Caos treni del 2 ottobre, perché non era partito l'allarme? Le SIM erano scadute
Le centraline erano dotate di SIM scadute e quindi non potevano inviare l'allarme

Negli ultimi tempi i treni sotto tornati sotto i riflettori per una serie di guasti e di problemi che hanno portato a disservizi molto gravi, complicando i viaggi degli italiani. Sul tema non sono mancate poi le polemiche, anche di natura politica. La scorsa settimana, per esempio, c'è stato un vero e proprio caos sul nodo milanese a causa dei cavi elettrici tranciati dal pantografo di alcuni treni, un problema che ha sostanzialmente paralizzato buona parte della circolazione.
Successivamente ci sono stati alcuni ulteriori disservizi che hanno portato il Gruppo Fs a presentare alle autorità un esposto alla luce di troppi episodi sospetti che hanno avuto ricadute sulla circolazione ferroviaria. Adesso, sul tema guasti e disservizi dei treni italiani c'è una novità interessante. Infatti, un'inchiesta di Open ha fatto maggiore luce sul caso del 2 ottobre, il famoso "incidente del chiodo".
COSA ERA SUCCESSO?
Facciamo un salto indietro e torniamo al 2 ottobre 2024 quando un cavo danneggiato dell'alimentazione elettrica aveva bloccato le stazioni ferroviarie di Termini e Tiburtina generando il caos e ritardi su ritardi, mandando in tilt la circolazione dei treni. All'inizio, la responsabilità è stata imputata ad un operaio che con un chiodo aveva sostanzialmente bucato la canalina dove passano i cavi elettrici che alimentano la stazione Termini, compresa la sala operativa. Via la corrente, sono poi intervenuti i gruppi di continuità ma al loro esaurimento, il buio e il caos.
La versione del "chiodo" fu data dal ministro Salvini e poi successivamente confermata da Rfi che aveva svolto un'indagine. I conti, però, non tornavano. Va bene il chiodo piantato per errore, ma perché non è scattato l'allarme sulla mancanza dell'energia che avrebbe permesso di far arrivare in tempo i tecnici? L'inchiesta di Open ha proprio fatto luce su questo aspetto.
SIM SCADUTE
Quanto emerso è certamente clamoroso. I sistemi di sicurezza degli impianti delle stazioni sono dotati di centraline che in caso di problemi lanciano un allarme. Il 2 ottobre, però, c'è stato silenzio. A quanto pare, l'inchiesta ha appurato che le centraline che dovevano inviare un SMS o una chiamata d'allarme, erano dotate di SIM che da tempo erano senza credito e quindi come vuole la prassi degli operatori, erano scadute. Insomma, l'allarme non poteva essere lanciato.
Certo, viene da chiedersi come mai centraline così importanti siano dotate di SIM ricaricabili come i dispositivi casalinghi…. In ogni caso, Open riporta che l'amministratore delegato del Gruppo FS, Stefano Donnarumma, sia rimasto scioccato da questa rivelazione e abbia chiesto sanzioni e provvedimenti disciplinari per chi doveva interessarsi del rinnovo delle SIM ma non lo ha fatto.