Elon Musk ce l'ha col Canada e si sente perseguitato
Un tweet scatena le polemiche.
Per Elon Musk queste sono giornate particolarmente impegnative, e non per il lancio di un razzo SpaceX o di un nuovo modello di Tesla. No, nulla di tutto ciò, e non c'entrano nemmeno le scimmie di Neuralink, per cui l'uomo più ricco del mondo è stato accusato di maltrattamenti su animali durante gli esperimenti scientifici. I problemi più attuali riguardano il rapporto con la SEC americana – Securities and Exchange Commission – ovvero l'ente di vigilanza della Borsa e con… il nazismo. O meglio, con la pubblicazione di tweet contenenti meme la cui interpretazione potrebbe risultare, diciamo così, distorta.
COSA É SUCCESSO CON LA SEC
Partiamo dalla vicenda SEC: tutto nasce (guarda un po') da un tweet che Musk aveva pubblicato ad agosto 2018, in cui rivelava la sua intenzione di ritirare Tesla da Wall Street. Un messaggio di 9 parole che ha scatenato il finimondo in Borsa e non solo e che non è affatto piaciuto alla commissione di vigilanza americana – la SEC, appunto. Che è partita subito al contrattacco, accusando Musk di frode. "Dichiarazioni false e ingannevoli", con riferimenti nel tweet alla "cultura della marijuana" (420 sono i dollari per azione citati da Musk, ma è anche il codice per riferirsi alla sostanza).
E ora, a distanza di tre anni e mezzo, Elon Musk accusa la SEC di persecuzione e di attaccare continuamente il suo diritto ad esprimersi liberamente, secondo quanto previsto dal Primo Emendamento. "Una campagna di molestie", la definisce il numero uno di Tesla. Pensare poi che a fine 2018 era stato raggiunto un accordo tra Musk, Tesla e SEC, in cui i primi due avrebbero versato ciascuno 20 milioni di dollari alla commissione, che poi si sarebbe impegnata a redistribuire quanto raccolto agli azionisti che avevano perso ingenti somme di denaro proprio a causa dei tweet del CEO. Ma a quanto pare questa redistribuzione non sarebbe ancora avvenuta, e i 40 milioni di dollari risulterebbero tuttora nelle casse della SEC.
Un tira e molla che temiamo proseguirà ancora nei prossimi mesi.
I CAMIONISTI NO VAX DEL CANADA E INFELICI RICHIAMI AL PASSATO
Spostiamoci più a nord, in Canada, dove è in corso una durissima protesta dei camionisti no vax contro le regole imposte dal Governo per il contenimento della pandemia all'interno del Paese. Ebbene, è bastato che Musk pubblicasse un tweet sull'argomento per scatenare un (nuovo) putiferio: il CEO ha infatti postato un meme in cui è raffigurato Hitler con la scritta: "Basta confrontarmi con Justin Trudeau, io avevo un budget".
Un chiaro riferimento alle politiche emergenziali adottate dal Primo ministro canadese (per la prima volta nella storia del Canada, in nome della sicurezza nazionale) per arginare le proteste dei camionisti che, in questi ultimi giorni, hanno messo in ginocchio il centro di Ottawa e, di conseguenza, tutto il Paese. L'Anti Defamation League (ONG internazionale) ha definito il tweet – ora rimosso – "inappropriato e offensivo".