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Ddl concorrenza, allo Stato una parte dei pedaggi autostradali

L’obiettivo è realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi. Ecco cosa cambierà

Ddl concorrenza, allo Stato una parte dei pedaggi autostradali
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 27 lug 2024

Nella giornata di ieri, il Consiglio dei Ministri ha approvato il ddl concorrenza che ha introdotto diverse novità tra cui la portabilità dei dati della scatola nera di cui abbiamo già parlato. Nel testo, c'è spazio anche per il tema delle concessioni autostradali.

Come spiega il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Salvini, arriva una novità che riguarda i pedaggi. Per la prima volta una parte dei pedaggi non entrerà nelle casse dei grandi gruppi di concessionari, anche internazionali, ma allo Stato. Stando a quanto racconta il ministro, l'obiettivo è quello di realizzare opere pubbliche e tenere sotto controllo i pedaggi.

Spiega il ministero in una nota, il "modello proposto prevede, per le concessioni che scadranno a partire dal 2025, un sistema di regolazione fondato sull’applicazione di un nuovo modello tariffario, già sperimentato in quattro concessioni, che prevede di distinguere la tariffa in tre componenti: la componente tariffaria e di gestione (di competenza del concessionario); la componente tariffaria di costruzione (di competenza del concessionario); la componente tariffaria per oneri integrativi (di competenza dell’ente concedente, il cosiddetto extragettito), finalizzata al recupero dei finanziamenti pubblici concessi per la realizzazione del sistema infrastrutturale a pedaggio".

Il ministero aggiunge che i proventi derivanti dal cosiddetto extragettito saranno utilizzati per realizzare gli investimenti autostradali, compresa la messa in sicurezza della viabilità locale di adduzione, senza incrementare i pedaggi.

Per quanto riguarda, invece, le concessioni autostradali, il nuovo modello prevede inoltre che le future concessioni non supereranno di regola i 15 anni. Per le concessioni in essere, si mantengono le regole esistenti e si prevedono scadenze tassative per la revisione del PEF (piano economico finanziario).

Nei prossimi mesi, dovrà essere valutata la congruità dei maggiori costi per investimenti presentati dai concessionari e a tal fine si sta valutando l’istituzione di un gruppo di lavoro interistituzionale. Tra le grandi arterie interessate dalla riforma non ci saranno le concessioni regionali, come Pedemontana Veneta.

ALTRE NOVITÀ

Oltre alle novità dedicate alle autostrade, il ddl Concorrenza introduce anche sanzioni più dure per taxisti e Ncc abusivi.

Per fronteggiare il grave fenomeno dell’abusivismo nel settore del trasporto pubblico non di linea, quindi di taxi e Ncc, si prevede l’applicazione di sanzioni in caso di mancata iscrizione al registro, che vanno dalla sospensione alla revoca dal ruolo dei conducenti.

Dunque, i comuni potranno accedere al registro verificando la veridicità dei dati e comunicare al Ministero dei Trasporti i dati relativi agli eventuali provvedimenti di revoca o sospensione adottati. Ciò consentirà anche una ricognizione del numero delle licenze e delle autorizzazioni per ciascun Comune. Vengono inoltre razionalizzate e allineate le sanzioni previste in materia di trasporto pubblico non di linea, sia che si tratti di taxi che di noleggio con conducente.

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