Britishvolt sarà acquistata dall'australiana Recharge
Il processo di acquisizione dovrebbe completarsi in 7 giorni.

Pare che sia stato individuato un acquirente disposto a rilevare Britishvolt, la società che doveva costruire una grande fabbrica per le batterie nel Regno Unito ma che è fallita, come abbiamo avuto modo di vedere di recente. Il fallimento aveva fatto molto discutere nel Regno Unito dato che era visto come un passo indietro per l'intero settore automotive inglese. A distanza di sole tre settimane da quando Britishvolt era entrata in amministrazione controllata, la curatela fallimentare ha individuato in Recharge Industries la società a cui vendere Britishvolt.
L'accordo raggiunto potrebbe rilanciare le ambizioni del Paese che punta a voler creare un'industria delle batterie in grado di poter supportare la produzione di auto elettriche nel Regno Unito. Recharge Industries, nello specifico, è un'azienda australiana che fa parte del fondo newyorkese Scale Facilitation. A quanto pare, questa realtà sta già costruendo una fabbrica per le batterie in Australia che dovrebbe iniziare le attività il prossimo anno. David Collard, CEO di Scale Facilitation e fondatore di Recharge, ha commentato:
Siamo entusiasti di procedere con la nostra offerta per Britishvolt e non vediamo l'ora di iniziare a realizzare i nostri piani per costruire la prima gigafactory del Regno Unito.
Per il momento ancora non si conoscono i dettagli dell'operazione di acquisizione. Sappiamo solamente che il processo di vendita dovrebbe completarsi nei prossimi 7 giorni. Dunque, al momento non sono ancora stati resi noti i termini economici dell'accordo di vendita.
Inoltre, ancora più importante, Recharge Industries non ha ancora voluto fornire una qualche indicazione sul piano di rilancio di Britishvolt. Pare, comunque, che sul piatto siano arrivate in queste settimane diverse offerte di società interessate a rilevare la realtà inglese. Non rimane che attendere ulteriori informazioni per capire quale sarà il futuro della fabbrica delle batterie del Regno Unito che secondo il piano originario, doveva raggiungere una capacità produttiva di 38 GWh annui.