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Bugatti Bolide: l’ultimo esemplare chiude l'era del motore W16

L’ultima Bugatti Bolide chiude 4 anni di sviluppo estremo tra Le Mans e collezionismo, omaggiando colori e spirito della Type 35.

Bugatti Bolide: l’ultimo esemplare chiude l'era del motore W16
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Riccardo Mantica
Riccardo Mantica
Pubblicato il 28 nov 2025

L’ultimo esemplare della Bugatti Bolide lascia l’Atelier di Molsheim e chiude un capitolo fondamentale nella storia recente del marchio. Non è semplicemente il termine di una produzione. E’ la conclusione di un progetto che ha spinto Bugatti a ridefinire i limiti dell’ingegneria da pista e, allo stesso tempo, a riaffermare l’essenza del brand nato nel 1909. La Bolide doveva essere un omaggio alla tradizione e un salto nel futuro. Ovvero un’auto pura, estrema, costruita per il pilota gentiluomo ma capace di emozionare anche il professionista più esperto.

Dal concept alla pista: quattro anni di perfezionismo

Quando Emilio Scervo, Chief Technology Officer di Bugatti, toccò il progetto per la prima volta nell’agosto 2021, la Bolide era poco più che un’idea nelle prime fasi di design. “Era un periodo emozionante perché avevamo tanti elementi da far convergere”, ricorda.

Da allora, ogni componente, ogni dettaglio, ogni elemento estetico e funzionale è stato oggetto di un lavoro minuzioso. Nulla è stato lasciato al caso: dall’ingegneria strutturale alla qualità produttiva, tutto doveva essere coerente con gli standard Bugatti.

Il percorso tra il 2021 e il 2022 è stato scandito da una meticolosità quasi ossessiva. L’obiettivo era chiaro: creare un’auto capace di prestazioni straordinarie senza perdere l’eleganza e la raffinatezza che definiscono il marchio. “Tradurre l’idea di un’auto perfetta per pista, adatta sia ai gentleman sia ai professionisti, non è semplice”, spiega Scervo. “Ma è essenziale per ciò che rende una Bugatti”.

Il design definitivo è arrivato nel 2022, mentre l’ingegneria si è completata all’inizio del 2023, dopo migliaia di ore di analisi tecnica e rifinitura estetica. I prototipi erano finalmente pronti a lasciare l’Atelier e affrontare il mondo reale.

Le Mans 2023: il passaggio chiave

Il banco di prova più simbolico è stato Le Mans, nel 2023, anno del centenario del circuito. Con una livrea che richiamava le Bugatti vincitrici degli anni ’30, la Bolide ha stupito: Andy Wallace, Pilote Officiel dell’azienda, ha toccato i 350 km/h sul rettilineo.

Un risultato che ha confermato la strada imboccata, ma non ha fermato lo sviluppo. Da quell’estate fino all’inizio del 2024, la Bolide ha continuato a perfezionarsi in sessioni di test serratissime. Giornate scandite minuto per minuto, briefing ogni sera, aggiornamenti notturni, e un team pronto all’alba per nuove verifiche in pista. Il ritmo era tale che persino i tempi morti venivano misurati in minuti, non in ore.

Identità Bugatti: non solo velocità

Durante l’intero percorso, il concetto non è mai stato messo in discussione: una Bugatti non è definita solo dalle prestazioni. Unisce potenza estrema a grazia, proporzioni armoniose, ricercatezza sensoriale.

Questa filosofia ha imposto un’ulteriore sfida: trasformare una hypercar da pista in una vera Bugatti, degna di essere esposta nelle collezioni più esclusive del mondo. Una sfida che ha coinvolto ingegneri, fornitori e reparti produttivi.

Un’auto come la Bolide deve essere perfetta sui circuiti, ma anche degna delle migliori collezioni mondiali”, sottolinea Christophe Piochon, Presidente di Bugatti Automobiles. “Verniciatura, interni, materiali: tutto deve resistere al tempo e rappresentare lo stesso livello di artigianalità delle altre Bugatti. Nel motorsport i componenti si cambiano rapidamente. Noi costruiamo per la durata”.

L’ultimo esemplare: un omaggio alla Type 35

Oggi, mentre la produzione della Bolide si conclude, ogni vettura uscita dall’Atelier racconta questo viaggio fatto di rigore e passione. Dal primo bozzetto del 2021 alle sessioni di test dei clienti nel 2025, ogni dettaglio parla del lavoro di chi ha garantito che ogni componente rispettasse gli standard del marchio.

Ma è l’ultimo esemplare a portare con sé un valore speciale. Commissionato da un collezionista storico e amico di lunga data della casa, l’auto rende omaggio a un simbolo dell’eredità Bugatti: la sua Type 35. La combinazione cromatica, infatti, riprende le sfumature di blu che hanno accompagnato il marchio nelle competizioni per generazioni. Le stesse tonalità che il cliente aveva scelto anche per la sua Veyron Grand Sport, anch’essa prodotta come ultimo esemplare della serie. Il trio, Type 35, Veyron Grand Sport e Bolide finale, forma così una trilogia che attraversa decenni di storia Bugatti.

Questa Bolide conclusiva utilizza una configurazione su misura: esterni in “Black Blue” e “Special Blue Lyonnais”, interni in Alcantara “Lake Blue”, cuciture “Light Blue Sport” e la bandiera francese sulle fiancate. Un’estetica che intreccia la passione del collezionista con il DNA sportivo del marchio.

La consegna a Molsheim è stata un momento intimo, quasi familiare: una celebrazione non solo dell’auto, ma del rapporto di fiducia e fedeltà che lega il marchio ai suoi collezionisti più affezionati.

La chiusura di un’era

La Bolide, prodotta in soli 40 esemplari, rimane una testimonianza rara di ciò che accade quando la tradizione guida l’innovazione e la perfezione diventa l’unico standard possibile. È una hypercar moderna che porta nel futuro lo spirito della leggendaria Type 35, unendo l’eredità di Ettore Bugatti all’ultima, spettacolare evoluzione del W16 da pista.

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