Mazda MX-5: recensione e prova su strada
La prova su strada e recensione di Mazda MX-5

L'ultima versione di Mazda MX-5 cambia molto rispetto al passato, abbracciando il nuovo linguaggio stilistico Kodo che ne definisce le linee. Non cambia però l'approccio alla vettura, la filosofia "Jinba Ittai". Si tratta di un termine giapponese che descrive la coordinazione tra il cavaliere e la sua montatura nello Yabusame, l'arte del tiro con l'arco a cavallo.
Considerando che il cavaliere necessita di due mani per impugnare e lanciare (quindi non può tenere le redini), è il corpo che comunica con la montatura. La stessa filosofia sta dietro alla progettazione di Mazda e parte da un assunto: le auto sono qualcosa che utilizziamo per andare oltre alle nostre abilità fisiche. L'auto dovrebbe essere percepita come un'estensione del corpo perché solo quando il cavaliere entra in sintonia con il cavallo si raggiunge il massimo delle prestazioni.
Tecnologia al servizio del piacere di guida
Vale la pena parlare di come Mazda ci è arrivata, usando la tecnologia: lo sviluppo è stato coadiuvato da sensori sui tester per capire fino in fondo questo rapporto, sia dal lato umano che da quello puramente numerico. Questo significa che per la leva del cambio si è registrato quali muscoli vengono utilizzati e quanto per determinare la posizione ideale. Takao Kijima, in una dichiarazione, ha parlato di sensazioni chiaramente percepibili in qualsiasi situazione, anche quando si usa l'auto per una commissione banale o per fare la spesa…e fidatevi: non si tratta di solo marketing.
La tecnologia è stata quindi utilizzata in fase di progettazione per servire il piacere di guida, traducendo, a conti fatti, i numeri in sensazioni. E con questa MX-5, Mazda ci è riuscita.
Come va?
Baricentro basso, telaio rigido ma leggero, motore che può sprigionare la sua potenza senza soffrire il peso e uno sterzo diretto: Mazda MX-5 si guida che è un piacere. Le dimensioni compatte la fanno sparire nel traffico in tangenziale: siete li un po' intimoriti da tutti quei suv e camion ma poi vi ricordate che state guidando con il sorriso godendo ad ogni cambiata, anche quelle solitamente stressanti da prima a seconda negli ingorghi.
Fuori città o lontani dal traffico aumenta il godimento. MX-5 aggredisce le curve facendovi sentire tutto della guida: l'assetto è rigido ma non da spaccare la schiena e ha il vantaggio di far percepire esattamente cosa stanno facendo le ruote o cosa combina il differenziale. Il bilanciamento è tale che anche esagerando apposta una partenza in prima a ruote storte, l'auto perde si leggermente il posteriore ma poi si ricompone immediatamente. Non è la roadster a trazione posteriore per il drift su asciutto visto che serve impegnarsi tanto o sfruttare un asfalto bagnato, pena reazioni più nervosette che fluide.
I 160 cavalli e i rapporti del cambio sono ideali qui sulla MX-5 che trova il suo habitat nel misto guidato. Il volante reagisce immediato e preciso, l'auto cambia di direzione in un istante senza scomporsi. In più non consuma neanche tanto. Nel ciclo combinato ci ho fatto tra i 15 e i 18 al litro a seconda di quanto è predominante la parte cittadina o quella utostradale. Va segnalato che, però, farsi prendere la mano è facile e in quel caso si potrà scendere fino a 13 chilometri con un litro.
Impressionante la tenuta, in grado di perdonare anche gli errori da troppo entusiasmo. Per chi ha più sensibilità, invece, è possibile giocare con i trasferimenti di carico e scegliere come guidare a seconda del vostro umore, privilegiando una traiettoria più pulita o una più "sporca" confidando comunque sulla sincera reazione del telaio e sul fatto che l'auto resta incollata alla strada.
Il diavolo è nei dettagli
Il bagagliaio è più piccolo di prima, però ci sta la spesa per il single o la coppia…e fidatevi che nel parcheggio del supermercato vi invidieranno tutti. Fantastici i sedili super avvolgenti, quelli da sportiva: l'accesso con il tetto chiuso richiede qualche sacrificio ma una volta dentro sarete un tutt'uno con telaio e strada. Inoltre, dopo tre trasferte autostradali in tre giorni di fila per più di 600 chilometri, mi sono sorpreso nel constatare che anche in autostrada è più comoda di quanto non si possa pensare.
L'unico difetto è che il sedile non si regola in altezza ma potete scaricare l'affaticamento delle gambe alzando la parte anteriore della seduta. Il vantaggio è che la posizione di guida è quasi perfetta e la mia statura, 1.76, non mi ha fatto sentire la necessità di regolare il volante in profondità. Tutto è a portata e al posto giusto.
Il cambio è preciso come la lama di un ninja, diretto, rigido negli innesti ma mai duro. Spesso al bar si fanno discorsi sul piacere di guida del cambio manuale, discorsi sul nulla se non avete provato questa MX-5. Spiegatemi il senso di scegliere il manuale su una utilitaria? Magari uno con giochi tra gli innesti e un feeling nullo…a quel punto non conviene eliminare lo stress e passare ad un'automatico? E' invece con auto come queste che tutti quei discorsi da bar sul manuale assumono veramente senso.
In tema di dettagli c'è poi il tachimetro analogico, con delle lancette talmente precise che danno soddisfazione a guardarle funzionare. Il poco spazio nell'abitacolo è in realtà compensato da alcuni vani "nascosti". Dietro ai portabicchieri si trova quello più grande, profondo a sufficienza anche per un tablet o un ultrabook. Reclinando i sedili, invece, si accede a ulteriori due vani dove nascondere e riporre piccoli oggetti.
Infotainment e tecnologia
L'infotainment è di quelli semplici ma piacevoli: ho apprezzato tantissimo la scelta di un'interfaccia che privilegia la fluidità. Peccato che il navigatore ci mette tanto a trovare i satelliti e mi ha dato più di una noia, costringendomi ad usare Google Maps nei primi 5/20 minuti necessari ad acclimatarsi. Non accade sempre, lo noterete se cambiate spesso zona viaggiando su lunghe distanze: la colpa è di un sensore vecchiotto unito all'assenza di connessione per scaricare al volo i dati sulle effemeridi.
Lasciate perdere il touchscreen: c'è e funziona bene ma la posizione di guida sportiva rende scomodo allungarsi verso il display: così c'è una ottima dial centrale che però è troppo arretrata visto che Mazda ha privilegiato il posizionamento perfetto per il cambio. Controllarla richiede di spingere il gomito indietro, toccando i portabicchieri: farli ripiegabili avrebbe risolto il problema permettendo di gestire l'infotainment con il braccio in posizione comoda e appoggiata sul tunnel centrale.
Manca Android Auto e Apple CarPlay ma vi dirò la verità, se non fosse per le scarse prestazioni nel tempo di fix dei satelliti del GPS non sarebbe un problema. Su MX-5 non sentirete la mancanza di tecnologia e assistenza alla guida perché la roadster di Mazda è una di quelle auto che trasforma anche il tratto casa-lavoro in un piacere.
Soffermandosi poi ad osservare meglio i sedili, vediamo il logo Bose e i fori che nascondono le casse, in grado di facilitare l'utilizzo del vivavoce anche a capote aperta con una chiarezza ottima sia in ricezione che in uscita.
Cosa serve quindi per portarsi a casa questa piccola, grande roadster? Almeno 25.000€, cifra che sale a 30.000€ per la Sport con motore da 2 litri e differenziale e va obbligatoriamente completata con la vernice Soul Red. Il totale è di 31.200€, prezzo che include i cerchi da 17, sedili Recaro in Alcantara riscaldabili, full LED con abbaglianti automatici, sensori di parcheggio, monitoraggio corsia (passivo, senza correzione di sterzo), clima automatico, cruise control e limitatore, sensori luci e pioggia, monitoraggio angoli ciechi, keyless e infotainment con audio Bose.
https://youtu.be/4n0ZpwfaVWs