Hertz ha dichiarato bancarotta in America e in Canada
Hertz ha presentato istanza di fallimento in America e in Canada; lo scoppio della pandemia ha portato la multinazionale ad una pesante crisi di liquidità.

Il virus che ha mandato in difficoltà economica molte aziende ha fatto una nuova "vittima". Hertz, la ben nota multinazionale specializzata nel noleggio delle auto che opera in 145 Paesi, ha presentato istanza di fallimento in America e in Canada. L'azienda ha una lunghissima storia. Fondata nel 1918, è riuscita a "sopravvivere" alla Grande Depressione, alla seconda guerra mondiale, a diverse crisi petrolifere e ad altri eventi che hanno coinvolto l'economia americana e mondiale. L'impatto della pandemia, però, è stato improvviso e drammatico, causando un repentino calo delle entrare, come si può leggere in una nota dell'azienda.
Del resto, le sue principali attività sono legate ai noleggi presso gli aeroporti e il trasporto aereo è crollato a seguito dello scoppio dell'emergenza sanitaria. Hertz ha quindi deciso di utilizzare lo strumento del chapter 11, cioè una norma della legge fallimentare americana che permette di trovare una soluzione alla crisi dell'impresa attraverso un piano di riorganizzazione. Si tratta di una soluzione normativa molto simile al concordato preventivo italiano. Tutto questo non riguarda, però, le attività internazionali della società, come quelle europee.
Hertz da tempo era esposta finanziariamente ma l'emergenza sanitaria ha dato il colpo di grazia causando una crisi di liquidità che non ha permesso alla società di pagare alcuni debiti. Per tentare di convincere i creditori a concedere più tempo per onorare i pagamenti, la multinazionale aveva presentato un doloroso piano finanziario che prevedeva il licenziamento di 10 mila dipendenti oltre ad una serie di altre iniziative. Non c'è stato, però, nulla da fare.
Hertz proverà, adesso, a riorganizzare le sue attività sfruttando il chapter 11. Un compito non certamente facile vista l'attuale situazione e l'incertezza per il futuro. Le attività, comunque, non si fermeranno ed andranno avanti.