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Lamborghini scommette tutto sul carburante sintetico per salvare i motori termici

Il nuovo V8 biturbo della Temerario è pronto a divorare la strada anche con carburanti sintetici. Senza rinunciare a un grammo di emozione.

Lamborghini scommette tutto sul carburante sintetico per salvare i motori termici
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Riccardo Mantica
Riccardo Mantica
Pubblicato il 23 giu 2025

Lamborghini non ha nessuna voglia di mettere a tacere il rombo inconfondibile dei suoi motori. Mentre il resto del mondo dell’auto accelera verso l’elettrico come se fosse una corsa a chi arriva prima al futuro, a Sant’Agata Bolognese si respira ancora aria di benzina e passione. Qui, il cuore batte a otto cilindri e l’emozione non si misura in kilowattora, ma in giri al minuto. La verità è semplice quanto scomoda per molti. Togliere il motore a combustione dalla scena potrebbe spegnere la scintilla che accende il desiderio nei clienti. E Lamborghini questo lo sa bene. È per questo che ha scelto di rimandare, senza fretta né sensi di colpa, l’arrivo della sua prima auto elettrica. E anzi, promette di mantenere in vita i motori termici finché il tempo (e le normative) glielo permetteranno.

Ma attenzione. Ciò non significa fossilizzarsi sul passato. Per Lamborghini, la via di mezzo si chiama carburante sintetico. Il nuovomotore V8 biturbo da 4.0 litri che equipaggia la Temerario, una delle stelle più attese alla Monterey Car Week, è stato progettato per funzionare sia con benzina tradizionale sia con e-fuel, senza sacrificare né prestazioni né efficienza.

Il fascino del motore termico è ancora imbattibile


A raccontarlo è Rouven Mohr, Chief Technical Officer di Lamborghini, in un’intervista rilasciata alla rivista australiana CarExpert. Secondo l’ingegnere tedesco, il carburante sintetico “potrebbe essere il salvatore del motore a combustione”. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche, e soprattutto, da quello emotivo. Mohr è convinto che l’esperienza di guida di un’auto elettrica non riesca ancora a competere con quella di un motore tradizionale: “Se mi chiedi quale sia oggi la soluzione più emozionante, ti rispondo che non vedo ancora un’alternativa elettrica davvero convincente. Ma il suo momento arriverà, ne sono certo. Ci vorrà solo più tempo”.

Anche quando le elettriche ad alte prestazioni saranno apprezzate dagli appassionati, Mohr scommette che le nuove generazioni scopriranno il fascino della vecchia scuola: “Un giorno i ragazzi di domani capiranno che sì, quei vecchi motori a combustione erano davvero fighi”.

E-fuel: la nuova benzina dei sogni?


La strategia di Lamborghini punta a traghettare i suoi motori termici oltre il fatidico 2035, quando l’Unione Europea vieterà la vendita di nuove auto con emissioni nocive. Una scadenza che, però, lascia una porta aperta: quella degli e-fuel, purché siano carbon neutral.
Il problema? I carburanti sintetici oggi sono ancora costosi e poco diffusi. Ma chi può permettersi una Lamborghini probabilmente non si lascerà scoraggiare dal prezzo alla pompa. Inoltre, Lamborghini può contare sull’esperienza di Porsche, cugina all’interno del Gruppo Volkswagen, che dal 2022 produce e-fuel in Cile in collaborazione con il partner locale HIF (Highly Innovative Fuels). Il carburante nasce da un mix di acqua e anidride carbonica, alimentato da energia eolica, e viene definito “prodotto da idrogeno ricavato esclusivamente da fonti rinnovabili”.
Obiettivo? Ridurre l’impatto ambientale dei motori termici, portandoli il più vicino possibile alla neutralità carbonica. Porsche, dal canto suo, ha già dichiarato che l’ultima auto a combustione che produrrà sarà la mitica 911. Una versione completamente elettrica? Non prima della prossima decade. Intanto, l’ibrido è già arrivato.

Anche altri brand di lusso del Gruppo VW, come Bentley e Bugatti, stanno investendo negli e-fuel. E fuori dal gruppo, anche Ferrari osserva con interesse questa tecnologia. Nel frattempo, nel settore generalista, Toyota, Mazda e Subaru stanno lavorando insieme per salvare i motori termici. Toyota, in particolare, si è spinta oltre, sperimentando anche motori alimentati a idrogeno.
La verità è che rendere i carburanti sintetici una realtà accessibile e diffusa sarà una sfida lunga e complessa. La produzione su larga scala e la distribuzione globale richiederanno anni e uno sforzo congiunto da parte dell’intera industria. Con gran parte delle risorse ormai dirottate verso l’elettrico, è lecito chiedersi se resteranno abbastanza fondi (e volontà) per portare avanti anche questa battaglia.

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