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La Porsche LMP 2000 torna in pista a 25 anni dal debutto

Porsche ha festeggiato i 25 anni del prototipo endurance LMP 2000 riportando l'esemplare in pista con al volante Allan McNish.

La Porsche LMP 2000 torna in pista a 25 anni dal debutto
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Giuseppe Cutrone
Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 14 dic 2024

Come tutti i costruttori, anche Porsche rievoca di tanto in tanto il suo passato nel mondo delle competizioni e stavolta lo ha fatto grazie al team del Porsche Heritage and Museum, che ha riportato in auge la Porsche LMP 2000 progettata all'epoca per conquistare l'ambita vittoria alla 24 Ore di Le Mans.

La vettura in realtà non arrivò mai a gareggiare tra i rettilinei e le curve de La Sarthe, perché dopo i primi test in pista nel centro sviluppo di Weissach compiuti nel 1999, Porsche decise di interrompere per motivi di budget il progetto che prevedeva la partecipazione al campionato endurance dell'anno successivo. La Porsche LMP 2000 venne quindi chiusa in un garage dopo appena 78 chilometri di test effettuati nelle mani del pilota Allan McNisch e lì è rimasta fino ai giorni nostri.

A distanza di 25 anni, i ragazzi del Porsche Heritage and Museum hanno deciso di riportare in pista la Porsche LMP 2000 ricreando le stesse condizioni di quel primo test a Weissach. È stato così che buona parte di quanti facevano parte del programma originale si sono incontrati di nuovo per l'occasione, incluso il vincitore della 24 Ore di Le Mans Allan McNish.

Tra i presenti all'evento c'erano anche Norbert Singer, allora ingegnere di pista, il responsabile del motorsport Thomas Laudenbach, allora ingegnere applicativo, ed Herbert Ampferer, ex capo del reparto corse. Del gruppo hanno fatto parte inoltre Armin Burger, coordinatore di Historical Motorsport; Traugott Brecht, Consulente Tecnico di Historical Motorsport, Timo Bernhard, vincitore di Le Mans e Brand Ambassador di Porsche, Steffen Wolf, ingegnere nel campo dei sistemi di gestione del motore, e Alexander E. Klein, responsabile delle operazioni e della comunicazione del patrimonio Porsche.

IL RITORNO IN PISTA DELLA PORSCHE LMP 2000

La protagonista assoluta è però stata lei: la Porsche LMP 2000, un prototipo il cui peso non supera i 900 chilogrammi secondo i regolamenti della categoria a cui all'epoca avrebbe dovuto essere iscritta. La vettura è dotata di un motore V10 aspirato da 5,5 litri capace di erogare una potenza di 600 cavalli e offrire sensazioni di guida uniche, come solo le auto da competizione sanno fare.

Al termine della rievocazione con tanto di giri di pista sulla LMP 2000, un emozionato McNisch ha così commentato:

Fantastico! Mi sembra di essere appena tornato indietro di 25 anni. I sorrisi sui volti delle persone qui sono impressionanti quanto il suono del motore che si accumula dietro di te sul lungo rettilineo! Bob sarebbe sicuramente venuto oggi a vedere questo.

Il ricordo di McNisch va a Bob Wollek, pilota Porsche morto nel 2001 che prima dello scozzese aveva portato in pista la LMP 2000 per i suoi primi chilometri di debutto.

Orgoglio e nostalgia emergono anche dalle frasi di Timo Bernhard, all'epoca pilota Porsche Junior:

Ho visto l'auto e ho immaginato come sarebbe stato guidarla un giorno. Mi rende molto orgoglioso il fatto che 25 anni dopo sono riuscito a completare alcuni giri di prova con l'auto da corsa. La LMP 2000 irradiava fiducia. Il motore V10 è morbido come il burro; L'auto è estremamente leggera e agile con molto carico aerodinamico. L'erogazione di potenza quasi lineare è incredibile, il suono incredibile. È stato un grande onore per me e mi sentivo come se avessimo continuato a raccontare la storia.

IL RECUPERO DELLA LMP 2000

L'idea di recuperare la Porsche LMP 2000 proviene da lontano e ha trovato compimento nella passione del team Porsche Heritage and Museum. Spiega Armin Burger:

Ogni volta che vedevo la LMP 2000 nel magazzino del museo, pensavo al lancio del 1999. Alla fine, abbiamo subito deciso di riportare in vita l'auto da corsa in tempo per il suo anniversario. Abbiamo lavorato con cura fino al motore finché un giorno abbiamo avuto il coraggio di fare la prima accensione fuoco. Far funzionare di nuovo il cambio è stato uno dei compiti più grandi degli ultimi mesi.

La risposta del V10 Porsche è stata quindi immediata, quasi come se i 25 anni non fossero nemmeno passati, mentre ci è voluto più lavoro per rimettere in funzione il cambio. Steffen Wolf, ingegnere della divisione sistemi di gestione del motore del Porsche Heritage and Museum, ricorda inoltre:

Abbiamo trovato quattro unità di controllo e abbiamo cercato di accedervi con un vecchio computer. Chiunque abbia mai sentito un motore V10 sa che ti farà rizzare i peli sulla nuca. Il suono muscolare al minimo, il tocco dell'acceleratore che permette alla bassa massa del volano di salire di giri rapidamente. Avevamo bisogno di un'unità di controllo che reagisse al segnale della paletta sul volante e poi azionasse il cambio. Poiché il cambio al volante non era possibile, doveva essere impostato in modo che le marce superiori e inferiori entrassero quando si azionava la frizione.

La soluzione per il cambio è stata trovata in sinergia con i colleghi del reparto Motorsport e Formula E di Porsche, che hanno deciso di utilizzare proprio una centralina di una monoposto di Formula E per trasmettere il comando delle cambiate dal paddle dietro il volante alla trasmissione. Spiega Burger:

Abbiamo avviato il motore e, con una pressione idraulica sufficiente, abbiamo premuto la frizione, tirato la paletta del cambio e siamo stati in grado di innestare la marcia.

MOTORE V10 DERIVATO DALLA FORMULA 1

Ricordiamo che il motore V10 della LMP 2000 era basato su un motore Porsche di Formula 1 con cilindrata da 3,5 litri progettato per funzionare ad alti regimi con comando pneumatico delle valvole. L'unità era stata sviluppata in vista dell'ingresso del marchio nel Circus nei primi anni '90, ma fu poi riadattata per l'utilizzo nel campionato endurance dell'epoca. Il tutto era racchiuso in un telaio in carbonio appositamente costruito.

Il ritorno in pista per festeggiare i 25 anni della Porsche LMP 2000 è stato un vero e proprio successo capace di emozionare tutti coloro che avevano vissuto lo sviluppo della vettura in prima persona, ma anche chi è arrivato dopo o ha seguito la nascita del prototipo come semplice spettatore appassionato.

In un mondo di vetture quasi tutte uguali, tecnologicamente avanzate, sicure e confortevoli ma spesso anche un po' asettiche, revival come questo rappresentano l'occasione di riscoprire una passione autentica per le quattro ruote, una passiona senza tempo e senza confini da vivere nel suo aspetto più duro, puro e genuino.

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