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Nissan: l'auto "si guida" con la mente | CES 2018

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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 8 gen 2018

Si tratta di un progetto ambizioso ma le implicazioni e le applicazioni sono degne di nota. E, soprattutto, è un progetto già in corso e non un'ipotesi su un futuro ipotetico. Nissan Brain-to-Vehicle è la tecnologia che collega il cervello umano all'auto, abbracciando due macro-scenari.

Accorciare i tempi di reazione

Il primo riguarda quello della guida manuale e della sicurezza: anche con il miglior conducente, con tempi di reazioni da "pilota", il tempo tra l'attivazione cerebrale e l'applicazione dei comandi rappresenta quello che nel mondo dei computer, specie dei videogiochi, viene definito come "input lag": la latenza tra comando ed esecuzione dello stesso. Il paragone è ovviamente generico e ci sono varie differenze, ma è indubbio che se riuscissimo ad eseguire un comando nell'istante stesso in cui lo pensiamo, tutto sarebbe più rapido e, in cascata, più sicuro se applicato alla guida.

E' proprio questo uno dei primi risultati della sperimentazione di Nissan: non appena il conducente si appresta ad eseguire un comando (sterzo, acceleratore o freno), l'auto fa scattare un modello previsionale, attivando i sistemi di assistenza alla guida così da – impercettibilmente – applicare il comando stesso. Nella pratica, l'anticipo va dagli 0.2 agli 0.5 secondi rispetto alla guida di un conducente non aiutato da questa tecnologia.

Addestrare il pilota automatico

L'altro campo in cui il B2V potrebbe risultare utile è quello della guida autonoma: in un futuro dove il pilota automatico sarà diffuso e applicato da ogni produttore, avere un cervello elettronico in grado di guidare in maniera più simile a quella a cui l'umano è abituato farà la differenza. E la farà soprattutto nel comfort ma anche nelle sensazioni, proprio come quando siamo "indispettiti" dalla guida di un altro umano, magari troppo diversa dalla nostra nell'intensità delle frenate o nel modo in cui si affrontano le curve.

Addestrare l'auto a guidare secondo il nostro stile – e in generale secondo uno stile meno "meccanico" – migliorerà l'esperienza a bordo a vantaggio del comfort durante il viaggio.

Oggi tale sistema costringe ad utilizzare caschetti poco pratici da indossare, utilizzabili sì su auto-laboratorio ma non applicabili alla guida di tutti i giorni. I sensori, però, diventeranno sempre più sosfisticati in futuro, e integrare una tecnologia del genere nei sedili o in un dispositivo indossabile potrebbe trasformare completamente il rapporto con l'auto, consentendo al tempo stesso una raccolta dati ben più ampia che porterebbe il tutto nel settore dei big-data…provate ad immaginarvi quali evoluzioni tecnologiche potrebbero derivare da un parco utenza di centinaia di migliaia di letture in condizioni di guida reale!

https://youtu.be/-4SF0LotGo4

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