Auto storiche in Italia, ACI: patrimonio da 104 miliardi di euro, bene da tutelare
Le stime del primo rapporto sulle auto storiche in Italia.
Valgono la bellezza di 104 miliardi di euro nel complesso le auto storiche presenti in Italia, che secondo le stime del primo rapporto ACI sono 4,3 milioni, di cui 388mila nella Lista di Salvaguardia dell'Automobile Club d'Italia. Numeri impressionanti che certificano una volta di più il crescente interesse nei confronti di un mondo, quello delle storiche, che probabilmente non era mai stato "sentito" dagli appassionati come negli ultimi anni.
Ed ecco pure la ragione per cui evidentemente l'ACI ha realizzato per la prima volta ha dedicato un dettagliatissimo report a tutte le "vecchiette" d'Italia. In Lista di Salvaguardia ACI nella quale entrano solo le vetture con determinati standard di qualità, di design e con alcune specifiche tecniche ce ne sono 388mila. Per arrivare ai 4,3 milioni a queste vanno sommate i 3,9 milioni di veicoli con più di trent'anni di età che la normativa attuale accredita automaticamente tra le auto storiche.
LE STORICHE FANNO BENE ALL’ECONOMIA
Con un valore medio per veicolo di 24.200 euro, il patrimonio complessivo delle auto storiche in Italia sfiora i 104 miliardi di euro, cioè il 5,4% del PIL del Paese. Il totale è distribuito:
- per il 57% nelle regioni del nord
- per il 27% in quelle del centro
- per il 16% nel sud e nelle isole.
Sarà interessante capire come si muoverà il mercato nei prossimi anni, quando di auto con più di qualche decennio d'età potrebbero esserne salvate e rimesse in strada di altre. L'interesse cresce, i produttori si stanno adeguando lanciando linee dedicate alle classiche (vedi Alfa Romeo) e gli italiani da conquistare non mancano: il 62% non ne possiede neppure una. Di certo c'è, sottolinea l'ACI, che oltre al valore intrinseco delle auto, vero e proprio patrimonio della cultura italiana, le storiche contribuiscono a far muovere l'economia:
Il mercato di questa tipologia di vetture si espande con positive ricadute su tutta la filiera, sul turismo e sull’indotto generato dalla manutenzione, dalle fiere, dalle mostre e dalle manifestazioni a cui partecipano proprietari ed estimatori, tra cui sempre più i giovani, su tutto il territorio italiano. Sono 5,2 i miliardi spesi all’anno per il mantenimento delle auto storiche e quasi 2 i miliardi spesi annualmente per la partecipazione a manifestazioni ed eventi di motorismo storico.
‘NECESSARIA DISTINZIONE TRA STORICHE E ANZIANE’
L'indagine Il motorismo storico in Italia. 1° Rapporto sul mondo delle auto storiche è stata realizzata dalla Fondazione Filippo Caracciolo, il centro studi dell’ACI, e presentata oggi al Senato per suggerire alla politica una regolamentazione nazionale che faccia distinzione tra le auto storiche e quelle semplicemente anziane.
Per la prima volta – ha dichiarato il Presidente ACI Angelo Sticchi Damiani – abbiamo uno studio sul motorismo storico che offre un’analisi approfondita di un fenomeno che coinvolge milioni di italiani, tra proprietari e appassionati. È un mercato non più di nicchia che si sta espandendo con ricadute economiche significative, in termini di valore e indotto, e che appassiona sempre di più anche le giovani generazioni. I dati presentati in questo Rapporto confermano l’urgenza di distinguere, a livello normativo, le auto storiche dalle auto vecchie, che sono insicure, fortemente inquinanti e non presentano alcun valore storico né collezionistico, anche per consentire alle Amministrazioni comunali di capire a quali consentire e a quali, invece, negare l’accesso ai centri storici.
Tutto questo – ha concluso – non solo per tutelare il valore di veicoli unici, testimoni dell’evoluzione dell’ingegno umano, della tecnologia, dello stile e del design ma anche per evitare la crescita di preoccupanti sacche di elusione fiscale. Le auto storiche devono essere tutelate, le auto vecchie, invece, sostituite, e, per il bene dell’intero sistema-mobilità, i loro proprietari devono essere messi in condizione di acquistare auto più sicure, più efficienti e più rispettose dell’ambiente
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