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Mazda MX-5: la passione aggrappata al burrone di elettrificazione e tecnologia

Prova su strada e recensione di Mazda MX-5 Sport 2020 nell'anno dei 100 anni di Mazda. La roadster è più tecnologica ma sempre fedele al piacere di guida.

Mazda MX-5: la passione aggrappata al burrone di elettrificazione e tecnologia
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Luigi Melita
Luigi Melita
Pubblicato il 14 nov 2020

Il web è diventato il Bar Sport: affermazione innegabile in tempo di pandemia ma in realtà vera già da diverso tempo. Gli esempi li troviamo nei forum, che ancora resistono stoici; nei gruppi di Facebook, dove tanto pressappochismo convive e si mischia ad esempi di raffinate conoscenze tecniche. Persino nei gruppi di WhatsApp o Telegram, dove la conversazione si fa colorata di emoji e telegrafica eppure non mancano i vocali accorati per scambiarsi opinioni tra appassionati di auto.

BAR SPORT: EV E TECNOLOGIA UCCIDONO LA PASSIONE

Proprio in questo Bar Sport, tra reale e virtuale, echeggiano spesso i commenti di chi guarda con delusione all’inevitabile svolta che sta abbracciando il mondo di auto e trasporti, qualcosa che non ha ancora iniziato a manifestare le sue vere conseguenze. Elettrificazione, ADAS e guida (oggi semi-) autonoma sono le chiavi di un futuro ormai tracciato e proprio queste innovazioni sono tacciate da molti come quelle che uccideranno la passione. 

Il timore che tutti noi appassionati di auto proviamo è probabilmente infondato. L’auto evolverà in chiave elettrica e tecnologica, ma non ha ancora iniziato ad esprimere il suo vero potenziale in chiave elettrico-sportiva. Non sarà come ieri, tra odori e rumori, ma ciò significa solo che ci sarà un modo diverso di vivere una passione, non che questa sparirà del tutto: resterà persino con l’elettrico. Oggi si guarda ad auto che devono fare di praticità e quotidianità le carte vincenti per convincere il mondo della validità della tecnologia a batterie; domani nasceranno le nicchie elettriche che risponderanno al requisito del piacere di guida… pur con un sound artificiale che già da anni si è insinuato nel mondo delle auto a benzina.

In attesa di scoprire cosa ci riserverà il futuro, il presente è tutt’altro che a pile. Questo processo non sarà affatto immediato ma seguirà e accompagnerà il cambio generazionale (e quindi di gusti). C’è però un’auto che accontenta diverse generazioni: si chiama Mazda MX-5. 

MX-5: ALTA FEDELTÀ

Fedele ad un passato tradizionalista ma allo stesso tempo aperta alle giuste innovazioni, MX-5 lancia la corda dall’altro lato del fiume per costruire quel ponte verso il futuro: da un lato accetta alcuni ADAS, dall’altro integra la tecnologia a modo suo, restando fedele ai valori di un marchio che non si è mai fatto problemi a fare il bastian contrario. Esempio recente? Insistendo sugli HCCI quando gli altri avevano abbandonato da anni lo sviluppo. Così è nato Skyactiv-X

L’ennesima riprova di un’auto che, sotto sotto, non è cambiata affatto da questa recensione, è l’occasione sia per vedere alcune novità, sia per festeggiare un anniversario importante per i giapponesi.

Nel 2019, infatti, si celebrava il 30esimo anniversario della roadster nata con la NA del 1989 e a bordo di una 30th Anniversary dallo spettacolare colore Racing Orange vi raccontavo la storia di quattro generazioni. Il 2020 marca un altro traguardo importante, i 100 anni di Mazda.  MX-5 torna quindi protagonista con la 100th Anniversary, allestimento dedicato anche al resto della gamma, e si potrà avere con motore 1.5 da 132 CV o con il 2.0 da 184 CV. Ecco perchè la scelta deve andare sul 2 litri, oggi più di ieri. 

PASSIONE E SACRIFICI

Sarà il tempo che passa, sarà che l’elettrificazione ha accelerato tanto rispetto ai tempi in cui giravo questo video. Era il 2017, e Nicola mi scriveva qualcosa del genere: sai la MX-5 che dovevo recensire? Ecco, sono andato a fare una prova in concessionario e non ci sto fisicamente,  sono troppo alto. Riesci a farla tu? 

https://youtu.be/4n0ZpwfaVWs

Sarà quel che sarà, ma oggi la penso in maniera leggermente diversa da ieri e ritengo che, dovendo e potendo scegliere, vale la pena fare qualche sacrificio in più e prendersi direttamente la Sport.

Non solo per la maggior dotazione di accessori ma perché, oggi, auto come la MX-5 diventano quelle da prendere e tenere per divertirsi, per portarle anche in pista, per modificarle, per farle diventare sì un oggetto di culto, ma di quelli usabili tutti i giorni. E in previsione di un’elettrificazione nei prossimi decenni, per avere qualcosa che probabilmente sparirà in un’Europa intenzionata ad accelerare con i limiti sulle emissioni.

Se di base l’auto non è cambiata nel corso di questi tre anni, la tecnologia e il motore hanno visto importanti modifiche. La MX-5 Sport di oggi è più potente di quella di ieri, già dal 30esimo anniversario è salita a 184 CV e la differenza si sente, specie su un’auto così leggera. Se il millecinque è rimasto più o meno lo stesso, il duemila ha fatto un salto in avanti importante che va premiato.

L’invasione tecnologica c’è stata, ma non particolarmente aggressiva. Esordivo dicendo che l’iniezione “tech" non compromette lo spirito di quest’auto ed effettivamente è così: arrivano Android Auto e Apple CarPlay, sicuramente fa piacere, e gli ADAS sono quelli per la sicurezza, non per l’automatismo

Significa avere il monitoraggio del traffico in retromarcia per evitare di danneggiare le linee di quel popò di posteriore, significa poter contare sulla frenata automatica d’emergenza in città (riconosce i pedoni), significa avere il riconoscimento dei segnali e quello della stanchezza del conducente, tutto condito dai fari a matrice di LED che permettono di vedere meglio in ogni condizione. Per la corsia c’è il monitoraggio ma non lo sterzo che ci mantiene dentro le linee, così come c’è il cruise control ma anche in questo caso non è attivo.

Il resto è rappresentato da quelle comodità ormai date per scontate su un’auto moderna (keyless, retrocamera, sensori parcheggio, luce e pioggia) unite a qualcosa che scontato non è: sospensioni Bilstein sportive, barra anteriore a duomi e differenziale meccanico posteriore.

I sedili Recaro riscaldabili sono poi perfetti per invogliarci a guidare a cielo aperto anche quando inizia a fare più freddo, ma erano già presenti sulla versione precedente. Quest’ultima 2020, però, migliora alcuni dettagli come la regolazione a due vie per il volante, in altezza e in profondità.

I sacrifici da accettare sono quelli dell’abitabilità: Mazda ha provato a metterci una pezza e alcuni sforzi sono apprezzabili. Dietro alle sedute, centrale, c’è un vano con chiave per tutti quegli oggetti che altrimenti ballerebbero nell’abitacolo.

Il bagagliaio è poi studiato bene nelle forme perché scava verso il fondo quel tanto che basta per ospitare un trolley con misure da bagaglio a mano e una valigià più grande. 

A CHE PREZZO

Non serve aggiungere altro, eccezion fatta per la vernice Soul Red (250€), e si arriva a 36.350 euro. Qui la nota dolente, perché la Sport di tre anni fa aveva sì 24 CV in meno, aveva sì una dotazione più scarsa in termini di sicurezza e tecnologia, ma costava 5.000 euro in meno. Tanti degli optional sono gli stessi della versione d’ingresso e anch’essa è cresciuta di prezzo: 33.500€ e si può avere solo nel colore Polymetal Grey con i cerchi da 16". Ma a questo punto ha senso fare lo sforzo e prendere il due litri, consci che anche i costi di mantenimento aumenteranno.

CONFIGURATORE ONLINE MAZDA MX-5 

Per alcuni può essere l’unica auto, single o coppia, accettando i sacrifici nei viaggi dove l’assetto rigido alla lunga si fa sentire e dove la capote aumenta esponenzialmente la rumorosità nell’abitacolo in autostrada. Per altri deve essere necessariamente una (costosa) seconda auto per divertirsi. Guardando al mercato di seconda mano, i prezzi di una MX-5 ND usata vanno dai 17.000 ai 24.000 euro circa a seconda di versione, motore e allestimento.

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