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Mercato auto Europa: gennaio positivo grazie a flotte e noleggio a lungo termine

Male l'Italia sull'elettrico

Mercato auto Europa: gennaio positivo grazie a flotte e noleggio a lungo termine
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 21 feb 2024

Per il mercato auto europeo, il mese di gennaio 2024 è partito positivamente. Secondo i dati di ACEA di cui abbiamo parlato ieri, c'è stata una crescita dell'11,5% considerando Unione Europea più Regno Unito e Paesi EFTA. Risultato positivo anche se ancora lontano dai livelli del 2019 (-17,2%).

Secondo il Centro Studi Promotor, questa crescita è da attribuirsi ad una serie di fattori. La domanda, infatti, è "stata sostenuta soprattutto dagli acquisti delle flotte aziendali, delle società di noleggio a lungo termine e dagli acquisti di auto elettriche agevolati da generosi incentivi".

Tuttavia, il rapporto evidenzia una certa "sofferenza" degli acquisti da parte dei privati dovuta agli aumenti dei prezzi degli ultimi anni. Proprio tale motivo spiegherebbe la forte crescita del noleggio a lungo termine, formula nata in origine per le aziende ma che oggi è sempre più utilizzata anche da parte dei privati.

In tutta l’area sono però in sofferenza gli acquisti dei privati che risentono fortemente degli aumenti di prezzi degli ultimi anni. Questa situazione spiega, in parte, la forte crescita del noleggio a lungo termine, che è una formula nata per le flotte aziendali, che si sta però estendendo rapidamente anche ai privati. Il noleggio a lungo termine è infatti una soluzione alternativa all’acquisto molto allettante e comoda che, oltre a semplificare la gestione dell’auto, consente, in questa fase di mercato, di diluire nel tempo i forti aumenti dei prezzi delle auto.

Tornando ai dati del mese di gennaio, il Centro Studi Promotor aggiunge che il risultato positivo è stato spinto anche dal buon andamento dei principali cinque mercati che assorbono circa il 70% delle immatricolazioni. In particolare, bene è andata la Germania che ha visto crescere le immatricolazioni del 19,1%.

ITALIA IN RITARDO SULL’ELETTRICO

A gennaio, nel mercato europeo (Unione Europea più Regno Unito e Paesi EFTA) sono state immatricolate 120.926 auto elettriche con una crescita del 29,3%. La quota di mercato è stata dell'11,9% comunque in calo rispetto al 15,7% dell'intero 2023. Ci sono notevoli differente nel market share delle BEV tra i principali Paesi del Vecchio Continente. In Germania questa quota è del 10,5%, in Francia del 16,4%, nel Regno Unito del 14,7% e in Spagna del 4,9%. L'Italia è particolarmente indietro con uno share di appena il 2,1% rispetto alla media del 4,2% dell'intero 2023.

Il calo della quota si spiega con l'attesa dei nuovi incentivi per le elettriche che permetteranno di poter ottenere fino a 13.750 euro con rottamazione e ISEE sotto i 30 mila euro.

Il Centro Studi Promotor aggiunge che anche i prezzi alti delle elettriche hanno contribuito a questo scarso risultato italiano, in un Paese che ha redditi pro capite inferiori a quelli degli altri grandi Paesi europei. In ogni caso, è anche evidente secondo il rapporto che il sistema di incentivi per l’auto elettrica in Italia è stato finora tutt’altro che generoso e sicuramente inefficace.

Il calo della quota in Italia in gennaio è legato essenzialmente alla mancanza di incentivi. Va detto comunque che per l’Italia, come per la Spagna, che hanno redditi pro capite inferiori a quelli dei maggiori paesi europei, sulle decisioni di acquisto di auto elettriche pesa notevolmente il prezzo elevato di questo tipo di vetture. Questa situazione potrebbe essere in parte superata con un sistema di incentivi generosi ed efficaci. Purtroppo però il sistema di incentivi per l’auto elettrica in Italia è stato finora tutt’altro che generoso e sicuramente inefficace.

E sul tema dell'arrivo dei nuovi incentivi è anche intervenuta UNRAE che invita nuovamente il Governo a fare presto visto che l'attesa ha sostanzialmente paralizzato il mercato delle BEV.

Siamo in trepida attesa della pubblicazione del DPCM con il nuovo schema degli incentivi 2024 e del relativo aggiornamento della Piattaforma Invitalia per rendere operativi gli incentivi stessi. I tempi appaiono però ancora lunghi e l’attesa sta generando una paralisi del mercato, confermata anche dai modesti dati sulle immatricolazioni di vetture BEV e PHEV nel mese, che ostacola il percorso di transizione energetica.

Il nuovo schema accoglie alcune richieste dell’UNRAE ma, come più volte sollecitato per lo sviluppo della mobilità a zero emissioni è fondamentale che il price cap per la fascia 0-20 g/Km venga eliminato, o quantomeno innalzato allineandolo a quello della fascia 21-60 g/Km. Ci auguriamo che tale modifica possa essere contenuta nel DPCM che verrà pubblicato. Per lo stesso motivo, auspichiamo vivamente che in corso d’anno i fondi residui degli incentivi 2023 vengano interamente allocati sulla prima fascia o sulle prime due. Per evitare il ripetersi di uno stop & go e del suo effetto distorsivo sul mercato, è inoltre indispensabile conoscere già oggi quale sia il piano del Governo per il 2025: operatori e consumatori non possono permettersi di scoprire fra un anno se ci saranno o meno gli incentivi.

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