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Incentivi auto: per UNRAE, il tempo è scaduto

Da UNRAE un duro attacco al Governo per gli incentivi per il mondo dell'auto che non stanno arrivando.

Incentivi auto: per UNRAE, il tempo è scaduto
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Filippo Vendrame
Filippo Vendrame
Pubblicato il 19 giu 2020

Il mercato dell'auto in Italia è in forte difficoltà. Lo scoppio dell'emergenza sanitaria che ha bloccato le attività di questo settore per alcuni mesi, ha avuto conseguenze estremamente pesanti. I numeri delle immatricolazioni parlano molto chiaro e da più parti si sono invocate misure che aiutassero il mondo dell'automotive a riprendersi. UNRAE, per esempio, aveva proposto l'allargamento dell'Ecobonus.

Nel Decreto Rilancio, è apparso, però, solamente un rifinanziamento dell'attuale strumento che incentiva chi vuole acquistare un veicolo elettrico o Plug-in. Tuttavia, nel corso del percorso che sta portando alla conversione di legge del decreto, sono stati presentati degli emendamenti per creare degli incentivi anche per tutte le altre categorie di vetture. Il problema è che all'interno della maggioranza di Governo c'è chi non vorrebbe queste nuove agevolazioni, per lasciare l'Ecobonus nella sua forma attuale.

L’ACCUSA

E proprio da UNRAE arriva un duro attacco a questa situazione, puntando il dito, senza mezzi termini, proprio su chi vorrebbe lasciare la situazione immutata.

UNRAE segue con attenzione tutti gli sviluppi dell'iter parlamentare di conversione in legge del cd. “DL Rilancio” (Decreto-Legge n. 34/2020), ma è forte la preoccupazione per la posizione di chi, nella maggioranza di Governo, vorrebbe continuare ad incentivare esclusivamente l'acquisto di veicoli elettrici ricaricabili, con un atteggiamento ideologico e sordo a qualunque argomento pragmatico. Una crisi di mercato come quella in corso ormai da mesi, con conseguenze devastanti sulla nostra economia, non può essere arginata con le misure in essere, che a più di un anno dalla loro entrata in vigore escludono ancora il 98% del mercato. Chi ha veramente a cuore l'ambiente, e non solo una sterile ideologia, avrebbe il dovere di agevolare concretamente la sostituzione di veicoli vetusti con veicoli di ultima generazione. Chi ha veramente a cuore il Paese ed il lavoro, e non i provvedimenti di bandiera, dovrebbe avviare una seria strategia di sviluppo, a tutela di un settore che rappresenta 1/10 del PIL e delle entrate fiscali dello Stato: un settore che oggi rischia di scomparire, e per il quale non sono state trovate ancora risorse adeguate.

L'associazione poi ripropone le sue proposte per il rilancio della domanda che già da tempo aveva comunicato al Governo come il già citato allargamento dell'Ecobonus, l’allineamento alla fiscalità europea dell’auto aziendale e il sostegno allo smaltimento dei veicoli invenduti durante il lockdown. Per il trasporto merci, invece, incentivi alla rottamazione e incremento delle detrazioni per le imprese. Sino ad ora, invece, non sono stati formalizzati impegni concreti e anzi, come sottolinea l'Unione Rappresentati Veicoli Esteri, si continua a paventare la mancanza di fondi per l’automotive.

Addirittura, dalla maggioranza di Governo sarebbe arrivata la volontà di limitare gli incentivi ai soli veicoli con un prezzo di listino inferiore a 18.000 euro, e di escluderne tutti gli Euro 6 di ultima generazione a prescindere dal loro livello di emissioni. Una scelta che avrebbe conseguenze negative per il settore visto che avvantaggerebbe solo pochi marchi, creando una distorsione del mercato.

Sul tema green, l'associazione punta il dito su chi vuole rifarsi al modello tedesco che ha incrementato gli incentivi sulle auto elettriche per rilanciare il settore. UNRAE sottolinea le grandi differenze tra il mercato tedesco e quello italiano.

A differenza dell’Italia, la Germania ha già avviato da tempo e con incisività il percorso della transizione energetica, iniziando doverosamente dalle infrastrutture grazie a sostanziosi investimenti pubblici. Non stupisce, quindi, che la quota di mercato dei veicoli elettrici e ibridi plug-in (incentivati in entrambi i paesi) sia tripla rispetto all’Italia.

Facendo qualche esempio, l'associazione evidenzia come la densità di punti di ricarica pubblica ogni 100 km di rete viaria, in Germania è 3.5 volte superiore a quella italiana. Inoltre, il parco circolante in Italia, già prima della pandemia, aveva un’età del 20% più alta rispetto a quello tedesco, e soffriva di un ciclo di rinnovo del 43% più lungo. Inoltre, in Italia durante il lockdown di marzo-aprile il mercato è crollato quasi del doppio rispetto a quello tedesco.

Per UNRAE, dunque, se ci si ispira ad un Paese senza tenere a mente le differenze, non si va molto lontano.

Ecco, se ci si ispira a singoli provvedimenti di un paese così “lontano” dal nostro, senza tenere in debito conto le enormi differenze esistenti pure nello stesso settore, allora si fa solamente propaganda. Sarebbe invece ora di affrontare i problemi seriamente. Restiamo in fiduciosa attesa di un concreto cambio di marcia: non c’è più spazio per le politiche di assistenzialismo, è ora di mettere in atto un concreto piano per lo stimolo della domanda, cominciando dai settori strategici ed in grado di rimettere realmente in moto la nostra economia. Noi, come sempre, siamo a disposizione.

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