Cerca

Crisi delle terre rare: a rischio chiusura diversi stabilimenti

La crisi delle terre rare rischia di mettere in ginocchio l'industria dell'auto, che nei prossimi mesi potrebbe veder chiudere numerosi stabilimenti per mancanza di componenti.

Crisi delle terre rare: a rischio chiusura diversi stabilimenti
Vai ai commenti
Giuseppe Cutrone
Giuseppe Cutrone
Pubblicato il 10 giu 2025

La crisi delle terre rare dovuta al rallentamento delle esportazioni di questi minerali dalla Cina sta comportando notevoli difficoltà per i produttori di componenti e per tutta l’industria dell’automobile. L’allarme è stato lanciato nei giorni scorsi a più riprese e da più parti, con diversi addetti ai lavori che mostrano di essere in particolare apprensione per il regolare prosieguo della produzione negli stabilimenti.

Secondo le ultime notizie che arrivano dalla Germania, alcuni produttori di componenti stanno registrando un calo delle forniture, costringendo i costruttori automobilistici a guardarsi a loro volta attorno nell’affannosa ricerca di nuove fonti di approvvigionamenti di pezzi contenenti terre rare.

FABBRICHE A RISCHIO CHIUSURA ENTRO LUGLIO

Se la situazione non dovesse migliorare, alcune fabbriche tedesche potrebbero chiudere entro la metà di luglio per la mancanza di forniture, al punto che diverse case costruttrici di automobili sarebbero pronte a pagare qualsiasi prezzo pur di accaparrarsi i componenti e scongiurare così un doloroso blocco alla produzione.

Già nei giorni scorsi avevamo dato notizia della chiusura di alcuni impianti e la situazione da allora non è affatto migliorata. La Cina continua infatti ad applicare una certa rigidità all’esportazione di terre rare di cui è il principale produttore e questo rischia di paralizzare la produzione in tutto il mondo, Europa inclusa.
La paura degli addetti ai lavori è che i rallentamenti o i blocchi delle forniture possano portare a dei lunghi stop alle catene di approvvigionamento dei principali costruttori. Per questo motivo, alcuni governi, tra cui quello degli Stati Uniti, stanno facendo pressione alle autorità cinesi per allentare la morsa e favorire l’esportazione di questi materiali ormai indispensabili per il settore, ma l’impressione è che per sbloccare la situazione serviranno tempo, pazienza e tanta diplomazia.

L’ENNESIMO COLPO ALL’INDUSTRIA DELL’AUTO

La crisi delle terre rare è l’ennesimo ostacolo per le case automobilistiche, già provate dalle difficoltà legate all’elettrificazione, dalla forte concorrenza cinese e dalla guerra dei dazi. A poco o nulla sembra sia servita l’esperienza fatta qualche anno fa con la crisi dei semiconduttori che ha causato enormi ritardi alla produzione, non fosse altro perché stavolta il pallino del gioco è in mano alla Cina, che come detto è la principale estrattrice, raffinatrice ed esportatrice di terre rare al mondo.
In Europa si segnalano quindi nuove chiusure di stabilimenti che andranno ad aggiungersi agli impianti già fermati nei giorni scorsi. Ad essere colpiti non sono solo i rifornimenti di componenti per veicoli elettrici o ibridi, ma anche quelli dei modelli tradizionali. Le terre rare sono infatti usate per produrre pezzi di uso comune come specchietti esterni, pompe dell’olio, tergicristalli, sensori di frenata, sensori carburante e altoparlanti.

Ti potrebbe interessare:
Commenti Regolamento