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A Milano ci sono ancora troppe auto. Il sindaco Sala: si usino i mezzi pubblici

Troppe auto sulle strade, bisogna incentivare ulteriormente l'utilizzo dei mezzi pubblici

A Milano ci sono ancora troppe auto. Il sindaco Sala: si usino i mezzi pubblici
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 8 mag 2025

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala sta rimodellando la mobilità della città con l'obiettivo di renderla più sostenibile e sicura. In occasione del Festival dello Sviluppo Sostenibile, il primo cittadino del capoluogo lombardo è tornato a parlare di mobilità, sottolineando che ci sono ancora troppe auto sulle strade e che non si riesce a convincere i milanesi ad utilizzare i mezzi pubblici.

Ci sono ancora troppe auto a Milano, bisogna usare di più i mezzi pubblici.

INCENTIVARE L’UTILIZZO DEI MEZZI PUBBLICI

A me rincresce che ancora non riusciamo a usare il trasporto pubblico in maniera più massiccia. Il nostro è eccellente. Ma ancora facciamo fatica a convincere tutti i milanesi che il trasporto pubblico sia il modo principale con cui muoversi.

Il sindaco di Milano non è contento in particolar modo di un numero che riguarda la mobilità privata. Infatti, ci sono 49 auto ogni 100 abitanti.

Il numero di macchine per 100 abitanti non sta diminuendo. Stiamo imponendo dei limiti, ma il numero è 49 auto per cento abitanti ed è ancora troppo alto per la città che noi desideriamo.

Per questo, il Comune di Milano lavorerà per incentivare ulteriormente l'utilizzo dei mezzi pubblici. Il sindaco Sala fa riferimento all'imposizione di alcuni limiti che altro non sono che le nuove ZTL. Tuttavia, nonostante queste iniziative, il numero delle auto su strada è ancora troppo elevato e lontano dagli obiettivi che si era posto il Comune.

Si può sempre ragionare su adattamenti rispetto al momento ma sulla direzione no. Io penso che la direzione sia l'unica possibile, credo che bisogna essere convinti che non lo si fa solo per il bene del pianeta ma che possono nascere anche buone opportunità dal punto di vista economico, alcuni Paesi lo stanno dimostrando. È chiaro che questo deve nascere da una consapevolezza prima europea e poi italiana, perché l'Europa insieme può cambiare veramente le cose.

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