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Fiat, con la Panda elettrica punta a mettere in difficoltà i cinesi

La Panda elettrica sarà essenziale, un ritorno alle origini

Fiat, con la Panda elettrica punta a mettere in difficoltà i cinesi
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 21 set 2023

La futura Fiat Panda elettrica sarà un'auto con cui la casa automobilistica punta a mettere in difficoltà i cinesi. Il CEO di Fiat, Olivier François, è tornato a parlare di questo modello all'interno di un'intervista con La Repubblica. Secondo il numero uno del costruttore italiano, la nuova Panda elettrica sarà una vettura meno ricca e più essenziale, come quella degli anni '80. Dunque, si tratterà di una sorta di ritorno alle origini. L'obiettivo è quello di proporre un modello che metta davvero in difficoltà i cinesi. Parlando dell'auto giusta per fare concorrenza alla Cina, Olivier François, racconta:

Il mio pensiero corre alla Panda. A quello dobbiamo pensare. A una Panda elettrica che riproponga gli stessi principi delle origini. Fiat può e deve sviluppare una soluzione che metta in difficoltà i cinesi. Il concept 120 va nella stessa direzione. Una vettura meno ricca, più essenziale, dove il contributo, seguendo lo stile e la strategia "lessi is more", grazie al grande design italiano, riproduca quello che è stata l'iconica Panda in chiave elettrica, meno cara delle altre, da realizzare in Europa se non in Italia.

COSTRUITA IN ITALIA?

Dunque, il numero uno di casa Fiat accenna pure alla possibilità che la nuova Panda elettrica possa essere costruita anche in Italia anche se non è chiaro quale stabilimento possa essere scelto. Pare comunque evidente che la casa automobilistica creda molto in questo nuovo modello che dovrebbe essere svelato nel 2024. Nel 2025 arriverà, poi un ulteriore nuovo prodotto definito come "inaspettato".

Non rimane, dunque, che attendere novità su questa nuova vettura per capire meglio quali sono i piani di Fiat. Olivier François ha poi parlato del mercato delle auto elettriche in Italia che arranca mentre in Europa sta andando molto bene.

Quando siamo partiti c'era movimento in tutto il Vecchio Continente, fervore, tra incentivi, piani infrastrutturali per le colonnine e campagne che sottolineavano l'importanza della transizione. Questo in Italia è venuto meno. C'è stata una frattura. Così in Europa la crescita è del 60%, in Germania si arriva al 70 e in Francia al 30 e oramai l'elettrico rappresenta il 15% del mercato. E le 800 mila vetture vendute da inizio anno danno ragione alle scelte fatte.

Per Olivier François si tratta, sostanzialmente, di un problema politico.

È facile fare dell'elettrico una cosa non popolare, dire che è caro, che complica la vita, che non serve a nulla. Se invece imbocchi la strada della transizione devi rimettere in discussione le abitudini, ma in tutti i Paesi ci sono dei piani per farlo. Speriamo che anche in Italia, dove ora vendiamo meno rispetto all'Europa per assenza di incentivi adeguati, si inverta la rotta.

Per il CEO di Fiat servono 3 cose per cambiare la rotta in Italia: adeguamento dei sostegni governativi per la vendita delle auto elettriche, messa a punto di un piano per le infrastrutture di ricarica e un cambio di approccio che sia più positivo verso la transizione.

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