogeno e nella tecnologie delle celle a combustibile.

Secondo Tanja Rueckert, membro del Consiglio di Amministrazione e Chief Digital Officer di Bosch:

L'intelligenza artificiale è una spinta all'innovazione. Può trasformare l'industria a livello mondiale proprio come l'invenzione del computer. Questa tecnologia offre grandi opportunità. È anche compito della società nel suo insieme rendere evidente questo potenziale e promuoverne l'accettazione da parte del grande pubblico.

L’IMPATTO DELL’AI NELLA SOCIETÀ

È chiaro quindi che una buona fetta degli intervistati riconosce l'importanza dell'AI nei processi produttivi e nelle tecnologie di uso quotidiano, ma nonostante ciò sembra mancare un certo interesse verso l'acquisizione di competenze specifiche in questa materia. Non sorprende quindi che appena il 18% dei partecipanti allo studio abbia dichiarato di volersi formare sull'intelligenza artificiale, con un particolare disinteresse mostrato soprattutto dal pubblico di India, Cina e Brasile. 

Per molti l'AI avrà un impatto positivo sulla società (la pensa così il 66% del campione cinese e il 34% di quello tedesco) e questo porta gli intervistati ad essere favorevole verso l'insegnamento di questa materia nelle scuole. Spiega ancora Tanja Rueckert:

Includere l'IA nei programmi scolastici sarebbe un passo importante per assicurare alla Germania gli specialisti di IA di cui avrà bisogno in futuro.

 

NESSUN RISCHIO PER I POSTI DI LAVORO

L'intelligenza artificiale è già usata da un'ampia fetta di pubblico in tutto il mondo, soprattutto se si considera l'utilizzo anche occasionale in ambito lavorativo. Secondo la Rueckert:

I professionisti di tutto il mondo devono fare i conti con l'intelligenza artificiale, che diventerà una competenza essenziale e complementare nella vita professionale. L'intelligenza artificiale generativa influenzerà il modo in cui impariamo, lavoriamo e collaboriamo, apportando cambiamenti significativi ai flussi di lavoro e ai processi aziendali. Ecco perché noi di Bosch crediamo che sia importante sostenere i nostri collaboratori nel loro percorso e offrire uno sviluppo professionale adeguato. Abbiamo già formato più di 65.000 collaboratori sull'IA attraverso la nostra AI Academy. Questi corsi di formazione sono disponibili online per tutti i collaboratori. Inoltre, spieghiamo loro i vantaggi: l'IA generativa può aiutarli sollevandoli da compiti semplici e ripetitivi nel loro lavoro quotidiano.

Quando si parla di intelligenza artificiale non si può non pensare al rischio, sicuramente fondato, che l'automazione generalizzata consentita da questa tecnologia metta a rischio migliaia di posti di lavoro. Una preoccupazione che i tedeschi sembrano però non avere, tanto che solo un terzo di loro vede al rischio la propria occupazione, mentre più del 50% ritiene che l'AI non rappresenti un rischio significativo in tal senso.

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