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Auto ibride Plug-in, per l'UE le emissioni reali sono il triplo di quelle omologate

I dati reali sono molto diversi da quelli di omologazione

Auto ibride Plug-in, per l'UE le emissioni reali sono il triplo di quelle omologate
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 27 mar 2024

Le emissioni dichiarate da parte delle case automobilistiche corrispondono a quelle reali? Da tempo si parla molto della discrepanza tra il dato dichiarato e quello reale, evidenziato più volte da diversi studi. Adesso, a certificare questa importante differenza arriva il rapporto della direzione generale per l'azione per il clima (DG Clima) della Commissione Europea che ha elaborato i dati provenienti da 600 mila veicoli.

La Commissione ricorda che da gennaio 2021, tutte le auto nuove e i piccoli furgoni devono essere dotati di dispositivi per il monitoraggio del consumo di carburante (OBFCM) prima di poter essere immessi sul mercato dell’UE. Questi dati devono essere raccolti dai produttori di veicoli (magari durante le attività di manutenzione delle vetture o attraverso i sistemi telematici delle vetture) e inviati ogni anno alla Commissione.

Tuttavia, la Commissione rileva che ad aprile 2022 ha ricevuto solamente dati relativi al 10,6% delle auto e all'1,0% dei furgoni, immatricolati per la prima volta nell'UE nel 2021. Un risultato al di sotto delle aspettative e per questo la Commissione lavorerà per migliorare il monitoraggio delle vetture.

In ogni caso, i dati relativi alle auto sono stati comunque sufficienti per una prima valutazione.

I RISULTATI

Stando a quanto emerso, il divario medio rilevato tra i dati provenienti dalle vetture e quelli ufficiali dichiarati dai costruttori relativamente ai consumi e alle emissioni di CO2, è stato del 23,7% per le auto a benzina e del 18,1% per le auto diesel (tra 1-1,5 l/100 km per i consumi o tra 28- 35 g/km CO2 per le emissioni).

Risultato che è compatibile con le ipotesi formulate dalla Commissione alla base della revisione delle norme sulle emissioni di CO2 dei veicoli.

Tale divario era stato previsto in quanto vi sono diversi fattori che influenzano le emissioni nel mondo reale che non possono essere completamente replicati in un test di laboratorio, come le condizioni del traffico, le condizioni stradali, la temperatura ambientale, l'uso dell'aria condizionata e dell'elettronica di bordo e il comportamento del conducente.

Dunque, nulla di sorprendente per la Commissione Europea visto che questo risultato era sostanzialmente atteso. Invece, la Commissione punta il dito sui risultati ottenuti dalle vetture ibride Plug-in.

Per i nuovi veicoli elettrici ibridi plug-in (PHEV) immatricolati per la prima volta nel 2021, le emissioni reali di CO2 sono state in media 3,5 volte (4 l/100 km o 100 g/km di CO2) superiori ai valori di omologazione.

Risultato che conferma che questi veicoli non stanno attualmente sfruttando il loro potenziale, in gran parte perché non vengono caricati e guidati in modalità esclusivamente elettrica con la frequenza necessaria.

Proprio a seguito di queste discrepanze, la Commissione fa sapere di aver già introdotto modifiche al calcolo del "fattore di utilità" (la percentuale prevista di distanza percorsa in elettrico) che viene utilizzato per determinare le emissioni di CO2 durante la procedura di prova ufficiale. Queste modifiche si applicheranno a partire dal 2025. Tuttavia, potrebbero arrivare ulteriori aggiustamenti sulla base dei dati del mondo reale.

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