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Ecco le auto più rubate in italia: troppa tecnologia "aiuta" i ladri

Dopo 5 anni, i furti di auto in Italia sono tornati a crescere; a gestire queste attività delle vere e proprie organizzazioni che sfruttano le ultime tecnologie per hackerare le auto moderne.

Ecco le auto più rubate in italia: troppa tecnologia "aiuta" i ladri
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 19 feb 2020

La tecnologia aiuta i furti auto. Può sembrare strano ma le auto moderne che assomigliano sempre di più a dei computer sono potenzialmente più semplici da sottrarre al proprietario rispetto al passato. Un'interessante inchiesta del Corriere della Sera prova a fare luce sul mondo dei furti auto in Italia, mettendo in evidenza alcuni dati interessanti ma allo stesso tempo preoccupanti.

FURTI IN CRESCITA


La cattiva notizia è che dopo 5 anni di cali, i furti sono tornati a crescere. Secondo i dati della Polizia di Stato, nel 2018, ogni giorno sono state rubate addirittura 287 vetture. Complessivamente, sono state sottratte ai legittimi proprietari 105.239 auto con una crescita del 5,2%. Altro dato negativo il fatto che è diminuita la percentuale di ritrovamento che nel 2018 si è assestata al 39,5%. A titolo di confronto, nel 2016 era del 44% e nel 2007 addirittura del 53%.

Ovviamente, il tasso di furti auto varia da regione a regione. In testa a questa graduatoria non certo lusinghiera c'è la Campania con 21.577 furti. A seguire Lazio, Puglia, Lombardia e Sicilia. Si corrono molti meno rischi, invece, in Valle D’Aosta, Trentino-Alto Adige, Molise, Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria e Marche.

Ma dove vanno le auto una volta rubate? I ladri le fanno letteralmente sparire nel senso che spesso e volentieri vengono portate subito fuori dall'Italia. Solitamente i veicoli vengono portati in Serbia, Albania, Slovenia, Africa, estremo Oriente e Brasile dove poi vengono rivenduti con documenti falsi o smontati per rivendere i pezzi nel mercato dei ricambi.

LE AUTO PIÙ RUBATE


E se si vuole dare uno sguardo alla classifica delle auto più rubate, la Fiat Panda sembra essere l'oggetto dei desideri. A seguire la Fiat 500, la Fiat Punto e la Lancia Y.  Negli ultimi 2 anni c'è stato, però, un vero e proprio boom dei furti dei SUV (+7%). In tal senso, la top 3 vede il Nissan Qashqai al primo posto, il Land Rover Range Rover al secondo ed il Land Rover Evoque al terzo. Una tendenza che non stupisce e che potrà solamente accentuarsi nei prossimi anni.

I SUV, infatti, piacciono sempre di più e i produttori stanno puntando moltissimo su questi modelli. Non è strano, dunque, che anche i ladri tengano particolarmente d'occhio questa categoria di veicoli. Secondo i dati della Polizia di Stato, nel 2018 i furti di SUV si sono concentrati maggiormente nel Lazio, Puglia e Campania.

L’IDENTIKIT DEL LADRO


Chi pensa al ladro di auto come ad una figura che con il grimaldello prova a forzare la portiera sbaglia di grosso. Il ladro di auto inteso come figura singola oggi non esiste più o quasi. I furti, infatti, sono gestiti da vere e proprie organizzazioni criminali che provengono dall'est dell'Europa, da Paesi come Moldavia, Ucraina, Polonia, Romania e Slovenia. Organizzazioni che si sono "trasformate" seguendo l'evoluzione della tecnologia.

Oggi si deve parlare, infatti, di "cyber ladri" o di "cyber furti". Con le auto sempre più tecnologiche, i malviventi si sono organizzati per sfruttarne le lacune di sicurezza per rubarle. Ladri che assomigliano sempre di più a dei veri e propri hacker.

LA TECNOLOGIA AIUTA I LADRI


Può sembrare un paradosso ma più l'auto è tecnologica e più rischia di agevolare i ladri. Se una volta tentare di aprire un'auto alla vecchia maniera era un'operazione lunga, complessa e spesso rumorosa, adesso un bravo cyber ladro può fare tutto in 30 secondi. Secondo una statistica, infatti, il 25% dei furti di SUV in Italia dotati di chiave elettronica con apertura/chiusura del veicolo a breve distanza richiede davvero una manciata di secondi.

I metodi con cui operano questi ladri tecnologici sono essenzialmente due. Il primo richiede che il ladro possa avere accesso alla porta OBD dell'auto che permette di interfacciarsi con l'intero sistema. Una volta collegato, in pochi istanti è in grado di creare una "chiave vergine" e di partire senza problemi. Il secondo metodo si chiama "attacco relay" e prevede che un malvivente capti il segnale della smart key del proprietario dell'auto. Segnale che puoi viene fatto rimbalzare ad un complice che si trova nelle vicinanze dell'auto che lo userà per ingannare il veicolo, cioè per aprirlo e per partire.

Questo non significa, ovviamente, che le auto moderne siano insicure ma che troppa tecnologia, se non utilizzata correttamente, può avere dei risvolti negativi. La cosa non potrà che peggiorare con le auto connesse che potranno essere "colpite" a distanza sfruttando i bug dei sistemi. Ecco perché le case automobilistiche dovranno lavorare duramente per proteggere le loro auto da veri e propri attacchi hacker.

SI PUÒ FARE QUALCOSA?


Per cautelarsi dai ladri moderni è importate proteggere l'auto. Un antifurto è sicuramente la scelta più azzeccata. I più indicati sono sicuramente quelli dotati di GPS. In questo modo, anche in caso di furto, l'auto sarà prontamente identificata e recuperata. Il problema di queste soluzioni, però, è il loro alto costo non sempre alla portata di tutti.

In alternativa, se il budget è un problema, si può optare per una protezione della chiave che sostanzialmente va a creare una "gabbia di Farady" che fa in modo che i ladri non possano clonarla. Una soluzione che costa circa 100 euro. Poi rimangono sempre valide le raccomandazioni classiche più che altro preventive come mettere l'auto in garage nel caso se ne possieda uno, controllare che portiere e finestrini siano sempre chiusi e non parcheggiare l'auto in zone particolarmente a rischio.

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