Elettrico, non solo auto: si studiano le navi a batteria
Anche per lunghe rotte
"Si può fare!", secondo i ricercatori del Berkeley Lab. Sostituire i motori a combustione interna con sistemi elettrici a batteria sarebbe conveniente, oltre che fattibile. Questa volta il riferimento non sono le auto, bensì le navi, responsabili del 3% delle emissioni di gas serra derivanti dai trasporti negli Stati Uniti d'America.
Ma elettrificare una nave non è semplice (relativamente) come elettrificare un'auto. Sia dal punto di vista tecnico che di mercato. Una nave rappresenta un investimento di capitale molto più grande e ha durata diversi decenni. Soprattutto, è più pesante di un'auto e può percorrere distanze molto più lunghe, ponendo problemi relativi alla durata delle batterie.
Apparentemente, una nave elettrica sarebbe meno conveniente (affidabile!) di una nave "classica", ma gli studiosi hanno deciso di testare questa ipotesi.
Won Young Park, ricercatore di politica energetica presso il Berkeley Lab e responsabile del progetto, si è dichiarato ottimista circa la possibilità di elettrificare tutte le imbarcazioni, incluse quelle destinate a rotte lunghissime. Singoli viaggi molto lunghi, dice, "potrebbero essere potenzialmente affrontati tramite operazioni ottimizzate su più imbarcazioni".
In pratica, anziché fare un lungo viaggio con una sola imbarcazione elettrica che potrebbe non avere abbastanza autonomia, si potrebbero usare più imbarcazioni tra cui suddividere i carichi o i percorsi stessi.
I ricercatori hanno anche studiato quanta energia sarebbe necessaria alle navi, e scoperto che circa la metà delle esigenze di ricarica potrebbe essere soddisfatta da 20 porti degli Stati Uniti. "Il potenziale di elettrificazione è concentrato in relativamente pochi porti, tra cui New York-New Jersey, New Orleans e Houston", ha affermato Hee Seung Moon, post-dottorando e primo autore del documento. "Ciò implica che concentrare gli investimenti infrastrutturali su questi porti faciliterà l'elettrificazione delle navi".
L'analisi, supportata dalla Maritime Administration (MARAD) del Dipartimento dei trasporti USA, pone le basi per la ricerca futura e il previsto sviluppo anche di questo tipo di soluzioni.