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Trump incontra GM, FCA e Ford: "L'ambientalismo è fuori controllo" | Aggiornato

Trump incontra i CEO di GM, Ford e FCA: ecco le prime informazioni sull'incontro che scuote il mondo dell'auto. L'incontro andato in scena oggi tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, appena insediato e gli amministratori delegati di FCA, GM e

Trump incontra GM, FCA e Ford: "L'ambientalismo è fuori controllo" | Aggiornato
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Alessio Frassinetti
Alessio Frassinetti
Pubblicato il 24 gen 2017

Trump incontra i CEO di GM, Ford e FCA: ecco le prime informazioni sull’incontro che scuote il mondo dell’auto.

L’incontro andato in scena oggi tra il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, appena insediato e gli amministratori delegati di FCA, GM e Ford, ha segnato una nuova fase per l’industria americana dell’automobile. Cominciano a trapelare le prime informazioni dai reporter d’Oltreoceano come Reuters che riporta la linea di Trump:

“L’ambientalismo è fuori controllo e dobbiamo tagliare le regolamentazioni (sulle emissioni, ndr)

Tornate a produrre negli USA, voglio vedere nuovi impianti da noi e non in Messico. Sto pensando di introdurre un dazio di importazione del 35% per le auto prodotte al di fuori dei confini americani"

Nel frattempo arrivano altre indiscrezioni che indicano come “congelati" i fondi all’Agenzia di protezione dell’ambiente, la famosa EPA che abbiamo imparato a conoscere in occasione dello scandalo Dieselgate. Questo potrebbe essere il primo passo per capire come Donald Trump intenda rimettere sotto controllo l’ambientalismo.

Il Presidente non ha mai nascosto la sua avversione per le aziende che stanno delocalizzando la produzione in Messico a scapito dei lavoratori americani. In realtà, spiegata così, la questione è troppo semplicistica. Nella pratica le aziende americane stanno spostando la produzione delle auto di piccola taglia oltre i confini americani per approfittare non solo dei costi inferiori del lavoro ma anche dei sussidi governativi che permettono di produrre in loco con costi piuttosto contenuti. Le auto di grossa taglia invece verranno ancora prodotte in USA.

Certamente spingere (o obbligare) le aziende americane a produrre all’interno dei confini americani aiuterà nel breve periodo ad incrementare il lavoro negli USA, ma questo non significa che a guadagnarci siano anche i consumatori. Un prezzo maggiore delle auto in vendita diminuisce il numero di auto vendute, il che porta a diminuire il numero delle auto prodotte e dei lavoratori necessari. A lungo termine il sistema potrebbe andare in corto circuito e non rendere più di tanto ma si sa: in politica “a lungo termine" è un concetto poco gradito.

Aggiornamento

Dal canto loro comunque Mary Barra (GM), Sergio Marchionne (FCA) e Mark Fieds (Ford) si sono mostrati molto soddisfatti dell’incontro. La Barra ha commentato in un comunicato ufficiale così:

“L’incontro è stato molto costruttivo e di ampio respiro. Abbiamo discusso su come possiamo lavorare insieme su politiche che sostengono l’economia e un’industria dell’auto forte e competitiva. Gli Stati Uniti sono il mercato di casa nostra e siamo ansiosi di unirci per rinvigorire la produzione degli Stati Uniti. Tutti vogliamo una vibrante base manifatturiera degli Stati Uniti che sia competitiva a livello globale e che crei posti di lavoro. E’ un bene per i nostri dipendenti, i nostri concessionari, i nostri fornitori ed i nostri clienti"

Marchionne ha aggiunto:

“Apprezzo l’attenzione del Presidente nel rendere gli Stati Uniti un luogo ideale per fare affari. Non vediamo l’ora di lavorare con il presidente Trump e i membri del Congresso per rafforzare l’industria manifatturiera americana. FCA ha effettuato investimenti per più di 9.6 miliardi di dollari nei suoi impianti di produzione negli Stati Uniti e ha creato 25.000 nuovi posti di lavoro fino ad oggi dal 2009"

 

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