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Guerra in Ucraina: Ferrari e Lamborghini fermano le attività con la Russia

I due costruttori hanno fermato il loro business con la Russia.

Guerra in Ucraina: Ferrari e Lamborghini fermano le attività con la Russia
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 9 mar 2022

La terribile guerra in Ucraina continua e come abbiamo avuto modo di vedere, sta impattando anche sul mondo dell'automotive. Negli ultimi giorni diverse case automobilistiche hanno annunciato lo stop della produzione delle loro vetture per la Russia o comunque hanno interrotto tutte le attività commerciali che riguardano questo Paese. All'elenco dei costruttori che hanno fermato le loro attività con la Russia si sono aggiunge anche Ferrari e Lamborghini.

Il Cavallino Rampante ha deciso di sospendere la produzione di veicoli per il mercato russo fino a nuovo avviso. L'azienda fa inoltre sapere che continuerà a monitorare da vicino la situazione nel rispetto di tutte le regole, regolamenti e sanzioni. Per quanto riguarda, invece, Lamborghini, sottolineando la preoccupazione degli eventi in Ucraina e auspicando una rapida fine delle ostilità, la casa automobilistica ha comunicato che il business in Russia è stato sospeso.

Entrambi i costruttori hanno voluto anche contribuire ad aiutare la popolazione dell'Ucraina attraverso una donazione. Ferrari ha fatto sapere di aver donato un milione di euro. Questi soldi sono destinati alla Regione Emilia-Romagna che, in collaborazione con Croce Rossa e UNHCR, li impiegherà per dei progetti umanitari internazionali a sostegno dell’Ucraina e per l’accoglienza dei profughi presso il proprio territorio. Inoltre, saranno devoluti aiuti all’Associazione Chernobyl di Maranello, Fiorano, Formigine – ONLUS per sopperire alle esigenze degli ucraini che verranno ospitati nell’area vicina alla sede della Società.

Lamborghini, invece, ha fatto sapere che sta preparando una donazione che sarà devoluta direttamente all'UNHCR – l'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati – che opera in Ucraina dal 2014. Ferrari e Lamborghini, dunque, si affiancano ad altri costruttori come Volkswagen e Mercedes che sono già intervenuti a sostegno della popolazione ucraina.

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