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Perché il Telepass su DriveNow è sintomo di un cambio nella mobilità | Editoriale

Il Telepass su DriveNow e alcune riflessioni su come sta cambiando la mobilità anche in Italia

Perché il Telepass su DriveNow è sintomo di un cambio nella mobilità | Editoriale
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 23 gen 2019

DriveNow ha concluso l'accordo con Telepass per rendere più facile pagare il pedaggio sulle vetture in car sharing e a noleggio a marchio BMW e Mini. Se siete tra i clienti, assidui o sporadici, la mitica Chiara Villa vi avrà già avvisato tramite mailing list di questa notizia, non certo tra le più sconvolgenti ma che lascia spazio ad una piccola riflessione. 

Le aziende rispondono ai numeri ed è proprio dai numeri che parte la decisione di aggiungere il Telepass alle vetture della flotta: nel 2018 è infatti cresciuta del 35% la quota relativa ai pacchetti a forfait, quelli che vengono utilizzati in specifici periodi (fiere, eventi come la Fashion Week o il Salone del Mobile e weekend) e consentono di avere la vettura a disposizione per più giorni rispetto ad utilizzarla in sharing per brevi tratte, una formula che si avvicina al noleggio tradizionale permettendo quindi di includere anche il "weekend fuori porta" ai casi di utilizzo del servizio.

PICCOLI SEGNALI DI CAMBIAMENTO

Se da una parte la decisione di inserire il Telepass di serie può essere figlia dell'inclusione di Malpensa (oltre a Linate dove però non è presente un pedaggio a meno di giri particolari) nell'elenco degli aeroporti coperti dal servizio DriveNow, dall'altra si tratta di un piccolo segnale di come le abitudini di utilizzo delle auto si stiano evolvendo

Chiedetelo a chi abita a Milano: nella maggior parte dei casi la buona disponibilità di servizi di trasporto e la scarsità di parcheggio avevano già convinto alcuni milanesi a rinunciare all'auto anche prima del boom dello sharing, oggi esondato addirittura nel kickscooter-sharing senza contare scooter a due o a tre ruote ed elettrici in condivisione. Qualcosa di simile a New York giusto per citare una città nota.

La sharing economy ha dato un'ulteriore spinta in questa direzione, semplificando i parcheggi. Certo è che restano alcuni piccoli problemi da risolvere tra cui la disponibilità dei mezzi in determinate zone della città, questione che richiede notevoli investimenti da parte dei fornitori di servizi ma che tutti stanno più o meno affrontando potenziando la flotta (DriveNow è arrivata a 500 auto). 

Risulta però chiaro come le abitudini nelle città stiano cambiando: se da un lato si tratta di un discorso applicabile – oggi e in Italia-  solo a Milano, Roma e ad altre pochissime principali città, dall'altro non si possono ignorare le analisi e previsioni che parlano di un futuro dove la maggior parte della popolazione vivrà nei grandi agglomerati urbani e temi come il controllo del numero di auto in circolazione, già sentiti in Oriente, potrebbero diventare realtà anche nella nostra penisola. A questo proposito consiglio agli interessati la lettura dell'articolo relativo ad un TEDx a tema "le città del futuro".

PAGA PER SBLOCCARE…

Ormai è qualche anno che se ne parla, il mercato dell'auto cambierà da prodotto a servizio. Ricordo ancora la conferenza Daimler di fine 2018 e il suo focus su Case, il pilastro sotto cui i tedeschi racchiudono la strategia che include non solo lo sharing (Car2Go) ma tutte quelle possibilità che vengono e verranno offerte agli automobilisti. 

Se da una parte queste includeranno persino la visione di film in stile cinema dinamico, come ipotizzato da Audi al CES, dall'altra c'è il filone delle consegne "a domicilio", dove il domicilio perde il suo significato letterale e si trasforma nella posizione della vettura, permettendoci di trovare nel bagagliaio dell'auto i nostri acquisti.

Allo stesso modo le funzionalità della vettura saranno extra da sbloccare previo interesse o necessità: Tesla offre già Autopilot come un optional sbloccabile dopo l'acquisto, Audi seguirà una strada simile con e-Tron e tutto ricorda le app per smartphone dove si scarica la versione gratuita e si possono scegliere di acquistare nuovi filtri per le foto, nuovi pacchetti di funzioni e via dicendo.

Servizi in auto e sharing possono sembrare due mondi diversi, ma in realtà sono legati a doppio filo. Lo dimostra il caso di DriveNow che aggiunge un servizio (il Telepass e la sua comodità) alla sua flotta di auto e lo dimostrano i trend e gli sforzi di moltissime aziende; esempio recente è la collaborazione fra Intel e Warner per l'intrattenimento nel car sharing a guida autonoma o meno.

L'arrivo del Telepass sul servizio di car-sharing DriveNow è quindi un ulteriore piccolo segnale di come la mobilità stia effettivamente cambiando in direzione di quelle previsioni che qualche anno fa ci sembravano lontane nello spazio e nel tempo. Ovvio che oggi rinunciare alla proprietà della vettura (potendo comunque usufruire dei vantaggi di un'auto) è possibile solo per alcuni che vivono (e lavorano) in determinate zone ma il dato più importante è che si tratta di qualcosa di realmente applicabile alla vita quotidiana e non impossibile o relegato solo ad alcune grandi metropoli straniere.

La domanda con cui vi lascio è quindi: per quanti di voi, oggi, sarebbe possibile rinunciare all'auto di proprietà e vivere il quotidiano – senza sacrifici – utilizzando mezzi pubblici e servizi in sharing?

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