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Le auto devono essere tassate in base alle emissioni. Devono pagare anche le storiche

Questa è la proposta di Transport & Environment che chiede una riforma della fiscalità dell'auto

Le auto devono essere tassate in base alle emissioni. Devono pagare anche le storiche
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 7 mag 2025

Questo è quello che chiede Transport & Environment.

Il sistema italiano di tassazione dell’auto è completamente sganciato dalle emissioni di CO2. L’Italia è, insieme a Bulgaria e Slovacchia, uno dei tre Paesi europei , e l’unico tra i grandi mercati automotive dell’UE, a non applicare alcuna imposta parametrata alle emissioni climalteranti.

T&E chiede dunque al Governo Italiano di riformare la fiscalità dell’auto. Secondo l'associazione, l'attuale sistema italiano si traduce in una tassazione dannosa per il clima e scarsamente incentivante per le tecnologie più avanzate ed efficienti.

Nel sistema italiano, alcune leve fiscali non prevedono alcun differenziale tra veicoli inquinanti e veicoli a zero emissioni, violando interamente il principio alla base della politica ambientale dell’UE, secondo cui ‘chi inquina paga’.

FISCALITÀ ITALIANA SBAGLIATA

L'analisi condotta da Transport & Environment prende in considerazione la fiscalità applicata sia al canale privato che a quello aziendale. Più nello specifico, le auto aziendali costituiscono il 60% delle nuove immatricolazioni nell’UE e i primi cinque mercati  e cioè Germania, Francia, Italia, Spagna e Polonia, rappresentano da soli il 71% delle vendite di queste vetture e il 42% di tutte le vendite di auto nuove nell'UE. Ma se la Francia sta promuovendo politiche efficaci per incentivare l’acquisto di auto aziendali elettriche, in Italia, invece, lo scenario è ben differente.

L’Italia mostra un divario fiscale medio, tra auto elettriche e convenzionali, in un arco di possesso e gestione del mezzo di 4 anni, che per le auto concesse ai dipendenti in fringe benefit può arrivare fino a 14.700 euro, un valore sensibilmente inferiore rispetto a Paesi come il Portogallo (30.300 euro) o la Slovenia (27.000 euro). Tale divario fiscale, per l’Italia, va largamente attribuito alla nuova tassazione sulle auto aziendali fornite ai dipendenti, entrata in vigore dal 1° gennaio 2025, che riduce le esenzioni per gran parte dei veicoli endotermici, mentre le aumenta per quelli plug-in hybrid e, soprattutto, per quelli elettrici.

Ma c'è di più perché Transport & Environment aggiunge che le altre leve fiscali garantiscono la medesima esenzione fiscale a mezzi altamente inquinanti come a quelli ad emissioni zero.

Questo fa sì che per le auto aziendali ad uso strumentale il divario fiscale tra elettriche e auto endotermiche sia molto più basso: a titolo di valore esemplificativo, l’adozione di un SUV di segmento C elettrico farà risparmiare – in un periodo di possesso di 4 anni – solamente 2.400 euro circa rispetto al suo equivalente a benzina.

ANCHE LE AUTO STORICHE DEVONO PAGARE IL BOLLO

Transport & Environment lancia quindi l'appello al Governo italiano affinché sia cambiata la fiscalità dell'auto per favorire la diffusione delle vetture dotate di tecnologia maggiormente efficienti, più in linea con quella degli altri Paesi europei. Le proposte di T&E? La tassa di immatricolazione deve essere rimodulata in base alle emissioni di CO2 e al costo del veicolo, rivedere la tassazione delle auto aziendali basandosi sul parametro delle emissioni di CO2 ed eliminare l'esenzione o la riduzione del pagamento del bollo per i veicoli storici.

  • Rimodulare la “tassa di immatricolazione” in base alle emissioni di CO2 e al costo del veicolo, per garantire una fiscalità più sostenibile ed equa;
  • Aggiornare la tassazione delle auto aziendali, adottando le emissioni di CO2 come parametro regolatorio, per favorire – attraverso la tassazione dei benefit-in-kind, la detraibilità dell’IVA e la deducibilità del costo del veicolo – l’adozione di tecnologie zero emission, penalizzando quelle più inquinanti;
  • Eliminare esenzioni o riduzioni dal pagamento del bollo per veicoli storici inquinanti.

Esther Marchetti, Clean Transport Advocacy Manager di T&E Italia, ha commentato:

In Italia serve una riforma coraggiosa e graduale, che premi chi sceglie tecnologie pulite e penalizzi chi continua a inquinare. La fiscalità è uno degli strumenti più incisivi per orientare le scelte dei consumatori e delle imprese. Prova ne è la recente riforma sulle auto aziendali in uso ai dipendenti, che ha già contribuito ad aumentare la quota di auto elettriche nel mercato aziendale nel primo trimestre del 2025. Ma ci sono ancora ampi spazi di miglioramento: lo sconto fiscale ancora previsto per le auto endotermiche va rivisto e gradualmente eliminato del tutto. È inoltre urgente intervenire sulla tassa di immatricolazione, sulla deducibilità del costo dei veicoli e sull’IVA, strumenti dal grande potenziale per accelerare la transizione.

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