
08 Aprile 2022
08 Marzo 2022 22
In questi giorni abbiamo parlato delle prime conseguenze sul settore automotive della guerra in Ucraina. Per questo settore, le conseguenze potrebbero essere addirittura peggiori di quanto sembrava fino ad ora. Infatti, il conflitto potrebbe portare ad un peggioramento di un problema che le case automobilistiche stavano già affrontando da diverso tempo e cioè della crisi dei chip. Non stiamo parlando di eventuali componenti costruite in Ucraina ma delle materie prime che giungono sia da quel Paese e sia dalla Russia che servono per le attività dei fornitori dei semiconduttori.
Per esempio, dall'Ucraina arriva il 70% della fornitura mondiale di neon, un elemento fondamentale che serve per far funzionare i laser dei macchinari che servono per la produzione dei semiconduttori. A complicare ulteriormente le cose c'è il fatto che la produzione di gas neon dell'Ucraina dipende dalla Russia. Infatti, questo elemento è il sotto-prodotto dell'industria siderurgica russa. Quel gas viene poi lavorato in Ucraina che lo esporta in gran parte del mondo.
A quanto pare, i produttori di chip statunitensi si affidano quasi interamente al neon esportato dall'Ucraina. Ma i problemi non riguardano solo il neon ma pure argo, cripto e xeno. Gli effetti a catena della guerra potrebbero, dunque, arrivare a peggiorare la crisi dei chip man mano che le materie prime diventano più difficili da reperire.
Secondo gli analisti, l'impatto non si dovrebbe comunque far sentire a breve termine perché i produttori di chip si stavano preparando per questo problema e hanno accumulato scorte di neon per mesi. Ma se la guerra in Ucraina dovesse durare, si potrebbero presentare diversi problemi.
In aggiunta, la progressiva riduzione della fornitura del gas neon potrebbe portare ad un suo aumento di prezzo. Di conseguenza, potrebbero aumentare ulteriormente i costi della produzione dei chip. Rincari che poi verrebbero riversati sui prezzi finali delle auto.
Purtroppo, non è finita qui. Infatti, la Russia fornisce circa un terzo del palladio mondiale. Si tratta di un elemento molto importante sia per la realizzazione dei semiconduttori e sia per i convertitori catalitici. A rischio anche le forniture di alluminio, nichel e ghisa. Il nichel, in particolare, è molto importante per le batterie delle auto elettriche.
Insomma, appare chiaro che il terribile conflitto avrà delle ripercussioni molto pesanti sull'intero comparto automotive.
Citroen C5 Aircross Plug-in Hybrid alla prova del pendolare: consumi e comfort
Polestar 2: prova su strada, l'elettrica che copia Tesla (e non è un male) | Video
Euro 7 ufficiale: lo stringente standard in vigore per le auto da luglio 2025
Auto elettrica fa rima con casa e indipendenza energetica | Un caffè con Silla
Commenti
Mi sa che è male informato. A marzo 2020 stavano intorno ai $ 2.000 per poi scivolare verso metà 2020 a $500. Quasi ti pagavano per movimentare qualcosa. Poi piano,piano siamo arrivati a toccare verso fine estate 2021 richieste anche oltre i $30.000 per poi asssestarci, per ora, sui $15.000 .
Purtroppo il nostro clima non è adatto: io stesso ci ho provato, ma con scarsi risultati...
Le guerre hanno sempre danneggiato l’economia
i container sono aumentati già dal marzo 2020 con la pandemia e i blocchi dei porti cinesi, non è mica roba nuova
Io mi tengo stresso il mio Pentium
Vorrà dire che aspetteremo l'arrivo dell'impero della cometa. Con quella musica di ingresso ce ne accorgeremo sicuramente in tempo!
Russia..."palla-dio"...
Quei maledetti della Yamato mi hanno distrutto tutta la flotta ... sigh !
quando i prezzi volano escono sempre i "migliori" che truffano il possibile e scappano con il malloppo
Come dicono in molti, ci vorrebbe un'invasione aliena. Che ne pensa Supremo Desslock? :D
L’ho riletta, era sarcastico
Voi non avete idea di cosa sta succedendo. E' il delirio. Dal lato logistica non va meglio. A parte il costo gonfiato a dismisura dei carburanti, i trasporti via terra sono pressoché bloccati, per mare ci mettono una vita e un container da 40 costa almeno $15.000 invece dei $2.000 di 2 anni fa, via aerea sono aumentati del 100% solo questa settimana. In tutto questo ci sguazzano loschi figuri che liberamente evadono Iva e siae. Welcome to the jungle.
rileggi bene la sua frase
Si ma nessuno tiene il coltello dal manico, perché le aziende statunitensi hanno migliaia di brevetti sulla progettazione di chip, Russia e Cina hanno le materie prime.
vabbè... 'sticazzi
L’interdipendenza doveva ridurre le chance di guerre fra nazioni, nessuno si aspettava che il Cremlino andasse fuori di brocca.
Non cambierebbe la situazione: hai bisogno del silicio, del palladio, del neon, tutte materie che devi importare da fuori (forse il silicio no con adeguate fabbriche per lavorare la sabbia). Non è spostando la produzione che risolvi il problema, purtroppo.
C'è in ballo una fab di packaging intel in Italia se non sbaglio, comunque si toccherebbe riportare in Europa un pò di produzione, sopratutto questa ad alta tecnologia
https://uploads.disquscdn.c...
Incominciamo a piantare i semi conduttori anche in Italia..
Situazione industriale mondiale: tutti si stringono le palle a vicenda.
Aziende statunitensi che progettano chip e chiedono di fabbricarle a Taiwan, dove necessitano di materie prime dalla Cina, gas dalla Russia/Ucraina. Salta uno, salta tutto il mondo.