Askoll e.sco: trasformare un monopattino in un mezzo di trasporto | Video
Askoll e.sco è il nuovo monopattino elettrico a tre ruote pensato per lo sharing, robusto e con doppio freno a disco. Ecco la nostra prova in pista

La moda del monopattino elettrico è esplosa in un periodo particolare, in cui la mobilità condivisa, declinata in car-sharing, bike-sharing e altri termini inglesi che fanno rima con sharing, aveva già gettato le basi per un cambio di paradigma.
Trasformando la mobilità in servizio, specie nel mondo delle auto, si va a minare una delle tradizioni recenti più radicate nell'italico popolo, quella del mezzo di proprietà. Nata nel dopoguerra, con la democratizzazione dell'utilitaria, raccogliendo l'eredità di quella catena di montaggio di fordiana memoria, l'auto per tutti è stata una svolta.
È facile capire perché siamo storicamente affezionati alla nostra auto, al punto da vederne oggi le conseguenze nell'età media del parco veicoli circolante: l'auto ci garantiva libertà di movimento e indipendenza, in cambio l'abbiamo amata.
IL MONOPATTINO NON È UN GIOCATTOLO
Ci sono diversi motivi per i quali la società sta cambiando paradigma, anche in Italia. Se nel dopoguerra era l'auto il mezzo per metterci in contatto con amici, parenti, lavoro e via dicendo; oggi i giovani trovano nello smartphone uno strumento che – con le dovute differenze – permette loro di fare le stesse cose. Inoltre è cambiato lo scenario e la tendenza è quella di vivere sempre di più in grandi agglomerati urbani.
Il mezzo di trasporto si trasforma, in questi contesti, in un servizio da usare solo all'occorrenza e l'abbondanza di veicoli in sharing ha permesso a molti di rinunciare all'auto. Mezzi comodi e pratici come un monopattino elettrico, su piccole distanze urbane, hanno vantaggi enormi, primo fra tutti l'assenza dello stress da parcheggio.
Così è nato un filone di monopattini in sharing dove i prodotti hanno rincorso le normative e viceversa: il codice della strada è cambiato, sono partite le prime sperimentazioni, le grandi città hanno scommesso sulle due ruote elettrificate per ridurre il traffico e, purtroppo, è arrivata anche la prima tragedia.
Oggi i servizi di monopattini elettrici in sharing sono tantissimi e in diverse città ma ci si interroga su un ulteriore passo in avanti legislativo a vantaggio della sicurezza. E mentre lo si fa, si iniziano ad ipotizzare regole anche sulla dotazione tecnica del monopattino stesso.
Trasformare il monopattino elettrico da "giocattolo" a vero mezzo di trasporto, è questo l'obiettivo di Askoll con e.sco, nome curioso: in Italia suona come un verbo coniugato alla prima persona singolare, ha quel punto in mezzo che lo fa odiare a chi lavora online e sta per e-scooter.
Proprio perché i monopattini elettrici sono qui per restare e diventeranno un mezzo sempre più diffuso per muoversi nelle ormai affollatissime grandi città, l'azienda dell'eclettico Marioni ha deciso di creare ad hoc uno strumento da offrire agli operatori dei servizi di mobilità condivisa.
Piuttosto che utilizzare uno dei tanti monopattini per privati disponibili in commercio e adattarlo allo sharing, pratica che richiede una robustezza maggiore e diversi accorgimenti, Askoll ha creato un modello pensato già in origine per essere condiviso e per essere un mezzo di trasporto.
e.sco
Nasce quindi Askoll e.sco, monopattino elettrico a tre ruote che ruba al mondo "automotive" diverse caratteristiche. Il piantone dello sterzo è quello degli scooter elettrici del produttore: robusto e nettamente sovradimensionato. Il telaio è in alluminio, nasconde tutti i cavi, ha un vano ad accesso semplificato (gli operatori devono cambiare le batterie ai mezzi condivisi) e la sicurezza è in primo piano.
Per comfort e sicurezza arriva poi la doppia ammortizzazione che permette di affrontare meglio la città: già il prototipo con ruote piene si comportava in maniera più morbida rispetto a molti mezzi condivisi. Quello con pneumatici tradizionali, poi, assicura un viaggio più che dignitoso per la schiena, anche guidandolo per più chilometri.
Al posteriore è presente un brevetto Askoll con snodo basculante per le due ruote, così da facilitare le curve ai principianti, ridurre i tempi di adattamento per chi non guidato un mezzo simile e rendere tutto più pratico.
La frenata è potente grazie al doppio disco posteriore che aiuta anche la sicurezza con la sua ridondanza e un sistema combinato rubato direttamente dalle moto. La ripartizione è automaticaca fra anteriore (40%) e posteriore (60%). Il vantaggio è, ancora una volta, quello della stabilità e della sicurezza.
Ottime anche le prestazioni del motore che scatta da 0 a 25 km/h in men che non si dica ed ha una coppia tale da non farsi condizionare dal peso del conducente. Va detto che i prototipi provati utilizzavano diverse mappature di test che potrebbero poi non corrispondere a quella finale, per questo bisognerà quindi aspettare il debutto in sharing e un ipotetico (ma probabile) modello destinato alla vendita ai privati.
Per quest'ultimo, andrà prima rivisto il piantone delle sterzo per mantenere robustezza e maneggevolezza integrando uno snodo in grado di rendere e.sco ripiegabile e trasportabile nel bagagliaio dell'auto ad esempio.
Perché tutto questo entusiasmo per un monopattino in sharing? Innanzitutto perché è la dimostrazione che c'è un'Italia che crea e il risultato finale è al passo con i tempi, innovativo e in grado di risolvere diverse criticità degli attuali monopattini elettrici condivisi.
e.sco è poi un importante passo in avanti per rendere i monopattini dei veri messi di trasporto, risolvendo (o attenuando) le attuali criticità in tema di sicurezza e potendo giocare una carta in più per cercare di snellire il traffico delle grandi città, limitare il numero di auto in circolazione a vantaggio di grandi aree urbane più a misura d'uomo… si spera!
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