Tesla amplia la flotta di Robotaxi ad Austin, ma non mancano le perplessità
Il servizio continua a crescere, tra espansioni strategiche e dubbi sulla reale autonomia dei mezzi.

La terza espansione dell’area operativa del servizio Robotaxi di Tesla ad Austin è stata accompagnata anche da un ampliamento della flotta di veicoli a guida autonoma. Tesla ha reso noto che la flotta è stata potenziata, ma non ha fornito numeri ufficiali sul totale dei mezzi attualmente operativi. Questa scelta di riservatezza segue la linea già adottata dall’azienda, che fin dal lancio del servizio ha mantenuto un certo mistero sul numero effettivo di veicoli.
Dubbi e prospettive sul futuro della guida autonoma di Tesla
Il servizio Robotaxi è stato introdotto ad Austin lo scorso 22 giugno con una disponibilità iniziale compresa tra dieci e venti veicoli. Elon Musk aveva spiegato che la scelta di partire con un numero limitato di mezzi era dettata dall’esigenza di garantire sicurezza e monitorare la domanda senza sovraccaricare il sistema. In questa fase, infatti, Tesla sta sperimentando un modello di mobilità autonoma che richiede dati reali sul comportamento dei veicoli e sull’interazione con l’ambiente urbano.
Increased service area from 91 to 173 sq miles
Also increased # of cars available by 50%
— Tesla Robotaxi (@robotaxi) August 27, 2025
L’espansione del servizio riguarda in particolare l’area operativa, che è stata ampliata per la terza volta in poco più di due mesi. L’area operativa copre ora circa 448 chilometri quadrati (173 miglia quadrate) rispetto ai 236 chilometri quadrati (91 miglia quadrate) raggiunti all’inizio di agosto. L’espansione include zone strategiche come l’aeroporto di Austin e la Gigafactory Texas. L’obiettivo di Tesla è offrire un servizio più capillare e funzionale, estendendo la copertura oltre il centro cittadino e raggiungendo anche i sobborghi.
Parallelamente, Tesla ha dichiarato di aver aumentato del 50% la disponibilità dei veicoli, pur continuando a non fornire un conteggio preciso. Secondo stime indipendenti elaborate da Grok, la flotta complessiva potrebbe variare tra le trenta e le settantacinque unità, considerando però anche quelle operative nella Bay Area. Musk ha anticipato che l’obiettivo a medio termine è portare la flotta californiana oltre le cento unità, traguardo plausibile nei prossimi mesi. Rimane però molto distante dall’annuncio di Musk che ha affermato che entro la fine dell’anno metà degli statunitensi potranno accedere al servizio Robotaxi.
L’espansione del servizio non è però priva di criticità. Gli scettici del progetto Robotaxi sollevano dubbi sulla reale autonomia dei veicoli, sottolineando la presenza a bordo di un Safety Monitor incaricato di supervisionare la guida. A questo si aggiunge la mancanza di trasparenza sul numero effettivo di auto operative, un elemento che alimenta discussioni tra sostenitori e detrattori della strategia di Tesla.
La casa automobilistica statunitense sta utilizzando Austin come banco di prova per raccogliere dati, perfezionare la tecnologia e testare un servizio che potrebbe essere replicato su larga scala. L’idea di lungo periodo prevede una rete di Robotaxi composta non solo da veicoli di proprietà dell’azienda, ma anche da auto private che potrebbero essere integrate nella piattaforma, offrendo ai proprietari la possibilità di generare entrate extra.
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