Biocarburante: cos’è, come si ottiene, quale sarà il suo ruolo nei prossimi anni
Nei prossimi anni abbandoneremo i carburanti fossili, ma non il motore termico, che avrà bisogno di essere alimentato con alternative più sostenibili, fra cui i biocarburanti
Aggiungiamo una nuova voce del nostro glossario green parlando dei biocarburanti e del ruolo che potrebbero giocare nei prossimi anni nel processo di decarbonizzaizone del settore dei trasporti. In particolare, come sappiamo, l'Italia punta molto su questo carburante e sta cercando un appoggio anche da parte dell'Unione Europea che, invece, vede come maggiore favore gli e-fuel.
COSA SONO I BIOCARBURANTI
Con il termine "biocarburante" si intende qualsiasi tipo di combustibile derivato direttamente da materia vegetale o animale – nota anche come biomassa – che produce bioenergia.
Un biocarburante è un idrocarburo che viene prodotto da un organismo vivente (come ad esempio i batteri) attraverso il processo di fissazione biologica del carbonio.
La fissazione del carbonio è un processo che prende carbonio inorganico (principalmente sotto forma di CO₂) e lo trasforma in composti organici in un intervallo temporale estremamente breve (giorni, settimane, in casi particolari mesi).
Queste due caratteristiche (la presenza di CO₂ e un periodo di trasformazione molto breve) sono le prerogative dei biocarburanti, e ciò li definisce in questo modo.
Inoltre, sono biodegradabili, come dimostrato nello studio "Biodegradability of biodiesel fuel of animal and vegetable origin".
QUALI SONO I BIOCARBURANTI IN COMMERCIO
Il biocarburante più diffuso fra quelli utilizzati nei veicoli è l'etanolo, ottenuto attraverso il processo di fermentazione di biomasse ad alto contenuto di carbonio (come zuccheri e cellulosa), in particolare la canna da zucchero.
Non a caso, il Brasile (fra i maggiori esportatori di canna da zucchero) è la nazione in cui buona parte dei veicoli è alimentata unicamente da etanolo.
Accanto all’etanolo troviamo il metanolo e il butanolo, a loro volta alcol utilizzati come carburanti puliti e che chimicamente sono quasi la perfetta “bio-controparte” di metano e benzina.
- Il metanolo è infatti molto simile al metano nella composizione chimica, con l'unica differenza, oltre l'origine, di essere liquido e non gassoso. Si ricava dalla biomassa attraverso il processo di gassificazione, che avviene a temperature estremamente elevate e in presenza di un catalizzatore.
- Il butanolo, formato attraverso il processo di fermentazione dei chicchi di frumento e sorgo, è il biocarburante in forma liquida che detiene il contenuto energetico per unità più elevato. La sua struttura chimica e la sua efficienza lo rendono la perfetta controparte della benzina, al punto che può essere iniettato direttamente nei motori che la utilizzano senza causare alcun problema; a limitarne l'uso è la difficoltà della produzione.
Nello scenario dei biocarburanti, il prodotto per certi aspetti più innovativo è rappresentato dal biodiesel proposto da Eni, ovvero l’HVO (Hydrotreated o Hydrogenated Vegetable Oil).
Questa alternativa al fossile prevede la lavorazione di un olio vegetale (generalmente quello di girasole) che viene idrotrattato (o idrogenato), e a cui successivamente viene aggiunto dell'alcol (spesso etanolo, in modo da restare all’interno dei biocarburanti). Il prodotto di Eni è interessante anche per un altro aspetto, ovvero la sua diffusa presenza all’interno della rete di stazioni di rifornimento della società (in circa 150 punti vendita).
L’HVO viene prodotto nelle raffinerie Eni di Venezia e Gela, divenute bioraffinerie dal 2014 e “palm oil free” dal 2022.
Il processo utilizzato (e brevettato), ha dichiarato la società, è l’Ecofining che consente di trattare materie prime vegetali di scarto e olii non edibili per produrre il carburante naturale.
Sebbene Bruxelles veda con maggior favore l’utilizzo degli e-fuel per alimentare le auto termiche, la definizione di “carburanti climaticamente neutri” è piuttosto generica, ed effettivamente non sembra escludere a priori i biocarburanti.
Infine, lo sviluppo dei biocarburanti, con colture destinate unicamente alla loro produzione (purché non entrino in competizione con quelle dedicate al mercato alimentare) è anche una delle iniziative previste dal Piano Mattei, ovvero il programma di aiuto e cooperazione fra Italia ed Africa per la crescita economica di quest’ultima.