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Indagine sulle auto elettriche cinesi: Great Wall Motor invia la documentazione all'UE

L'azienda cinese offrirà la massima collaborazione nell'indagine

Indagine sulle auto elettriche cinesi: Great Wall Motor invia la documentazione all'UE
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 23 ott 2023

La Commissione Europea ha formalmente dato il via all'inizio di ottobre all'indagine anti-dumping sulle auto elettriche prodotte in Cina. Si tratta di un tema molto "caldo" di cui si è già discusso molto e di cui ci sarà molto da dire ancora nel corso del tempo, mano mano che l'indagine andrà avanti.

L'inchiesta seguirà, come sappiamo,  una procedura rigorosa in linea con le norme dell’UE e dell’OMC e tutte le parti interessate, compresi il Governo cinese e le aziende, potranno presentare i loro commenti, prove e argomentazioni. A quanto pare, Great Wall Motor (GWM) si è già mossa, inviando la sua documentazione alla Commissione Europea. Stando a quanto raccontato da Feng Mu, presidente di GWM, la sua società è stata la prima ad inviare i documenti. Nello specifico, il materiale sarebbe stato consegnato all'UE l'11 ottobre.

Feng Mu ha poi aggiunto che continueranno ad accelerare l'ingresso in nuovi mercati. Dunque, la strategia di crescita rimane inalterata anche a seguito dell'indagine.

L'espansione automobilistica cinese all'estero sarà accidentata, ma il nostro impegno è incrollabile e accelereremo il ritmo di ingresso in nuovi mercati.


Ricordiamo che in alcuni Paesi dell'Unione Europea come in Germania e in Svezia, Great Wall Motor vende auto elettriche con il marchio Ora (pensiamo alla Funky Cat). L'azienda cinese controlla anche il marchio Wey, che si concentra maggiormente sui modelli PHEV.

Non possiamo non menzionare che Great Wall Motor guarda con interesse all'Europa anche come luogo dove poter costruire una sua fabbrica. In passato si erano fatti i nomi di Paesi come Germania, Ungheria e Repubblica Ceca. GWM non è la prima azienda automotive cinese a voler offrire la massima collaborazione con l'Unione Europea sull'indagine anti-dumping. Un paio di settimane fa, BYD aveva espresso la massima disponibilità, sottolineando che la sua priorità, come azienda quotata in borsa, è quella di una gestione trasparente e aperta alla condivisione delle informazioni. Inoltre, non si era detta preoccupata dei risultati dell'indagine.

Ricordiamo, infine, che l'inchiesta potrà durare un massimo di 13 mesi. Se giuridicamente giustificati, eventuali dazi antisovvenzioni provvisori potranno essere imposti già entro 9 mesi dall'avvio dell'indagine.

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