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30 milioni di elettriche sulle strade per il 2030? Lontano dalla realtà per ACEA

Secondo ACEA, l'obiettivo di 30 milioni di elettriche sulle strade per il 2030 è lontano dalla realtà.

30 milioni di elettriche sulle strade per il 2030? Lontano dalla realtà per ACEA
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 10 dic 2020

L'Unione Europea vuole avere sulle strade 30 milioni di auto elettriche entro il 2030 come parte del programma "Sustainable and Smart Mobility Package" che punta a rendere sostenibile il mondo dei trasporti. Un obiettivo ambizioso e certamente non facile da realizzare. Sulla "difficoltà" di poter raggiungere questo traguardo interviene ACEA, l'associazione europea dei costruttori auto, che in maniera molto diretta afferma che tale obiettivo è "ben distante dalla realtà" pur apprezzando la volontà della Commissione Europea di voler promuovere l'utilizzo dei veicoli elettrici.

Una nuova ricerca di ACEA mostra che dei 243 milioni di autovetture sulle strade dell'Unione Europea lo scorso anno, meno di 615 mila erano ad emissioni zero (auto elettriche e a celle a combustibile). Questo significa che nel 2019 solo lo 0,25% dell'intero parco circolante era composto da veicoli ad emissioni zero.

Per raggiungere l'obiettivo della Commissione, avremmo bisogno di vedere un aumento delle auto ad emissioni zero di quasi 50 volte in soli 10 anni.

Nonostante l'evidente crescita di questo mercato, come confermano anche i dati delle immatricolazioni di questo 2020, non ci sarebbero, secondo ACEA, le condizioni per arrivare all'obiettivo dell'Unione Europea. Tra i problemi menzionati quello delle infrastrutture di ricarica. La Commissione stima in maniera prudenziale che saranno necessari 3 milioni di punti di ricarica pubblici entro il 2030. Secondo ACEA, lo scorso anno erano presenti 200.000 punti di ricarica in tutta Europa. Questo significherebbe che la rete dovrebbe crescere di 15 volte nei prossimi 11 anni. Una crescita, dunque, molto distante dalla realtà.


Ecco perché l'associazione torna a chiedere che i legislatori europei spingano i Governi nazionali ad investire nelle infrastrutture di ricarica.

L'esperienza ci ha dimostrato che un approccio volontario a questi obiettivi infrastrutturali non funziona. Mentre alcuni paesi dell'UE sono stati molto attivi, altri hanno fatto poco o niente.

Ma le infrastrutture non bastano perché sono necessari altri strumenti per incentivare la diffusione della mobilità ad emissioni zero. Per esempio, ACEA suggerisce una tariffazione più aggressiva sulle emissioni di CO2 e la conferma dei programmi di rinnovo del parco circolante.

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