Auto elettriche in Italia: +40% nel 2017, ma restiamo fanalino di coda
Italia tra gli ultimi paesi in Europa per le vendite di auto elettriche, ma crescono le infrastrutture
Nel 2017 il mercato mondiale delle auto elettriche e ibride plug-in ha superato, per la prima volta, la soglia psicologica del milione, arrivando a contare 1,2 milioni di veicoli. La crescita è consistente: +57% rispetto al 2016, spinta soprattutto dalla Cina, che con 602.000 unità e una crescita del 72% si configura come il primo mercato mondiale.
Dietro di lei, a debita distanza, con 200.000 unità (+27%) si posizionano gli USA, mentre per il terzo gradino del podio occorre scendere ai 62.000 veicoli venduti in Norvegia con una crescita del 39%. Interessante la crescita del 155% del Giappone, quarto in assoluto con 56.000 veicoli.
In Italia +40%, ma quota irrisoria
E l'Italia? Secondo quanto riporta una ricerca condotta dall'Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, nel nostro Paese sono state vendute, nel 2017, solo 4.827 auto a zero emissioni, con una quota sul totale delle immatricolazioni dello 0,24%. La quota sale al 2% se riferita al mercato Europeo, dove nel 2017 sono stati immatricolati 287.000 veicoli elettrici e ibridi plug-in (+39%).
Nel Bel Paese solamente 1.964 delle vetture immatricolate sono completamente elettriche (BEV), con un aumento del 40% rispetto al 2016 che comunque fa ben sperare nel futuro. Le restanti 2.863 immatricolazioni sono riferite alle ibride plug-in (PHEV), in crescita solamente del 2,5% rispetto alle elettriche "pure".
Male l’assenza di incentivi, infrastrutture in aumento
Secondo quanto dichiarato dal direttore dell'E&S Vittorio Chiesa, il principale ostacolo alla scelta di una vettura a zero emissioni sta nel prezzo di listino, che comporta un investimento iniziale significativo rispetto ad un modello equivalente.
Ma anche i costi totali, secondo lo studio, sono a sfavore: tutto, naturalmente, dipende dalla zona in cui si vive (a Milano, come abbiamo visto in occasione della presentazione di Nissan LEAF, un'auto elettrica potrebbe essere conveniente a causa dell'esenzione dal pagamento dell'Area C), ma in media, in Italia, i costi totali del veicolo elettrico iniziano ad essere convenienti rispetto a quello tradizionale solamente dopo il settimo anno.
A rendere ancora meno conveniente il tutto ci si mette una politica di incentivi molto debole, che si limita all'esenzione dal pagamento del bollo per i 5 anni successivi all'acquisto e al pagamento, negli anni successivi, del 25% dell'importo di un veicolo corrispondente.
La situazione non migliora per quanto riguarda le infrastrutture: a fine 2017, i punti di ricarica in Italia erano circa 12.000, di cui circa 10.000 privati (il 70-75%) e 2.750 pubblici (20%). Tra le le colonnine di ricarica pubbliche poco meno di 450 sono “high power” (con potenza di ricarica superiore a 22 KW): il resto è composto da colonnine dalla potenza inferiore ai 22KW. Si tratta di una differenza, rispetto a Regno Unito, Francia e Germania, compresa tra un quinto e un decimo.
Occorre però precisare che qualcosa si sta muovendo: al di là degli annunci di Roma e Milano (che installeranno, rispettivamente, 700 e 1.000 nuovi punti di ricarica entro il 2020), nel nostro Paese le installazioni dei punti di ricarica pubblici sono cresciute di 1.000 unità nell’ultimo anno (+57%).
La situazione in Europa
Nel Vecchio Continente, che complessivamente rimane il secondo mercato mondiale per le vetture a zero emissioni, la parte del leone la fa la Norvegia. Seguono Germania (55.000, +117%), Gran Bretagna (47.000, +27%) e Francia (37.000, +26%).
In tutti questi paesi vigono linee di incentivazione all'acquisto e alla gestione delle auto a basso ambientale che in Italia non sono contemplate: in Germania, per esempio, vengono offerti 4.000 euro per l'acquisto di un'elettrica e 3.000 per un'ibrida plug-in, oltre all'esenzione dalla tassa di circolazione per 10 anni.
In Francia gli incentivi arrivano ad un massimo di 6.000 euro, con un incentivo ulteriore (4.000 euro per BEV e 2.500 per PHEV) se si rottama un diesel con più di 11 anni di vita. In UK, si ha diritto ad uno sconto del 35% sul prezzo di acquisto (per un massimo di 4.500 sterline per le elettriche e 2.500 sterline per le ibride).
In Norvegia, poi, dove le elettriche costituiscono il 40% della quota di mercato, oltre agli incentivi (riduzione del 25% dell’Iva al momento dell’acquisto, accesso gratuito o a prezzo agevolato a parcheggi o traghetti) vige il principio del "chi inquina paga": i veicoli più inquinanenti pagano di più la tassa di circolazione, finanziando il programma di incentivi per chi invece sceglie di acquistare vetture a basso impatto ambientale.