Dal G7 impegni generici per la decarbonizzazione dei trasporti
Nessun impegno preciso è emerso per la spinta alla mobilità elettrica.

Al vertice del G7 che si è tenuto presso il castello di Elmau, in Baviera, si è discusso di molti temi tra cui la Guerra in Ucraina, la crisi energetica, i cambiamenti climatici e molto altro. Si è parlato anche della decarbonizzazione del mondo dei trasporti. Tuttavia, leggendo il comunicato finale, non appaiono particolari novità. Infatti, non sono stati presi impegni specifici su scadenze ed obiettivi come qualcuno auspicava visto che in questo periodo si parla molto della proposta della Commissione Europea dello stop alla vendita delle auto endotermiche dal 2035.
Insomma, dal G7 emerge solo un impegno generico a favorire il processo di decarbonizzazione dei trasporti.
Ci impegniamo per un settore stradale altamente decarbonizzato entro il 2030, anche aumentando in modo significativo le vendite, la quota e l'adozione di veicoli leggeri a emissioni zero in questo decennio, anche nei trasporti pubblici e nelle flotte di veicoli pubblici.
Addirittura, contrariamente alla proposta della Commissione Europea, si menziona l'utilizzo dei carburanti alternativi per i trasporti.
Continueremo a essere attenti alla nostra spinta a lungo termine verso combustibili alternativi per i trasporti.
Sempre in tema della decarbonizzazione del mondo dei trasporti, dal G7 c'è stato pure un breve accenno anche al settore aereo e a quello navale.
Ci impegniamo a sostenere un obiettivo globale compatibile con l’accordo di Parigi sull'azzeramento delle emissioni nette dell'aviazione internazionale entro il 2050 e a rafforzare gli sforzi globali per raggiungere l'azzeramento delle emissioni nette del trasporto marittimo internazionale al più tardi entro il 2050.
NESSUN IMPEGNO SPECIFICO
Insomma, nessun impegno preciso sul tema della mobilità elettrica. A quanto pare, secondo Reuters, sarebbe stato il Giappone a spingere per fare in modo che non fossero presi precisi obiettivi. In particolare, il Giappone avrebbe proposto di rimuovere un riferimento all'obiettivo del 50% di vendite di vetture ad emissioni zero entro il 2030. Al suo posto avrebbe proposto un target più generico che poi è quello che è stato approvato e che troviamo nel comunicato.
Questo comportamento sarebbe da ricercarsi nel fatto che l'industria automobilistica del Paese, ed in particolare Toyota, ha adottato un approccio molto più cauto verso le auto elettriche.