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Incentivi Auto: gli ambientalisti ricorrono al TAR contro i bonus per le endotermiche

Gli ambientalisti contro gli incentivi per le endotermiche

Incentivi Auto: gli ambientalisti ricorrono al TAR contro i bonus per le endotermiche
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 12 set 2022

La struttura degli incentivi auto 2022 ha fatto molto discutere. Come abbiamo visto nel corso dei mesi, diverse associazioni di categoria avevano criticato alcune scelte del Governo ed erano arrivate a chiedere interventi per cambiare alcune regole. Alla fine, come sappiamo, il Governo ha poi deciso di apportare alcuni cambiamenti che presto dovrebbero entrare in vigore.

Per gli incentivi auto 2022, tuttavia, sembra "non esserci pace". Alcuni giorni fa, infatti, le associazioni Legambiente, WWF Italia, Greenpeace Italia, Kyoto Club, Cittadini per l’aria, con il supporto e il coordinamento di Transport & Environment hanno deciso di ricorrere al TAR contro il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 6 aprile 2022, che ha stabilito il “Riconoscimento degli incentivi per l’acquisto di veicoli non inquinanti” per gli anni 2022, 2023 e 2024.

I MOTIVI

Nel mirino delle associazioni ambientaliste gli incentivi per le vetture endotermiche, quelli relativi alle auto che rientrano nella fascia 61-135 g/km di CO2.

Dal 2020, dopo lo scoppio della pandemia, i governi che si sono succeduti hanno speso circa 2,6 miliardi di euro in bonus per l’acquisto di nuove auto, a cui vanno aggiunti altri 500 milioni circa da parte delle Regioni e di alcuni Comuni. Tutte le leggi e i decreti hanno sempre giustificato l’esborso di denaro pubblico con la motivazione di sostenere la transizione all’auto “non inquinante” e all’economia circolare. Eppure, caso unico in Europa, abbiamo impiegato la gran parte dei 3 miliardi spesi in questi tre anni per auto a combustione altamente inquinanti, con emissioni sino a 135 grammi di CO2 per km. In nessun altro Paese europeo si finanziano auto con motore a combustione interna, ad eccezione della Romania che fa comunque meglio dell’Italia, visto che gli incentivi si arrestano ai 120 grammi di CO2 per km.

Inoltre, queste associazioni puntano pure il dito sul decreto del Mise che ha contribuito a rendere limitante e complicato l’accesso ai bonus per l’auto elettrica. Dopo aver preso come esempio la Germania che ha investito 3 miliardi di euro per gli incentivi ma solamente per le elettriche e le Plug-in, le associazioni evidenziano il fallimento della strategia italiana.

Per i sottoscrittori del ricorso al TAR, servono ben altri investimenti pubblici per promuovere la mobilità per tutti e la transizione ecologica come, per esempio, bonus solo per i mezzi elettrici (auto ed altri veicoli) e, soprattutto, investimenti e aiuti nella riconversione produttiva (comprese misure di economia circolare per batterie o microchip) e nell’offerta di servizi di mobilità sostenibile, elettrica, digitale, pubblica o condivisa (sharing mobility) e per la ciclabilità.

Con il ricorso al TAR, le associazioni ambientaliste chiedono al Governo lo stop agli incentivi alle auto endotermiche e di effettuare altri interventi per sostenere la diffusione della mobilità elettrica.

Le organizzazioni ambientaliste che hanno promosso il ricorso al TAR chiedono quindi al governo di mettere fine a qualsiasi incentivo all’acquisto di auto con motori a combustione, di privilegiare gli interventi a sostegno della riconversione industriale verso la mobilità elettrica e gli investimenti nelle infrastrutture di mobilità sostenibile a zero emissioni, gli unici che possono garantire sostenibilità sociale e ambientale nei tempi più brevi possibili.

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