Aumenti benzina: rimandati i rincari, aumenti fino al 2021
Boccata d'aria per gli aumenti che tartasseranno gli automobilisti nel nuovo anno. Dopo aver visto i rincari dei pedaggi delle autostrade passiamo agli aumenti benzina, bloccati in questo inizio di 2015 rispetto ai 2/3 centesimi al litro previsti per il

Boccata d’aria per gli aumenti che tartasseranno gli automobilisti nel nuovo anno. Dopo aver visto i rincari dei pedaggi delle autostrade passiamo agli aumenti benzina, bloccati in questo inizio di 2015 rispetto ai 2/3 centesimi al litro previsti per il primo gennaio.
Il gettito previsto dalle accise sui carburanti, 671 milioni di euro, sarà coperto dai proventi del rientro dei capitali dall’estero ma non si tratta di un’abolizione quanto piuttosto di uno slittamento: il decreto prevede infatti la disposizione a partire dal primo gennaio del 2016 ma resta lo spettro di possibili aumenti anche nel 2015.
Resta tragica la situazione italiana: i ben 10 aumenti delle accise sui carburanti degli ultimi 5 anni sono un’eredità onerosa sulle spalle degli automobilisti e secondo Unione Petrolifera l’85% degli aumenti del costo della benzina (e del diesel) dal 2010 ad oggi sono derivati dalle accise, con il rincaro del petrolio che pesa per solo il 15%.
Traducendo in cifre, secondo uno studio una famiglia media spende oggi 257EUR in più (se l’auto è a benzina) e 388EUR in più (per i diesel) rispetto al 2010. Rispetto agli altri Paesi europei, invece, gli italiani pagano in media 25.7 centesimi in più per un litro di benzina: su un pieno di un’auto compatta (35 litri) si spendono quasi 9EUR in più. Di questi 25.7 centesimi, 24.6 sono dovuti alle imposte.
Per il futuro, infine, la situazione non è affatto rosea: fino al 2021 sono previste clausole che, se dovessero scattare, porterebbero ad un aumento dei prezzi di ulteriori 10/12 centesimi di euro al litro, il tutto senza considerare un’IVA che tra il 2016 e il 2018 salirà, dal 22% attuale, al 25.5%.