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Audi: il cinque cilindri compie 40 anni

Era il 1976 quando Audi montava, per la prima volta, un motore a cinque cilindri sotto il cofano di una delle proprie vetture. Oggi, 40 anni dopo, quel frazionamento tanto inusuale è ancora il cuore pulsante delle più sportive della gamma. Non solo

Audi: il cinque cilindri compie 40 anni
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Simone Facchetti
Simone Facchetti
Pubblicato il 30 ago 2016

Era il 1976 quando Audi montava, per la prima volta, un motore a cinque cilindri sotto il cofano di una delle proprie vetture. Oggi, 40 anni dopo, quel frazionamento tanto inusuale è ancora il cuore pulsante delle più sportive della gamma.

Non solo quattro: quattro anelli e trazione integrale quattro non sono le uniche leggende di Audi a meritarsi un numero iconico. Anche il cinque, nella storia del marchio, ha fatto il suo sporco lavoro: stiamo parlando ovviamente del motore cinque cilindri, uno dei frazionamenti oggi meno utilizzati (anzi, ormai non li usa più nessuno, a parte Audi) ma un tempo fiore all’occhiello di diverse case automobilistiche (mi vengono in mente i 2.7 CDI Mercedes-Benz, i numerosi turbodiesel e benzina di Volvo, il 2.4 JTD di Fiat e tanti altri).

“cinque" is meglio che “quattro"

Nel 1976 Audi presentava il suo primo motore a 5 cilindri sulla Audi 100 di seconda generazione (C2), l’ammiraglia dell’epoca: il particolare frazionamento è stato scelto perché un 6 cilindri in linea sarebbe stato troppo ingombrante e poco equilibrato per la vettura, mentre la particolare architettura del 5 cilindri in linea (2,1 litri da 136 CV) consentì un ottimo bilanciamento del peso e un ingombro inferiore.

Due anni dopo, la volta del diesel, aspirato, 2 litri, da 70 CV fu uno dei primi diesel applicati in larga scala su un’automobile. Nel 1979, ecco la Audi 200 5T, la prima versione turbocompressa del benzina, in grado di regalare una potenza di 170 CV e una corposa coppia di 265 Nm.

La tedesca stradale più potente

Nel 1980, il 5 cilindri subì una decisa evoluzione sotto il cofano della Ur-quattro, grazie a turbocompressore, intercooler e trazione integrale permanente: la potenza di 200 CV fu presto elaborata fino a raggiungere il valore di 306 CV della Sport quattro del 1983, più corta di 24 cm e dotata del motore a 4 valvole per cilindro totalmente in alluminio.

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