Auto elettrica: costo dell'aumento potenza del contatore e considerazioni | Video
Quanto costa aumentare la potenza del contatore e considerazioni sulla necessità di aumento kW per la ricarica a casa dell'auto elettrica

Con le auto elettriche entra in gioco anche la potenza impegnata, voce spesso ignorata prima di scontrarsi con il problema del "contatore che salta".
Il termine indica il livello di potenza disponibile per la vostra utenza elettrica ed è collegato al tema dell'aumento di potenza contatore per la ricarica dell'auto elettrica. Solitamente è di 3 kW per un'utenza domestica tradizionale (3,3 kW potenza disponibile) ma chi ha più apparecchiature collegate e utilizzate in contemporanea può richiedere di aumentare la potenza impegnata: in questo caso consideriamo l'auto elettrica al pari di un elettrodomestico.
- COSTI AUMENTO POTENZA CONTATORE
- SERVE PIÙ POTENZA PER L'AUTO ELETTRICA?
- ELETTRODOMESTICI E AUTO ELETTRICA
POTENZA IMPEGNATA: COS’È E QUANTO COSTA AUMENTARE I kW
Dal 2017 sono stati ridotti i costi per aumentare la potenza del contatore ed è stato possibile introdurre incrementi a scaglioni di 0,5 kW. Si tratta di cifre una tantum, quanto segue è valido per il periodo 2020-2023:
- 55,66 € per ogni kW di incremento (entro i 6 kW, fino 31 dicembre 2023)
- 70,41€ per ogni kW di incremento (superiore ai 6 kW o dopo 31 dicembre 2023)
- 25,81€ contributo in quota fissa (gratuito fino al 31 dicembre 2023)
Ipotizzando vogliate un "contatore da 6 kW", e uso le virgolette per descrivere il modo colloquiale con cui viene definito l'aumento di potenza impegnata in una fornitura di energia elettrica, la spesa che affronterete è quindi di circa 225€ una tantum calcolati moltiplicando i 55,66€ per 3,3 kW, aggiungendo l'IVA e sommando 23€ di oneri di gestione (maggior tutela).
Per valori superiori si passa a un'utenza trifase con incrementi a scaglioni da 1 kW e costi maggiori
Se i calcoli non vi tornano è perché il contributo per l'aumento di potenza è basato sulla quella disponibile che, come si evince anche dalla bolletta, è superiore del 10% alla potenza impegnata (3,3 kW per utenze da 3 kW).
Ai costi della "potenza contatore", una tantum, va aggiunta la quota potenza annuale, un importo da pagare in proporzione ai kW impegnati anche in assenza di consumi. La trovate in bolletta ed è indicata in €/kW/mese: per il passaggio da 3 kW a 6 kW il sovrapprezzo annuo è di poco più di 60€ (21,48€/kW/anno). Già con l'utenza base da 3 kW, comunque, pagate una quota potenza relativa ai kW standard (scopri qui la differenza tra kW e kWh).
La riforma del 2017 ha però reso più conveniente aumentare la potenza, non solo perché sono state ridotte le tariffe degli incrementi di potenza impegnata ma anche perché, a maggiori consumi, corrisponde una riduzione della variazione percentuale sulla spesa complessiva. In parole povere, ha senso aumentare la potenza solo a fronte di un incremento dei consumi, ad esempio quelli dell'auto elettrica.
AUTO ELETTRICA: SERVE DAVVERO AUMENTARE LA POTENZA DEL CONTATORE?
Difficile dare una risposta a questa domanda perché le variabili sono troppe. Cercherò quindi di fare uno specchietto riassuntivo partendo dal presupposto che casa e auto siano sulla stessa linea. Se l'auto è in garage con un contatore dedicato, 3 kW sono più che sufficienti per la maggior parte delle esigenze.
Primo elemento che ci viene in aiuto è il contatore elettrico: cliccando sul tastone potrete scorrere le voci del menu fino a raggiungere l'indicazione della potenza istantanea/massima prelevata in kW. Provate a verificare quel dato in uno scenario che ritenete sia quello tipico di utilizzo delle utenze domestiche mentre l'auto è in carica.
Sebbene sia una storia "vecchia", a qualcuno potrebbe non tornare la tensione di rete a 230 V, abituati a leggere sui dispositivi elettronici l'indicazione di 220 V. Il cambio di tensione è stata conseguenza dell'unificazione dell'energia elettrica in Europa con il passaggio a monofase 230 V e trifase a 400 V. Le apparecchiature non hanno risentito del cambio di tensione perché tenevano già conto delle oscillazioni della rete.
Solitamente un'auto elettrica o un'ibrida plug-in (QUI quelle disponibili in Italia nel 2020) consentono, con il caricatore casalingo, di scegliere la corrente massima da erogare. Ipotizzando la ricarica lenta, 10A monofase a 230 V, avrete una potenza impegnata dalla vettura pari a 2,3 kW. Se ricaricate di notte e il resto della casa non vi fa sforare i 3,3 kW, non sarà necessario alcun aumento, a patto che facciate pace con tempi di ricarica più lunghi.
- consumo medio: 15 kWh/100 chilometri
- chilometri percorsi: 30 km/giorno
- consumo giornaliero medio: 4.5 kWh
Ricaricando a 2,3 kW ogni sera vi basteranno 2 ore circa per recuperare l'energia consumata nella giornata. Le auto elettriche e le ibride plug-in consentono di programmare la ricarica, in questo caso vi basta scegliere una fascia di "x" ore in cui sapete che i consumi degli elettrodomestici sono ridotti.
Kona Electric ricarica a 8 A (1,8 kW di potenza) utilizzando il cavo ICCB di serie fornito dal produttore. Su una linea da 3,3 kW avanzerebbero quindi 1,5 kW per la casa.
ELETTRODOMESTICI E AUTO ELETTRICA
Una TV moderna consuma tra i 150 e i 300 watt, un notebook in media assorbe 45 watt quando il carico di lavoro è alto (rendering di un video ad esempio): è chiaro che, anche sommando una TV e un paio di notebook (ipotizziamo un totale di 0,4 kW), un linea da 3 kW sarà sufficiente per ricaricare l'auto e usare questi dispositivi insieme al frigorifero.
Il discorso cambia se aggiungiamo lavatrice, lavastoviglie o climatizzatore ma i wallbox moderni sono in grado di analizzare il carico sulla rete elettrica e bilanciarlo così da non far "saltare il contatore", abbassando automaticamente la potenza della ricarica dell'auto quando accendiamo la lavatrice e alzandola non appena questa finisce il suo ciclo.
Nell'esempio di Kona Electric a 1,8 kW, gli 1,5 kW restanti non sarebbero sufficienti a gestire la potenza di picco richiesta da una lavatrice e il contatore salterebbe.
Lavatrice e lavastoviglie, infatti, sono in grado di raggiungere assorbimenti notevoli: il dato cambia a seconda del modello e della classe di efficienza ma la forbice va da 1,8 a 2,8 kW, seppur vada considerato che non si tratta di una potenza costante ma piuttosto di una potenza di picco. Ricordatevi poi che non sono pochi gli elettrodomestici particolarmente "energivori", tra questi ci sono asciugacapelli, aspirapolvere, ferro da stiro, forno elettrico o a microonde, idromassaggio, mixer e frullatori e via dicendo, con potenze da 0,5 a poco più di 2 kW.
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