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Incidenti, Cassazione: conducente responsabile se passeggero senza cintura

La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio l'assuluzione della giovane Letizia che guidava quando Gianmarco Ruspantini è stato sbalzato fuori dall'auto che guidava perchè senza cintura. Accusa: omicidio colposo.

Incidenti, Cassazione: conducente responsabile se passeggero senza cintura
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Gabriele Lupo
Gabriele Lupo
Pubblicato il 19 gen 2025

 Coloro che si trovano alla guida di un'auto sono i responsabili della morte di un passeggero che non indossa la cintura. Come riporta La Repubblica, secondo quanto stabilito dalla Corte di Cassazione per il caso Ruspantini infatti, è stata annullata con rinvio l'assoluzione di una ragazza di Alatri, in provincia di Frosinone, accusata di omicidio colposo per la morte dell'allora appena 18enne Gianmarco.

Secondo la decisione presa dalla Cassazione sulla 29enne di Alatri, la morte di un passeggero in un incidente automobilistico sarà attribuita al conducente anche se la vittima non indossava la cintura di sicurezza, decisione che ha ribaltato la precedente sentenza di assoluzione nei confronti di Letizia D. accusata di omicidio colposo.

Il 31 dicembre del 2015, tornando a casa sulla Statale 115 alla velocità di 65 km/h – entro i limiti di velocità – la giovanissima alla guida aveva sterzato improvvisamente per evitare l'impatto con un cane randagio. Questa manovra avrebbe causato la completa perdita di controllo della vettura che ha terminato poi la sua corsa contro un pilone, prima di ribaltarsi. Morto sul colpo il passeggero Gianmarco Ruspantini che non indossava la cintura nei sedili posteriori ed è stato sbalzato fuori dall'auto. 

 

Secondo il perito incaricato dal Tribunale, l’utilizzo della cintura di sicurezza avrebbe «ragionevolmente impedito» la morte del passeggero coinvolto nell’incidente. Se fosse stato assicurato al sedile, infatti, il giovane non sarebbe stato sbalzato fuori dal finestrino, evitando così l’impatto fatale.

Un anno fa, il Tribunale di Frosinone aveva assolto con formula piena Letizia D., la conducente dell’auto, ritenendo che non sussistesse un nesso di causalità tra la sua condotta e la tragedia. Tuttavia, questa conclusione è stata ribaltata dalla Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso presentato dalla procura generale e annullato l’assoluzione.

La Cassazione ha stabilito che il mancato utilizzo delle cinture di sicurezza da parte del passeggero non esonera il conducente dalle proprie responsabilità. Nemmeno l’assenza di segnali acustici che avrebbero potuto avvertire del mancato uso delle cinture da parte dei passeggeri posteriori è stata considerata sufficiente per «escludere il nesso causale» tra la condotta della guidatrice e la morte del giovane.

Questa decisione sottolinea come il conducente abbia il dovere di vigilare sul rispetto delle norme di sicurezza da parte di tutti i passeggeri a bordo, inclusi quelli seduti nei sedili posteriori. Il caso evidenzia un aspetto cruciale della sicurezza stradale: il corretto utilizzo delle cinture non è solo una responsabilità individuale, ma anche una premura che chi guida deve assicurarsi sia rispettata per garantire l’incolumità di tutti.

La quarta sezione penale della Cassazione ha quindi ritenuto infondato il ricorso della conducente, annullando con rinvio la sentenza. Questo significa che sulla morte di Gianmarco Ruspantini verrà celebrato un nuovo processo.

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