Auto elettriche, ACEA denuncia: colonnine limitate e mal distribuite
La carenza di infrastrutture di ricarica nel Vecchio Continente non aiuterà la diffusione delle auto elettriche
In attesa di scoprire quali saranno le decisioni dell'Parlamento Europeo in merito ai futuri limiti di consumi ed emissioni imposti ai costruttori (l'appuntamento è per il 10 luglio), l'ACEA (Associazione Europea dei Costruttori Automobilistici) ha voluto sensibilizzare istituzioni e opinione pubblica su un problema che sta allontanando i potenziali clienti dall'acquisto di un'auto elettrica: la presenza di una rete infrastrutturale di ricarica insufficiente e mal distribuita nel Vecchio Continente.
Secondo l'ACEA, i limiti sulle emissioni di CO2 attualmente al vaglio del Parlamento Europeo (si parla di una riduzione dal 30 al 50% rispetto ad oggi) sono incompatibili con l'attuale rete di ricarica, e questo è un problema: se si prende per buono il fatto che i margini di miglioramento per i motori a scoppio siano limitati, la soluzione più semplice per ridurre le emissioni è rappresentata dalla diffusione in massa di auto elettriche o elettrificate (ibride o ibride plug-in).
Una diffusione che, con gli attuali 100.000 punti di ricarica sparsi in tutta Europa, non è semplicemente possibile: secondo una stima approssimativa della Commissione Europea, entro il 2025 l'Europa avrà bisogno di almeno due milioni di punti di ricarica. Secondo il segretario generale ACEA Erik Jonnaert, si tratta di un obiettivo irraggiungibile "senza un'azione radicale da parte degli stati membri".
Secondo un'altra stima del Commissario europeo per l'azione per il clima e l'energia Cañete, per poter realizzare il target di una riduzione delle emissioni di CO2 del 50% sarebbero necessari 700.000 nuovi punti di ricarica all'anno, vale a dire 8,4 milioni di nuovi punti di ricarica nei prossimi 12 anni, pari all'840% in più rispetto ad oggi.
Le attuali colonnine, oltre ad essere insufficienti per numero, sono anche mal distribuite: secondo una ricerca ACEA, infatti, il 76% dei punti di ricarica oggi presenti nell'Unione Europea è concentrato in soli quattro Paesi (Paesi Bassi, Germania, Francia e Regno Unito), coprendo solamente il 27% della superficie totale dell'UE.
La richiesta dell'ACEA è semplice: qualsiasi provvedimento venga varato, è necessario che i legislatori includano negli obiettivi un "reality check" a medio termine, utile per verificare i progressi ottenuti dai singoli paesi verso una rete infrastrutturale matura e capillare e per adattare i target di conseguenza.
Di recente il Governo Italiano, attraverso una dichiarazione del Ministro dello Sviluppo Economico Luigi di Maio, ha annunciato l'obiettivo ambizioso di portare sulle strade del Bel Paese un milione di auto elettriche entro il 2022. Un risultato raggiungibile tramite due canali: da una parte un massiccio piano incentivi (anche se qui poi sorge il problema delle coperture, si parla di 9 miliardi di euro), dall'altra il sostegno alle politiche di elettrificazione annunciate nel recente piano industriale FCA.