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Guida autonoma e IA: il MIT alla ricerca dei punti deboli

28 Gennaio 2019 5

Guida autonoma: un conto è avere fiducia nel progresso ed essere favorevoli all'avvento della guida robotizzata sulla base di test effettuati in laboratorio o su strade chiuse al pubblico, un altro è fidarsi effettivamente della capacità di una vettura guidata dall'Intelligenza Artificiale nel mondo reale (a proposito, date un'occhiata se non l'avete già fatto al nostro SPECIALE). Per questo i ricercatori del MIT di Boston hanno cercato di individuare le differenze tra la teoria e la pratica.

Il risultato (link in FONTE) è un modello di situazioni in cui cui le nozioni teoriche non corrispondono agli eventi, spesso imprevedibili, che possono accadere nella vita reale. Per esempio: se un'auto autonoma non è stata "addestrata" o non ha i sensori per riconoscere la differenza tra un furgone bianco e un'ambulanza, l'auto in questione potrebbe non adottare il comportamento tipico di queste situazioni, ovvero accostare e lasciare passare l'ambulanza.


Sono numerosi i punti deboli (definiti "blind spot") dell'Intelligenza Artificiale emersi durante le simulazioni. Per identificarli, i ricercatori hanno "affiancato" l'Intelligenza Artificiale, intervenendo con dei feedback per correggerne gli errori. In questo modo, si forniscono all'IA informazioni più complete su una determinata situazione, consentendole di effettuare scelte più corrette e sicure in futuro.

Questo sistema funzionerà anche in tempo reale, purché dietro al volante ci sia un essere umano: qualora questa persona - dopo aver rilevato un errore del sistema di guida autonoma - dovesse prendere il controllo del volante, l'AI imparerebbe da questa situazione adattando di conseguenza il proprio comportamento nel caso in cui si ripresentasse una situazione simile in futuro. Così Ramya Ramakrishnan, uno dei ricercatori del laboratorio di Informatica e Intelligenza Artificiale del MIT nonché autore dello studio, ha spiegato il modello di simulazione:

Il modello aiuta i sistemi autonomi a conoscere meglio ciò che non conoscono. Molte volte, quando questi sistemi vengono implementati, le loro simulazioni addestrate non corrispondono al contesto reale e potrebbero commettere errori. L'idea è di sfruttare gli umani per colmare il divario tra la simulazione e il mondo reale, in modo sicuro, in modo da poter ridurre alcuni di questi errori.


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Commenti

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Valverde9

Io in autostrada lascio sempre guidare la mia auto ed è molto ma molto comodo oltre che sicuro perche non si distrae mai. Non vedo l'ora che proprio sparisca il volante dal cruscotto

roby

Solo un pazzo si farebbe guidare dall auto

maxi8878

La questione della guida autonoma,sarà anche un problema di accettazione,è chiaro che la perfezione e sicurezza assoluta non sarà raggiunta mai,però si potrebbe arrivare ad esempio a ridurre del 90% gli incidenti.Da un punto di vista del numero di incidenti evitati e vite salvate ,sarebbe un risultato straordinario, tuttavia rimarrebbe un 10% di vittime che verrebbe in qualche modo visto come "ucciso dalla macchina", e la cosa potrebbe turbare più della ecatombe della guida normale a cui ormai ci siamo quasi abituati....

Maurizio Mugelli

e' il motivo per cui sono anni che continuano a provarle e perfezionarle invece di metterle subito in vendita.

lello

Ah sono sicuro che le prime vere auto a guida autonoma saranno un disastro, sopratutto in posti come l'italia, tra traffico e stradine saranno più le volte in cui si deve guidare manualmente che il contrario...

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