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In Italia servono impianti per riciclare le batterie al litio

Tra otto anni, in Italia, ci saranno circa 9,2 milioni di batterie da smaltire per un costo di circa 11,5 miliardi di euro

In Italia servono impianti per riciclare le batterie al litio
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 21 lug 2024

Sulle strade sono sempre più presenti vetture ibride ed auto elettriche. Tutte queste auto hanno in comune la presenza al loro interno di batterie al litio di capacità differenti. Tale tipologia di accumulatori è presente anche in altri mezzi per la mobilità come le eBike e i monopattini elettrici, giusto per fare un paio di esempi. Insomma, con l'elettrificazione della mobilità, c'è stata una rapida crescita della richiesta di accumulatori. Tuttavia, con l'aumento della presenza delle batterie sul mercato, si pone il problema dello smaltimento.

Secondo Interzero Italia, gruppo europeo di servizi di economia circolare, negli ultimi quattro anni, il volume delle batterie al litio esauste è aumentato di dieci volte, e si prevede che tra otto anni, in Italia, ci saranno circa 9,2 milioni di batterie da smaltire per un costo di circa 11,5 miliardi di euro. Per l'azienda si tratta di una questione tra le più urgenti da affrontare in tempo utile con strumenti e risorse adeguati.

UNA SFIDA COMPLESSA ED ARTICOLATA

Interzero spiega che esistono almeno dieci tipologie di batterie al litio, ciascuna con peculiarità specifiche e costi di trattamento differenti, come quelle per eBike, monopattini, veicoli ibridi ed elettrici, e usi industriali. Questa varietà rende la gestione delle batterie al litio una sfida complessa e articolata.

Stando a quanto raccontato, nel 2023, in Italia sono state immatricolate quasi 1,3 milioni di auto con batterie al litio. Per il 2024, le stime parlano di numeri in ulteriore crescita: 1,7 milioni tra modelli Mild Hybrid, Full Hybrid, Plug-in e 100% elettrici. Non ci si può dimenticare che sulle strade ci sono poi molte ebike, monopattini elettrici e scooter elettrici.

L’IMPORTANZA DEL RICICLO

Secondo l'azienda, il trattamento delle batterie permette di recuperare materiali preziosi come cobalto, nichel, litio, rame e alluminio. Il nuovo regolamento europeo (2023/1542) impone tassi di riciclo incrementali per questi materiali, con obiettivi specifici per il 2027 e il 2031. Un regolamento che rappresenta un passo avanti importante verso una gestione più sostenibile delle risorse.

Per l'Italia ci sono delle sfide ben precise da affrontare. L'azienda spiega che nel nostro Paese esistono solo quattro impianti, situati principalmente al Nord. La maggior parte delle batterie esauste viene quindi trattata all'estero. Questo scenario comporta costi elevati per la logistica e un significativo impatto ambientale. I costi di trattamento sono aumentati da 4.000 euro/ton a 5.000 euro/ton nel 2024, in parte a causa della svalutazione delle materie prime secondarie.

Secondo Mario Bagna, amministratore delegato di Interzero Italia è "essenziale sviluppare infrastrutture adeguate e soluzioni sostenibili per il loro trattamento, sfruttando al massimo il potenziale di recupero dei materiali preziosi contenuti in queste batterie".

L'azienda ricorda, infine, che il trattamento delle batterie al litio comprende diverse fasi: la preselezione e scarica, che serve per disattivare la batteria e ridurre il rischio di incidenti; il disassemblaggio, per separare i componenti; il pre-trattamento e la frantumazione, utile per suddividere i materiali; il trattamento pirometallurgico o idrometallurgico, necessario per separare e recuperare i metalli.

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