Bologna Città 30, ancora scontro fra Salvini e il sindaco Lepore
Per il Ministero è una forzatura, il sindaco assicura che non si tornerà indietro
Non se le sono mandate a dire il ministero dei Trasporti guidato da Matteo Salvini e il primo cittadino di Bologna Matteo Lepore. Il terreno dello scontro è sempre quello, il progetto Città 30 del capoluogo entrato in vigore martedì 16 gennaio con le prime rilevazioni (e le prime multe) delle andature oltre il nuovo limite consentito in gran parte del territorio urbano, passato da 50 a 30 km/h.
MIT: FORZATURA CHE TRADISCE LO SPIRITO DELLE ZONE 30
Sul finire della scorsa settimana, sulla scia delle manifestazioni di dissenso dei cittadini e dei professionisti dell'auto, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti guidato da Matteo Salvini aveva definito "non ragionevole" il limite dei 30 all'ora in città, malgrado il tema della sicurezza stradale – ha precisato il Ministero – resti "una delle priorità assolute". Nelle ore successive i toni del confronto a distanza non si sono placati.
Il Ministro Matteo Salvini conferma la massima disponibilità all’ascolto di tutte le istanze e ragioni degli enti locali, ma allo stesso tempo è necessario chiarire alcuni passaggi per evitare fughe in avanti poi stoppate perfino dai giudici, come nel caso dell’obbligo per i mezzi pesanti di dispositivi per l’angolo cieco deciso dal Comune di Milano e poi bloccato – ha fatto sapere il MIT. È con questo spirito che il Ministero emanerà una direttiva. Le zone 30 servono per migliorare la sicurezza in alcune zone delle città, come nelle vicinanze di scuole e di asili. L’allargamento a tutto il Comune – come successo a Bologna – appare una forzatura che tradisce lo spirito delle zone 30, a maggior ragione considerando che il Mit ha deciso di evitare il proliferare di autovelox in zone con limite fino a 50 km all’ora: gli occhi elettronici devono garantire il rispetto delle regole in strade a rischio e non essere uno strumento vessatorio. Zone 30 e rilevatori di velocità nei centri urbani devono essere valutati secondo criteri di buonsenso.
LEPORE: POSSIBILI ECCEZIONI, MA NON SI TORNA INDIETRO
Purtroppo – ha risposto il sindaco Lepore – in questi giorni si è scatenata una battaglia social mediatica contro Città 30 e la città di Bologna. Le fake news sono tantissime, si è come sempre scatenato tutto il circo mediatico della destra e questo, più che indebolire l’amministrazione, francamente sta facendo il male dei bolognesi, spaventati dalle tante informazioni sbagliate.
Lepore ha fatto notare come anche nelle linee guida pubblicate dal MIT ci sia l'invito per le amministrazioni locali di introdurre le zone 30 per dimezzare il numero di vittime della strada, fissato da Organizzazione mondiale della sanità e Nazioni Unite. Il quarantatreenne eletto nell'ottobre del 2021 ha proseguito etichettando come "una balla clamorosa" che ha raggiunto anche il Ministero la notizia dei ritardi nella consegna dei farmaci salvavita a causa del nuovo limite a 30 orari che rallenterebbe le spedizioni da un punto all'altro della città.
Inoltre ha ribadito che su Bologna Città 30 non farà passi indietro, pur dicendosi disponibile a un confronto con il Ministero e a valutare, eventualmente, l'istituzione di "zone 50" in alcune aree del capoluogo. Come a dire: la nuova normalità per Bologna sarà il limite a 30 km/h, il "vecchio" limite a 50 km/h farà parte delle eccezioni, e su questo non si torna indietro.
Foto in apertura di Gustav Heineck da Pixabay