Guerra Russia-Ucraina, corre il prezzo del petrolio. Rischi di aumenti per i carburanti
La crisi potrebbe far schizzare alle stesse i costi dei carburanti.

Durante la notte, la Russia ha dato il via al suo attacco contro l'Ucraina. Le minacce di Vladimir Putin si sono tradotte, purtroppo, in realtà. Il mondo si interroga su quello che succederà adesso e su come evolverà questo scenario di crisi e sulle conseguenze non solo per chi drammaticamente sta vivendo in prima persona il conflitto ma anche quelle che andranno a toccare i mercati finanziari.
CORRE IL BRENT
Già dalla mattinata si sono fatti sentire gli effetti della crisi sui mercati finanziari con le borse in forte flessione e con i prezzi del petrolio che sono continuati a salire. Nel mentre in cui scriviamo, la quotazione del brent ha raggiunto i 105,04 dollari al barile. Si tratta di valori che non si vedevano dal 2014. Ovviamente ci sono grandi preoccupazioni per i nuovi aumenti del costo del carburante in un momento in cui sia la benzina sia il diesel avevano già raggiunto valori che non si vedevano da diversi anni.
Il prezzo medio rilevato da Quotidiano Energia per la benzina in modalità self service è oggi pari a 1,859 euro al litro, 1,733 euro quello del diesel. Tuttavia, ci sono già diverse segnalazioni di prezzi oltre i 2 euro al litro per la benzina anche se si parla di prezzi "serviti" (la media del servito comunque è di 1,992 euro al litro come riporta Quotidiano Energia). La media del diesel servito è arrivata a 1,870 euro al litro.
I nuovi rincari portati dalla crisi Russia-Ucraina potrebbero portare i prezzi dei carburanti ancora più su e pesare come macigni per i bilanci delle famiglie e delle aziende. Si tratta di uno scenario chiaramente allarmante. Ovviamente, tutto dipenderà dall'evoluzione della crisi. Se dopo una prima fase le tensioni si dovessero allentare, i prezzi si potrebbero stabilizzare anche se rimarrebbero sempre alti.
Se, invece, la situazione dovesse ulteriormente peggiorare con l'interruzione delle forniture da parte della Russia, i prezzi potrebbero lievitare ancora, portando ad una ulteriore frenata dell'economia europea come ha spiegato Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, a fanpage.
Nel caso il conflitto dovesse ulteriormente inasprirsi, infatti, l'Occidente potrebbe, come ha già minacciato, imporre una serie di sanzioni alla Russia che a sua volta potrebbe reagire interrompendo le forniture di petrolio, gas e di altre materie prime. Ricordiamo che la Russia è il secondo esportatore di petrolio dopo l'Arabia Saudita. Il mercato finanziario, dunque, teme che l'energia possa diventare un nuovo centro del conflitto visto che la Russia ha il potere di influenzare in maniera pesante le quotazioni, portando ad una vera e propria crisi energetica.