Subaru, Toyota e Mazda: carburanti alternativi per salvare l'endotermico
Kawasaki, Subaru, Toyota, Mazda e Yamaha puntano sui carburanti alternativi per i motori a combustione interna.

Ci sono diverse case automobilistiche che stanno puntando dritte verso l'elettrificazione della loro gamma di vetture. Ce ne sono altre, invece, che pensano che i motori endotermici debbano essere "salvati", avendo ancora molto da dire in futuro, se abbinati a carburanti maggiormente sostenibili.
Kawasaki, Subaru, Toyota, Mazda e Yamaha hanno annunciato congiuntamente l’impegno a sviluppare combustibili alternativi per i motori a combustione interna. Queste società, per portare avanti questo impegno, perseguiranno tre iniziative: parteciperanno a gare che utilizzino carburanti a emissioni zero, esploreranno l’uso dei motori a idrogeno nelle due ruote e in altri veicoli e continueranno a gareggiare utilizzando motori a idrogeno.
ANCHE MOTORI AD IDROGENO
Per quanto riguarda il primo punto, Mazda ritiene che sia importante offrire ai clienti varie alternative per arrivare all'obiettivo della neutralità carbonica. Per questo, non sta investendo solo nell'elettrificazione ma pure in iniziative nel settore dei combustibili rinnovabili, come il biodiesel di prossima generazione.
Si tratta di una carburante a base 100% biologica ottenuto da olio da cucina usato e grassi di microalghe. Questo biodiesel ha il vantaggio di poter essere utilizzato sulle vetture già in circolazione senza che sia necessario un intervento al funzionamento del motore. Inoltre, può essere distribuito tranquillamente attraverso le normali stazioni di rifornimento già esistenti.
Per Mazda, il biodiesel potrà svolgere un ruolo di primo piano per promuovere la neutralità carbonica. Per dimostrare la bontà di questa soluzione, il costruttore giapponese ha partecipato alla gara della serie Super Taikyu Race che si è svolta sul Circuito Internazionale di Okayama dal 13 al 15 novembre. Il costruttore è sceso in pista con una vettura (Demio) dotata di un motore diesel Skyactiv-D 1.5 convenzionale alimentato con il nuovo biodiesel menzionato in precedenza, chiamato "Susteo" e fornito da Euglena.
Per tutti i 94 giri della gara, il propulsore con il nuovo carburante ha offerto sempre le massime prestazioni. Il tutto, sottolinea Mazda, senza alcuna modifica al motore per adattarsi al nuovo biodiesel. Dal prossimo anno, Mazda parteciperà a tutti gli eventi di questa serie di gare sempre con l'obiettivo di dimostrare la bontà dei nuovi biocarburanti.
Subaru e Toyota, invece, hanno intenzione di far scendere in pista nella stagione 2022 della Super Taikyu Race due nuovi veicoli alimentati da carburante sintetico. Si tratta di vetture basate sulla Subaru BRZ e sulla Toyota GR86. Per quanto riguarda, invece, l'utilizzo dei motori a combustione alimentati ad idrogeno nel mondo delle due ruote, Kawasaki e Yamaha lavoreranno insieme per lo sviluppo di un propulsore specifico. Da tempo, comunque, queste due realtà stanno lavorando su questa tecnologia.
Kawasaki lavora già dal 2010 sulla tecnologia di produzione, trasporto e utilizzo dell'idrogeno. Yamaha, invece, sta già lavorando su motori alimentati ad idrogeno. Si prevede che in futuro a questo progetto parteciperanno anche Honda e Suzuki. E sul terzo punto, cioè sulle competizioni utilizzando motori alimentati ad idrogeno, Toyota sta collaborato dal 2016 con Yamaha, Denso e altre realtà per sviluppare un motore a idrogeno.
Con una vettura dotata di questa unità ha già corso diverse gare. Adesso, il marchio giapponese intende partecipare anche nella Super Taikyu Race a Okayama attraverso un veicolo iscritto da ORC ROOKIE Racing, ovviamente dotato di un propulsore alimentato ad idrogeno.