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Toyota, produzione giù del 40% a settembre: adesso la crisi dei chip fa paura

Saranno oltre 350 mila le vetture mancanti dalla produzione Toyota di settembre 2021

Toyota, produzione giù del 40% a settembre: adesso la crisi dei chip fa paura
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Giuseppe Biondo
Giuseppe Biondo
Pubblicato il 19 ago 2021

In un giovedì che non si è aperto in maniera positiva per i mercati finanziari europei, con un avvio di giornata in pesante rosso per i timori di un nuovo rallentamento dell'economia, le borse devono fare i conti anche con l'annuncio da parte di Toyota di un taglio alla produzione globale di settembre, che sarà inferiore del 40% rispetto a quanto previsto.

Toyota è solo l'ultima tra le case automobilistiche ad aver annunciato una contrazione della produzione rispetto alle previsioni, solo che essendo il produttore più grande al mondo in termini di volumi è anche quella che fa più rumore. Finora la casa giapponese era riuscita ad arginare la crisi dei chip in maniera nettamente migliore rispetto ad altri, "merito" del terremoto del 2011 e del disastro nucleare di Fukushima che avevano costretto i vertici ad una riflessione.

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Da quegli eventi spiacevoli, l'azienda ha imparato l'importanza di avere dei magazzini adeguatamente provvisti di quanto necessario alla produzione, chip compresi. Così, quando la pandemia ha generato la crisi dei semiconduttori e gran parte della concorrenza si era trovata da subito con l'acqua alla gola, Toyota ha proseguito quasi senza batter ciglio.

Ma la crisi non accenna a placarsi, anzi, e complice la risalita dei contagi in Asia finisce dunque per "mordere" anche il primo produttore al mondo, che adesso soffre tanto quanto gli altri un momento storico complesso sotto diversi aspetti. Le azioni di Toyota hanno chiuso gli scambi alla borsa di Tokyo con un rosso del 4,4%, la flessione più importante da dicembre 2018 su base giornaliera.

Il taglio del 40% alla produzione del mese di settembre, che in numeri vale 360 mila veicoli in meno, influisce sull'operatività di 14 stabilimenti del produttore tra quelli in Giappone e quelli all'estero. Alcune avvisaglie si erano avute nei mesi scorsi, quando ad esempio Toyota lamentava la carenza dei componenti e la conseguente impennata dei costi, difficoltà esacerbate dall'incremento dei contagi da Covid-19 che hanno interessato e interessano le economie emergenti, dove l'azienda ha diversi stabilimenti produttivi.

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