Juke 2010 vs Juke 2020: dieci anni di B SUV, sfida generazionale fra crossover
Nissan Juke 2010 vs Juke 2020, confronto fra le due generazioni del crossover che ha creato il segmento B SUV.

Juke è il B SUV che ha dato vita alla categoria, portando in auge – dopo che Qashqai li aveva introdotti con grande successo nel segmento C – i crossover. Accadeva tutto dieci anni fa e spesso ci dimentichiamo di quanto questo modello sia stato importante per il mercato auto, specie in Europa.
LA NASCITA DEI CROSSOVER
Rivediamo in breve le tappe più recenti: per ingentilire i fuoristrada sono nati i SUV, auto che rispondevano alle esigenze di una maggior sensazione di sicurezza, facilità di guida e di controllo rispetto ai vecchi 4×4, dominando la strada con la guida alta. La trazione integrale, invece, si occupava della sicurezza reale.
Successivamente si è scoperto che le quattro ruote motrici non interessavano a (quasi) nessuno, così è iniziato il progressivo abbandono dell'integrale in favore della trazione anteriore. Le dimensioni restavano generose: il ruolo dei SUV era infatti quello di sostituire station wagon e monovolume e così è stato.
A quel punto emersero due problemi. Il primo riguardava le normative sulle emissioni: sempre più stringenti, queste costringevano i produttori a ricorrere al downsizing con motorizzazioni spompate su auto grandi e pesanti. L'altro era relativo ai segmenti inferiori: con i SUV protagonisti del mercato, nel traffico chi poteva permettersi una segmento A o B si trovava circondato da giganti. Risultato? Non vedeva al di la della targa di chi gli stava davanti in coda, diminuendo la sensazione di controllo percepita e conseguentemente di sicurezza.
La soluzione è arrivata dal Giappone, un Paese che con lo spazio deve fare i conti e che, guardando intelligentemente ad un'Europa con problemi simili, ha creato i crossover. Alti da terra per mettersi sulla stessa linea di visuale di dei SUV, questi modelli hanno avuto il pregio di restituire la visibilità nel traffico a chi poteva permettersi solo una compatta e – perché no – risultavano comodi anche per chi cercava luce da terra sufficiente per affrontare situazioni di fuoristrada senza però la necessità di un vero 4×4.
Il resto è storia: un successo globale e la nascita di un segmento subito aggredito da tutti: oggi B e C SUV dominano il mercato nella parte occidentale del Vecchio Continente. Nissan ha però perso lo scettro di regina delle vendite ed è stata superata da concorrenti come Peugeot 2008, Renault Captur (la versione dei francesi dell'alleanza Renault-Nissan) e altri ancora.
I giapponesi vogliono riprendersi il trono e le chiavi per farlo sono nuova Juke, provata con l'unica motorizzazione al momento disponibile, e nuova Qashqai in arrivo nel 2021.
DA (ANCHE) DIESEL A (SOLO) BENZINA, DA 4 A 3 CILINDRI
Una delle carte del successo di Nissan Juke di prima generazione, più di 1,5 milioni di unità, era quella dei motori. Al lancio erano disponibili due cilindrate e due alimentazioni: 1.6 litri benzina e 1.5 litri diesel. Tre declinazioni e tutte indovinate: con i motori base Juke era brillante perché il millesei poteva contare su 117 CV e 158 Nm di coppia su un telaio rigido, passo corto e peso contenuto. Il dCI da 1.5 litri aveva dalla sua 110 CV e 240 Nm, oltre ad essere uno dei migliori piccoli diesel per efficienza.
Per far divertire c'era il DIG-T, millesei portato a 190 CV e 240 Nm che rappresentava la variante sportiva, un aspetto da non sottovalutare perché a due anni dal lancio debuttò la Juke R con il V6 biturbo: fu realizzata in un unico esemplare ma probabilmente da sola portò diversi clienti in casa Nissan.
Juke Nismo del 2013 era quella per i comuni mortali: 197 CV e soprattutto l'introduzione del Torque Vectoring che la rendeva divertente e più controllabile: scontrandosi con un mondo di SUV che ancora si guidavano come i vecchi fuoristrada, crossover come la Juke sembravano delle sportive di razza in confronto. Negli anni le piattaforme sono migliorate e oggi un crossover o un SUV con un assetto ben tarato si guida in maniera molto più simile a una hatchback/berlina che a un pick-up.
Juke di seconda generazione, lanciato a ottobre 2019, ha cambiato la piattaforma passando alla CMF-B condivisa con Nuova Clio e Captur e… sono spariti i motori. Da due scelte che risultavano azzeccate e accontentavano tutti, si è passati finora all'unico mille tre cilindri. Downsizing? Certo, ma guardate cosa succede se confrontiamo i numeri del millesei quattro cilindri della prima Juke con il nuovo millino:!function(){“use strict";window.addEventListener(“message",(function(a){if(void 0!==a.data[“datawrapper-height"])for(var e in a.data[“datawrapper-height"]){var t=document.getElementById(“datawrapper-chart-“+e)||document.querySelector(“iframe[src*='"+e+"‘]");t&&(t.style.height=a.data[“datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
ABITACOLO: PASSI AVANTI ENORMI
Nel corso di questi dieci anni i produttori hanno fatto enormi passi in avanti nell'abitabilità e nella cura dell'abitacolo. Il motivo? I B SUV sono passati da esperimento a cuore del mercato (insieme ai C SUV).
Nuova Juke stessa è cresciuta, di poco nella lunghezza totale (7 cm) ma di tanto nell'abitabilità. Il posteriore è ora di quelli civili: meno claustrofobico ma soprattutto adatto anche ad un viaggio di quattro persone che prima erano tanto sacrificate. Tutto questo è stato reso possibile con modifiche mirate nelle dimensioni: va notato infatti che l'abitabilità del posteriore cresce ma non a discapito del bagagliaio; quest'ultimo aumenta notevolmente.!function(){“use strict";window.addEventListener(“message",(function(a){if(void 0!==a.data[“datawrapper-height"])for(var e in a.data[“datawrapper-height"]){var t=document.getElementById(“datawrapper-chart-“+e)||document.querySelector(“iframe[src*='"+e+"‘]");t&&(t.style.height=a.data[“datawrapper-height"][e]+"px")}}))}();
Sebbene Juke abbia resistito bene negli anni a livello generale, alcune plastiche hanno mostrato il fianco, specie per gli accoppiamenti di quelle del bagagliaio.
La cappelliera ha nel suo macchinoso sistema di occhielli e bottoni il punto debole: entrambi hanno perso il mordente originale e, di tanto in tanto, bisogna andare a fissare nuovamente l'uno o l'altro. Eppure regge ancora. Sulla nuova Juke si torna ad uno stile più tradizionale ma anche più affidabile. Cambiano anche le sedi che sono più difficili da rompere pur sollecitandole.
Cresce il bagagliaio: 251 litri con Juke 2010 e 422 litri con Juke 2020. Lo spazio per caricare diventa anche più pratico: ormai il fondo piatto è diventato d'obbligo e quasi tutti nel segmento lo propongono.
Quelli più curati permettono anche di regolare il piano su più livelli a seconda dell'esigenza di massimizzare lo spazio o creare un vano senza scalini.
Juke 2020 sfoggia proprio le due altezze di carico e il pozzetto con la ruota di scorta, la vecchia generazione ha un solo livello (comunque piatto abbattendo i sedili) e una vaschetta in plastica nascosta nel doppio fondo.
Positivo l'arrivo della USB sul posteriore, l'incremento qualitativo si nota anche in abitabilità e materiali, peccato machino le bocchette del climatizzatore.
La nuova Juke cambia anche nel design del cruscotto: il piccolo schermo resistivo integrato di Juke 2010 segue l'evolutione tecnica dell'ultimo decennio e diventa un "tablet" capacitivo da 8". Inoltre oggi l'auto è connessa alla rete tramite app per smartphone.
Da un lato vanno lodate quindi la connettività. l'intergrazione con gli smartphone e la presenza della vista a 360° con le videocamere, non scontata in questo segmento. D'altro canto, però, l'interfaccia dell'infotainment è vecchia, fuori forma e non fluidissima. Meglio collegare l'USB con iPhone o uno smartphone Android e dimenticarsela.
ADAS E GUIDA (SEMI) AUTONOMA
Il passo più grande, tecnologicamente parlando, Juke lo ha fatto nella sicurezza attiva e nella guida (semi) autonoma di Livello 2.
Dieci anni fa il segmento B era trascurato da questo punto di vista, poi sono arrivati i sempre più stringenti requisiti di EuroNCAP e la situazione è cambiata, anche in virtù della riduzione dei costi di tecnologie che qualche decennio fa esistevano solo sulle Mercedes (ne parlo qui).
Avere un crossover di segmento B in grado di raggiungere il Livello 2 (qui la classificazione SAE) significa potersela giocare con le più grandi grazie all'ottimo lavoro di ProPilot nel gestire automaticamente acceleratore e freno, insieme allo sterzo che centra l'auto all'interno della corsia.
PREZZI
Oggi Nissan Juke MY21, nel listino aggiornato ad ottobre 2020 con motorizzazione Euro 6D, è disponibile nei seguenti allestimenti. Prezzi chiavi in mano (da scontare di eventuali promozioni):
- Visia: 20.600 euro
- Acenta: 21.900 euro
- Business: 23.300 euro
- N-Connecta: 23.600 euro
- N-Design: 24.800 euro
- Tekna: 25.600 euro
CONFIGURATORE ONLINE NISSAN JUKE
Su tutti gli allestimenti da Acenta in poi è disponibile il cambio DCT a 1.700€ in più. Juke Tekna 2020 costa di più di Juke Tekna 2010 ma cambia tanto la dotazione visto che gli ADAS non esistevano all'epoca (anticollisione con frenata automatica d'emergenza di serie già dalla Visia insieme a monitoraggio corsia attivo, riconoscimento segnali, cruise control e limitatore).
L'aumento di prezzo è quantificabile in circa 3.000 /4,000 euro in dieci anni se confronto il listino della mia Tekna 1.5 dCi con quello di una Juke Tekna odierna, a fronte però di un salto generazionale, di cerchi su Tekna sono da 19" di serie, impianto Full LED che cambia notevolmente la visibilità in notturna e tecnologia che con il DCT arriva a proporci persino il Traffic Jam Assist. Accettabile? A voi la parola.
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