Laser contro i droni: la tecnologia in test sulle navi della Marina USA
La US Navy lancia un laser contro un drone in un test: esperimento riuscito.
Un laser per difendersi dagli attacchi dei droni. E' questa la soluzione implementata dalla US Navy e testata per la prima volta in mezzo al Pacifico, a dimostrazione di come gli scenari di guerra possano cambiare a seconda delle tecnologie impiegate.
Che sia una risposta al laser sparato a febbraio dalla marina cinese contro un caccia americano non è dato sapere. Ciò che si sa, però, è la potenza distruttiva del raggio partito dalla USS Portland: il Laser Weapon System Demonstrator a stato solido (LWSD) testato per la prima volta in assoluto dagli USA è capace di mettere fuori uso droni o velivoli di piccole dimensioni considerati come pericolo per la sicurezza delle navi che, a detta della Marina americana, "stanno subendo un numero sempre maggiore di minacce nella conduzione delle loro missioni, inclusi droni, piccole imbarcazioni armate e sistemi di intelligence, di sorveglianza e di ricognizione".
Dal punto di vista pratico, la tecnologia laser offre diversi benefici: il raggio da circa 150 kilowatt (il dato è frutto di studi, ma non è mai stato confermato dalla US Navy), infatti, viene "semplicemente" puntato verso l'oggetto da abbattere senza doversi preoccupare della distanza, del vento o di altri parametri da tenere altrimenti in considerazione. In pratica, basta puntare e sparare.
Il laser testato sulla USS Portland è stato sviluppato dall'Ufficio di Ricerca Navale statunitense, i risultati saranno analizzati per verificarne il funzionamento ed eventualmente per estenderne l'applicazione ad altre navi della Marina. I droni sono avvertiti.