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La storia della Fiat Panda 4x4

La mitica utilitaria a trazione integrale compie quarant’anni: ripercorriamo la storia della Fiat Panda 4x4.

La storia della Fiat Panda 4x4
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Marco Lasala
Marco Lasala
Pubblicato il 13 mag 2024

La Fiat Panda 4×4 è un modello leggendario, un’utilitaria pratica, semplice ed inarrestabile. Le sue doti in fuoristrada sono indiscutibili, plus che l’ha resa una vera e propria icona intramontabile. Quarant’anni, oltre 800.000 unità vendute e tre generazioni che hanno conquistato il consenso del pubblico internazionale.

La Fiat Panda 4×4 vanta una lunga serie di primati, tra premi internazionali e raid off-road, la tre porte torinese ha vinto anche il Car of the Year nel 2004.

LA PRIMA GENERAZIONE NEL 1983

Nel 1983, a distanza di soli tre anni dal debutto della versione originale disegnata da Giorgetto Giugiaro, debutta la Panda 4×4. Una due porte, una due volumi a trazione anteriore, una versione a trazione integrale che si caratterizzava da notevoli doti in off-road e da un prezzo contenuto. Fiat per trasformare la piccola utilitaria in una intraprendente fuoristrada si affida alla società Steyr-Puch, realtà leader nel settore delle trasmissioni integrali.

Il sistema 4×4 sviluppato per la Panda è semplice e robusto, il guidatore deve solo tirare una leva posta sul tunnel per trasferire la trazione alle ruote posteriori senza il supporto di un differenziale centrale. La raccomandazione era quella di inserirla solo in fondi a scarsa aderenza e a bassa velocità. La produzione della prima serie della Panda 4×4 avviene in due fasi:

  • in Austria viene realizzata a trasmissione completa (frizione, scatola del cambio, albero di trasmissione e assale posteriore con differenziale e freni)
  • a Termini Imerese (Palermo) viene assemblata la vettura e montata la trasmissione.

 

Il cambio è un cinque marce, il primo rapporto per via della sua rapportatura estremamente corta, viene definito “primina”. Cuore della Fiat Panda 4×4 è un propulsore da 965 cm3 che sprigiona una potenza di 48 CV, un motore che negli anni a venire fu portato a 1,1 litri.

La trazione integrale non era la sola arma vincente dell’utilitaria torinese, l’altezza da terra era di circa 18 cm, il suo peso a vuoto era di soli 740 kg. Gli ottimi angoli di attacco, uscita e dosso gli consentono di superare pendenze di quasi il 50%. A completare un fuoristrada ci pensano gli pneumatici tassellati e le fasce protettive nella parte inferiore delle fiancate e passaruota.

Oltre alla base e alla S, la prima generazione della Panda 4×4 viene offerta negli anni, anche in diversi allestimenti tra cui:

  • Trekking
  • Country Club
  • Sisley.

 

La Country Club viene dotata di un inclinometro sul cruscotto in grado di misurare l’angolo di inclinazione della vettura, la Sisley di interni specifici. Nelle competizioni, l’utilitaria italiana conquista una serie di successi incredibili. Nel 1985, cinquanta Panda 4×4 prendono parte al raid africano partendo da Roma. Un lungo viaggio verso Tunisi e successivamente di Abidjan, località della Costa d’Avorio che dista circa 14.000 km dall’Italia.

Un format, quello del Safariland, che piace molto, tanto che negli anni si susseguono altre imprese. Nel 1986/1987, una carovana di Panda 4×4, percorre oltre 7.000 km superando l’entroterra australiano. Nell’inverno del 1989, cinquanta 4×4 attraversano l’India, percorrendo circa 4.000 km.

LA SECONDA GENERAZIONE NEL 2004

Debutta nel 2004 la seconda generazione della Fiat Panda 4×4, modello che conquista il prestigioso titolo “Car of the Year 2004”. Viene prodotta nello stabilimento polacco di Tychy. I primi esemplari della nuova utilitaria torinese sono disponibili con motorizzazione da 1.2 litri, un quattro cilindri benzina da 60 cavalli e un turbodiesel da 1,3 litri, un Multijet da 69 cavalli. Con questa motorizzazione, la Panda 4×4 balza in testa alle classifiche di vendita, diventando il fuoristrada più venduto in Italia per tre anni consecutivi (2006, 2007 e 2008).

A rendere profondamente differenti, dal punto di vista tecnico, le due prime generazioni della Panda 4×4 è il sistema di trazione integrale. In luogo dell’inserimento manuale, il passaggio alla trazione integrale è automatico. La vettura torinese è dotata di un giunto viscoso, sistema che nel 2008 sarà sostituito da una frizione elettroidraulica. Esteticamente la 4×4, rispetto alla versione base, si distingue per la plastica grezza sulle fiancate, per i paraurti rinforzati e per uno scudo paracolpi non verniciato nella tinta di carrozzeria.

NEL 2012 LA TERZA GENERAZIONE

È compito di Roberto Giolito disegnare la nuova Fiat Panda. Un’auto dalle forme semplici, un design che abbina efficienza e robustezza, un modello che torna a essere costruito in Italia nello stabilimento Gianbattista Vico di Pomigliano d’Arco in Campania. Lunga 3,7 metri, ha le sembianze di un SUV ed è dotata di un sistema di trazione integrale di tipo permanente, con gestione elettronica e differenziale autobloccante elettronico (ELD – Electronic Locking Differential) che ripartisce la forza motrice tra le ruote dello stesso asse nell’esatto momento in cui perdono aderenza.

Nel 2012 viene realizzata la Panda Monster Truck, un prototipo realizzato per l’industria cinematografica, perfettamente funzionante. Un veicolo speciale che adotta il pianale di una Jeep Cj7 4200. Le ruote da trattore stradale hanno un diametro di 150 centimetri e una larghezza di 50 cm. La Panda bigfoot è alta ben 390 centimetri, lunga 3,8 metri e larga 2,5 metri.

Nel 2014 nasce la Panda Cross, variante che rappresenta un ulteriore passo in avanti rispetto alla 4×4. Ha maggiori protezioni per il telaio, nuove motorizzazioni e nuove tecnologie. Cambia anche la trazione integrale, la grande novità è rappresentata dal sistema “Toque on demand”. Il conducente tramite un selettore può selezionare differenti livelli: Auto, Lock e Hill Descent.

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