Alfa Romeo Giulietta 1.4 TCT: la nostra recensione
Siamo sicuri che se andaste in una concessionaria Alfa Romeo per provare la Giulietta con il cambio TCT, 99 su 100 di voi non riuscirebbero più a pensare al cambio manuale. Quella che sembra una forzatura è in realtà il miglior modo per spiegarvi quanto
Siamo sicuri che se andaste in una concessionaria Alfa Romeo per provare la Giulietta con il cambio TCT, 99 su 100 di voi non riuscirebbero più a pensare al cambio manuale. Quella che sembra una forzatura è in realtà il miglior modo per spiegarvi quanto valido sia il cambio robotizzato di casa Alfa Romeo, che lascia buone sensazioni specialmente se abbinato all’essenza DNA che abbiamo imparato a conoscere nel corso del tempo.
170 cavalli, 1.4 turbo benzina, la Giulietta che abbiamo avuto l’opportunità di provare è una piccola bomba dipinta di bianco, che sfrutta alcune novità come il cambio TCT a secco, che tradotto significa possibilità di sfruttare lo start and stop proprio come i cambi manuali. In fase di arresto, basta tenere schiacciato il pedale del freno e la macchina si spegne. Una volta rilasciato il freno, Giulietta si riaccende ed è pronta in Drive.
Doppia frizione, deve essere lui il punto di partenza di questa recensione perché rappresenta il valore aggiunto di una macchina che con il cambio manuale aveva già dato buone sensazioni, ma che con il TCT spicca il volo verso un’esperienza di guida inattesa. Come anticipavamo poco sopra, molto dell’essenza Alfa Romeo passa dal selettore DNA, che ci consente di modificare la vettura dalla modalità All Weather fino a quella Dynamic, passando per la Normal da usare nella quotidianità.
Era un sistema già conosciuto su Mito e su Giulietta con cambio manuale, ma va sottolineata l’aggressività della modalità Dynamic combinata al TCT. In che modo? I passaggi di rapporto, complice la doppia frizione, sono molto più netti, e viene premiata l’accelerazione con una spinta molto più tangibile rispetto a quella già comunque interessante della modalità Normal. Cercando di essere concisi, quindi, la modalità Dynamic rende più vivo il cambio TCT, che risulta più diretto nei cambi di marcia e che lascia più spazio all’esperienza di guida limitando gli interventi dell’elettronica, onnipresente invece quando attiviamo la modalità All Weather.
La presenza del DNA abbinato al TCT non fa assolutamente sentire la mancanza del cambio manuale. Per usarlo in maniera sequenzialepreferiamo contare sui paddle disposti dietro al volante. Con il paddle di sinistra scaliamo le marce, con quello di destra saliamo. La sensazione tattile dei paddle non è un granché, e soprattutto chi non ha mani enormi potrebbe avere qualche limitazione nella raggiungibilità. Il TCT è anche rapido quando passiamo da Drive alla retromarcia, che nel nostro allestimento attiva anche i sensori di parcheggio.
Non vi è telecamera, ma una animazione su sfondo rosso direttamente sul cruscotto, che abbinata a un feed sonoro ci indica la vicinanza agli ostacoli. Quando il suono diventa continuo, abbiamo ancora un margine di circa 50 centimetri dall’ostacolo. Peccato che l’indicazione non compaia sul grande display (6,9"). La tecnologia di Giulietta passa dall’ampio schermo a scomparsa disponibile in posizione centrale, sopra la plancia. Utilizzarlo è intuitivo, ma non semplicissimo. Il motivo è determinato dalle tre rotelle che sono disposte vicino alle bocchette del climatizzatore automatico bizona. Almeno nei primi tempi non si sa quale delle tre rotelle usare.
Meno intuitivo invece il pairing tra il nostro smartphone e il Blue and Me di Giulietta: non bisogna cercarlo dal menù del display centrale, ma da quello piccolo su sfondo rosso compreso tra il contagiri e il tachimetro. Per associare il nostro dispositivo mobile basta entrare con i pulsanti al volante nelle impostazioni del Blue and Me. Il resto è molto semplice. A livello di entertainment musicale, possiamo puntare sull’autoradio mp3 che ha una buona capacità di riproduzione sonora, a livello di bassi e alti. Possiamo inserire un cd con tracce mp3, o usare il supporto USB; in entrambi i casi, possiamo leggere facilmente il titolo della canzone riprodotta e l’autore.
Meno bene il bluetooth: bassi praticamente assenti, e un dual mode che lascia qualche perplessità. Siamo sempre in ritardo sul nostro interlocutore, che non ci avverte con chiarezza e vicinanza. Nella nostra vettura in prova abbiamo anche potuto testare con attenzione il navigatore satellitare, con mappe su supporto SD. Non immediato da selezionare l’indirizzo del destinatario, anche se una volta impostato la navigazione turn by turn è risultata di facile fruizione (ma dedicheremo un focus specifico a questo aspetto).
Giulietta dispone di cinque porte, che lasciano una buona abitabilità per quattro passeggeri, mentre il quinto sarebbe necessariamente sacrificato. Anche per i più alti, la posizione di guida è sufficientemente abbondante, nonostante i sedili non avvolgano quanto ci saremmo aspettati. C’è un minimo rischio che alle velocità più elevate, con i cambi di direzione si perda un minimo di contatto con il sedile (nulla di preoccupante, comunque). Il vero disagio è semmai creato dalla visibilità posteriore, che complici i montanti ampi e il lunotto non enorme, ci dà qualche grattacapo.
Per il parcheggio ci soccorrono i sensori, ma per la visibilità nel traffico dobbiamo puntare sugli ampi specchietti retrovisori laterali. La qualità dei sedili abbinati al 1.4 da 170 cavalli è ottima, vista la pelle traforata dei materiali. Meno entusiasmanti invece le plastiche della plancia, che danno a volte la sensazione di rigarsi molto facilmente.
Anche i più alti non hanno problemi a sedersi alla guida di questa Giulietta, che ha il sedile orientabile in lunghezza e altezza, e che sfrutta un volante che si può impostare anche in profondità. Il motore cambia atteggiamento a seconda delle esigenze, ma va detto che nella modalità Normal i consumi non superano mai gli 8.5-9.0 litri per cento chilometri percorsi.
In modalità Dynamic, cercando di stressare maggiormente la vettura, i consumi inevitabilmente salgono, non superando però i 10 litri per cento chilometri. La tenuta di strada migliora in modalità Dynamic, quando il differenziale elettronico Q2 e le altre tarature del motore ci danno una vettura più diretta e precisa, soprattutto nello sterzo che indurendosi ci dà una maggiore affidabilità. Giulietta però non è solo una vettura sportiva, ma regala ampie soddisfazioni anche se siamo in giro con la famiglia, magari per acquisti. Qui ci soccorre il bagagliaio da 350 litri (tre trolley da cabina e due sacchetti da posizionare sopra).
Esteriormente, su una linea già collaudata che ci ha convinti nel tempo, non regalano grandi emozioni i cerchi da 16 pollici di cui è provvisto il nostro modello. Molto meglio i cerchi da 18 di serie sul Quadrifoglio Verde. Il problema in quest’ultimo caso diventano però i consumi, relativamente contenuti, come dicevamo poco sopra, sulla 1.4 170 cavalli che ci sentiremmo di consigliare al posto della versione più sportiva di Giulietta. Ah, ovviamente con il cambio robotizzato TCT.