Autovelox, è sempre più caos: a rischio stop dal 18 ottobre. Il Codacons lancia l'allarme
Se i Comuni non faranno il censimento degli Autovelox, dal 18 ottobre i dispositivi sul loro territorio dovranno essere spenti

Autovelox in Italia, tema caldissimo soprattutto da quando è emerso il problema dell’omologazione che ancora non è stato risolto. Pare che adesso ci sia una complicazione in più e l’allarme è stato lanciato dal Codacons visto che dal 18 ottobre tutti gli autovelox presenti sulle strade italiane rischiano di essere spenti. Come mai? Bisogna tornare al Decreto Infrastrutture (legge n. 105/2025). Come abbiamo visto, relativamente ai dispositivi per la rilevazione della velocità, per garantire una maggiore trasparenza nel loro utilizzo, il decreto stabiliva l’obbligo in capo a Comuni, Province e Regioni, di censire e comunicare al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti tutti i dispositivi autovelox presenti sui rispettivi territori, per la pubblicazione nell’apposita sezione del portale telematico istituzionale dello stesso Ministero.
IL CENSIMENTO
In buona sostanza, si stabiliva un censimento degli autovelox presenti sulle strade. Gli enti locali devono comunicare non solo la localizzazione e i dati tecnici di ogni apparecchio, ma anche le informazioni relative alla conformità, al modello e all’omologazione. Sempre secondo il decreto, questa comunicazione è “condizione necessaria ai fini del legittimo utilizzo delle apparecchiature“. Questo significa che i Comuni che non forniranno i dati non potranno più utilizzare gli autovelox sul proprio territorio. C’è un problema, però, evidenziato dal Codacons e cioè che gli enti locali non possono adempiere a tale obbligo dato che manca il decreto attuativo del Mit (Ministero Infrastrutture e Trasporti) che fornisce loro il modulo digitale indispensabile per comunicare i dati richiesti, modulo da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del Decreto Infrastrutture.
Il Ministero ha tempo fino al prossimo 19 agosto per predisporre il decreto attuativo, essendo la legge entrata in vigore lo scorso 20 luglio. A partire dalla pubblicazione del modulo digitale, gli enti locali avranno poi 60 giorni di tempo per comunicare al Mit i dati sugli autovelox, e chi non lo farà non potrà più utilizzare gli apparecchi di rilevamento della velocità. Per l’associaizone si tratta di una situazione assurda perché, in assenza del decreto attuativo del Mit, a partire dal prossimo 18 ottobre tutti gli autovelox installati in Italia, indipendentemente dall’omologazione, dovranno essere disattivati. Uno scenario ancora più grave considerando che il caos autovelox dura oramai da 16 mesi, da quando, cioè, la Cassazione ad aprile 2024 ha stabilito la nullità delle multe elevate dagli apparecchi approvati ma non omologati.
Un caos che investe anche le strade delle vacanze percorse questa estate dagli italiani che si stanno spostando in auto per raggiungere le località di villeggiatura: oggi quasi il 60% degli autovelox fissi e oltre il 67% di quelli mobili, oltre a non essere omologato, è stato approvato prima del 2017, data che fa da spartiacque in tema di omologazione e possibile utilizzo degli apparecchi. Con la conseguenza che tali dispositivi, se non preventivamente spenti dai comuni, porteranno ad una valanga di ricorsi da parte degli automobilisti che questa estate risulteranno multati per eccesso di velocità.
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